Una nota dell’ex sindaco Vito Perrone sulla “vicenda fotovoltaico”

24 Settembre 2013 Off Di Pantaleo Gianfreda
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L’ex sindaco ed attuale consigliere comunale dott. Vito Perrone, in merito ad un corrosivo commento di tal “Collepassese ….incazzato” inviato il 22 settembre, dopo la conclusione di indagini della Procura della Repubblica di Lecce sulla “vicenda fotovoltaico” anche a Collepasso, ha inviato la seguente nota.

Leggo con interesse gli interventi dei frequentatori di questo sito sulle vicende politiche e amministrative del nostro Comune. In alcuni casi viene tirata in ballo la mia persona o il mio operato da Sindaco 2006/2011. Nel bene o nel male. Di solito non replico, prendo atto e vado avanti. Questa volta, però, la nota di “Collepassese …incazzato” mi obbliga ad un chiarimento perché, oltre alle gratuite ed ironiche qualità che attribuisce alla mia persona, l’autore ritiene esistente una responsabilità mia e dell’ufficio tecnico comunale per la “difformità dell’impianto e dei documenti presentati al comune di Collepasso” dalla società che ha realizzato l’impianto fotovoltaico nella nostra zona industriale. A conforto delle sue posizioni, il Collepassese “incazzato” rinvia a notizie di stampa di questi giorni. Di quali responsabilità si parli non appare chiaro nella “sdolcinata” nota del garbato concittadino ma devo supporre che si tratti di mancato controllo (o qualcos’altro?).

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Ebbene, gentilissimo concittadino, le cose stanno così: a fine anno 2010 i responsabili dell’impianto fotovoltaico in costruzione a Collepasso (e in altri Comuni della Provincia) hanno presentato la “dichiarazione di fine lavori” al Comune ai fini della chiusura pratica urbanistica. La stessa dichiarazione l’hanno pure presentata al GSE per cominciare a maturare i contributi del “secondo conto energia” (se i lavori si fossero conclusi nel 2011, il contributo sarebbe stato minore).

Rientra nei poteri/doveri del Comune la verifica della veridicità di ogni dichiarazione. Anche di quella di “fine lavori” di ogni costruzione piccola o grande. Salvo, però, casi di denuncia, l’ufficio tecnico di qualsiasi Comune (e quindi anche di quello di Collepasso) ritiene veritiera la denuncia e non procede ad alcun controllo. Che, poi, se il controllo venisse fatto e venisse scoperta la falsità della dichiarazione, la conseguenza sarebbe quella di applicare la sanzione di qualche centinaia di euro. Se il concittadino “incazzato” fosse capace di citarmi un caso di controllo della dichiarazione di fine lavori nella storia del Comune di Collepasso vincerebbe… il mio plauso!

Il vero bubbone, com’è evidente, sta nella irregolarità che la Procura della Repubblica ha imputato ai responsabili dell’impianto: la dichiarazione di fine lavori mandata al GSE! Dalla data dichiarata di fine lavori ha avuto inizio il contributo. La Procura, stando ai resoconti di stampa, ha accertato con intercettazioni telefoniche e con testimonianze che i lavori di installazione dell’impianto fotovoltaico di Collepasso (e degli altri Comuni della Provincia) sono proseguiti anche nelle settimane di gennaio 2011. Per cui quell’impianto non avrebbe potuto godere del sostanzioso “secondo conto energia” ma del più magro “terzo conto energia”.

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Si tratta, com’è evidente, di truffa alle casse statali scoperta dalla Procura della Repubblica, compiuta (se viene confermata l’ipotesi accusatoria) dai responsabili dell’impianto e della quale il Comune di Collepasso e i suoi responsabili politici e amministrativi non centrano nulla, non hanno avallato nulla né hanno coperto alcuno. Tanto è vero che né il Sindaco dell’epoca (chi scrive) né gli Assessori né il Dirigente dell’Ufficio tecnico sono mai stati interessati da provvedimenti dell’Autorità giudiziaria.

Ora spero che il concittadino si faccia una ragione. Se rimane ancora incazzato non se la prenda con me. Evidentemente sarà incazzato per fatti suoi!

Vito Perrone


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Pantaleo Gianfreda