Recenti casi di anziane e anziani vittime della solitudine e le tante “emergenze sociali” a Collepasso

Recenti casi di anziane e anziani vittime della solitudine e le tante “emergenze sociali” a Collepasso

31 Agosto 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ieri notte un’anziana donna di 93 anni, sola e vedova, cade in casa. Non riesce ad alzarsi. Alle prime luci dell’alba i suoi lamenti attirano i vicini, che premurosi tentano invano di aprire la porta. La povera anziana è sul pavimento e non riesce a muoversi. I vicini sono costretti a chiamare i Vigili del Fuoco che accorrono immediatamente. Aprono la porta. Sopraggiunge poi un’autoambulanza. La donna viene soccorsa. Niente di irrimediabile, per fortuna.

Il 19 agosto, un’altra anziana donna, 85 anni, anche lei sola e vedova, si ritrova in una situazione “delicata” e impossibilitata a muoversi. Da anni ha gli arti bloccati. Non riesce a raggiungere il girello con cui si muove. Disperata, batte su una finestrella che dà all’esterno per attirare l’attenzione dei vicini. Vengono allertati i Vigili Urbani. Accorre la Comandante, che con varie acrobazie riesce a raggiungere la malcapitata. Si trova di fronte un’inimmaginabile (o immaginabile) situazione di degrado. Ne ometto la descrizione. Intuibile.

Nell’un caso e nell’altro, ma anche in tanti altri che si verificano periodicamente nella nostra comunità, cosa sarebbe successo se premurosi vicini non fossero accorsi e non avessero allertato chi di competenza?!? Leggiamo così spesso di situazioni analoghe finite in tragedia.

La sindaca, che è anche assessora alle Politiche sociali, e la sua Amministrazione sanno che a Collepasso ci sono centinaia e centinaia di anziani, soprattutto donne, che vivono soli, spesso abbandonati a se stessi, che dovrebbero essere costantemente monitorati? Cosa hanno fatto e fanno?!?

Un modello di telesoccorso

Con efficienti servizi sociali che prevedano, ad esempio, l’installazione in casa degli anziani/e, soprattutto soli/e, di una semplice apparecchiatura di telesoccorso (un dispositivo telefonico dotato di un piccolo radiocomando da tenere con sé per eventuali emergenze), probabilmente questi ed altri casi si sarebbero potuti risolvere immediatamente senza l’angoscia e la sofferenza che tali situazioni creano nelle persone anziane. Le moderne tecnologie permettono oggi di monitorare in tempo reale la vita solitaria di tanti anziani/e, soprattutto in caso di emergenza.

Comuni più attenti e sensibili forniscono anche la teleassistenza, che permette di vivere sicuri e protetti in casa propria, sapendo di poter contare sempre su qualcuno, disponibile e pronto 24 ore su 24 in qualunque situazione di bisogno o emergenza.

Questi elementari servizi ci sono a Collepasso, sono stati programmati e previsti nell’immediato futuro?

Il 25 agosto (e qui faccio nome) Tonino viene ricoverato. Quasi con la forza. È necessario l’intervento dei Carabinieri per farlo salire sull’ambulanza. Età indefinibile, “messo male” e precocemente invecchiato, sebbene abbia solo 57 anni. Un’età ancora giovane di questi tempi. La sua precaria situazione è nota a tutti. È nota da tempo all’Amministrazione e ai Servizi sociali. Un eterno peregrinare per le vie del paese con la bici… quasi a segnalare a tutti la sua condizione.

I vicini di casa raccontano di situazioni insostenibili, di una condizione umana (o disumana) e sociale di degrado che va avanti da anni. Un essere umano allo sbando e abbandonato a se stesso. Ogni tanto “dà di testa”. Come potrebbe essere diversamente? Vive in un “tugurio” da un anno e mezzo privo di acqua corrente, di servizi igienici essenziali, dei requisiti minimi di agibilità, vivibilità, civiltà. Tra l’indifferenza di chi ha il dovere di intervenire. Chi non darebbe “di testa” in situazioni analoghe?!?

Stavolta il clamore suscitato dal ricovero forzato e le ripetute segnalazioni dei vicini hanno obbligato chi di competenza ad intervenire, seppur “ad minima”. Tonino al suo ritorno troverà forse un serbatoio per la fornitura d’acqua… e il resto?!? Mi riferisco non solo ai servizi igienici, ma anche ai servizi sociali, sanitari e psicologici di supporto. Alle necessarie “dosi” di umanità, rispetto e civiltà che possano scacciare altro tipo di “dosi” e “follie”.

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Devo riportare altri casi, tutti ben noti, su cui burocrazie, inadempienze, arrivismi, formalismi e leguleismi di persone “senza cuore e passione” della Pubblica Amministrazione fanno calare la “manta” del silenzio? Nel tentativo, naturalmente, di emarginare alla periferia delle coscienze casi umani e sociali che, oltre ad un’indispensabile e seria presenza e rete di protezione pubblica, necessitano di una rete sociale di umanità e solidarietà anche da parte di associazioni, volontari, semplici cittadini.

Casi eclatanti e meno eclatanti che vengono “oscurati” in vario modo per tacitare coscienze e conoscenze (… che fine ha fatto, ad esempio, il buon “ragazzo del rondò”… chi sta seguendo il suo caso?!?… e il caso di quel “non più giovane” con padre disabile in casa?!?) o situazioni di solitudine, spesso di disperazione e abbandono, che riguardano centinaia di anziani, soprattutto anziane, del nostro paese senza che l’Amministrazione sia in grado di esprimere una vera politica di rete e protezione sociali, come sarebbe suo dovere e come la legislazione obbliga.

Questa Amministrazione ha un programma o uno “straccio di progetto” per costruire infrastrutture sociali, sempre più indispensabili per tutelare particolari categorie sociali? Non ne intravedo alcuno.

Verso la fine del 2009 si era iniziato a dotare il nostro Comune di qualcuna. Da assessore alle Politiche sociali riuscii a “strappare” all’Ambito sociale un finanziamento regionale di 558.000 euro (più 42.000 del Comune) per la realizzazione di un “Centro diurno per anziani”, data la precaria e documentata situazione della popolazione anziana (cliccare su articolo). L’insipienza amministrativa e la miopia politica della precedente Amministrazione Menozzi portarono ad un cambio di destinazione in “Centro diurno per disabili”, passivamente accettata anche dall’attuale Amministrazione, con la conseguenza che, a ben dodici anni dalla sua realizzazione, quel Centro è ancora scandalosamente chiuso. Una vergogna!

L’interno del Centro diurno, pronto da 12 anni e mai aperto e utilizzato

Sorvolo, al momento, sul “problema droga”, così sottovalutato e pur così presente anche nel nostro paese. Nessuno ne parla. Se ne chiedete ad un qualsiasi amministratore… lo vedrete “cadere dalle nuvole”. Così come sorvolo sui devastanti effetti sociali che alcune scellerate decisioni del governo nazionale, come il venir meno del reddito di cittadinanza, provocheranno anche nella nostra comunità

Un altro caso, però, ho il dovere di riportare.

Lo scorso 29 giugno, in un’assolata giornata, Nino, 83 anni, stramazza verso mezzogiorno sull’asfalto bollente. Viene soccorso e portato a casa… casa o, anche in questo caso, “tugurio”?!?

Del caso di Nino mi sono occupato in un articolo del 12 febbraio dopo preoccupate segnalazioni (cliccare su articolo).

Al tempo vi fu un vergognoso post di risposta della sindaca, che è anche assessora alle Politiche sociali.

Il silenzio più assoluto è calato poi su questo caso da parte dell’Amministrazione e dei Servizi sociali.

Nino

Conosco Nino da sempre. In questi ultimi mesi, però, abbiamo avuto modo di familiarizzare ripetutamente. Mi è capitato, infatti, di incontrarlo spesso, talora fradicio di pioggia, e di accompagnarlo a casa mentre tornava dal “luogo di lavoro” (o “di sguario”), dove si reca macinando chilometri a piedi lungo il tragitto a/r casa-masseria Grande. Mentre lo accompagnavo a casa abbiamo sempre conversato e, a fine corsa, ho puntualmente “versato” il “pedaggio” di qualche sigaretta (“… mancu le sigarette te passane, Ninu!”, lo canzonavo… e lui rispondeva filosofando). Nino ha bisogno di non stare solo, di avere compagnia, di socializzare, parlare con qualcuno. Oltretutto, è piacevole conversare con lui. A suo modo, è un filosofo. Un uomo saggio. Filosofo, saggio e buono, ma anche malridotto, sbrindellato, trascurato. In condizioni penose.

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Il Comune ha mai verificato seriamente le condizioni in cui versa quest’uomo buono e abbandonato a se stesso?!? Non mi risulta… tanto Nino non vota!

Quando a febbraio scrissi l’articolo, la sindaca rispose nel modo a lei congeniale (con il suo solito “stillicidio di veleni”) per occultare le sue responsabilità e i suoi doveri amministrativi. All’epoca fui tentato di inviare tutto alla Procura della Repubblica. Ma poi ho soprasseduto, commiserando “la poveretta” e rinviando ad un articolo la necessaria risposta.

Lo faccio a distanza di mesi e colgo l’occasione per pubblicare e commentare quel post perché sintomatico dell’approccio di questa Amministrazione alle problematiche sociali del paese. Un approccio puramente strumentale che non guarda ai problemi e alle persone, ma solo alle proprie opportunità e convenienze politiche ed elettorali.

La vera “indignazione e mortificazione” è avere una persona a capo del paese che scrive senza pudore simili idiozie!

Non c’è chi, dalla rilettura del post, non rilevi, infatti, l’anomalia di una inusuale e pubblica presa di posizione ad un articolo che descriveva l’oggettivo stato di precarietà fisica e di degrado anche abitativo di un anziano collepassese. Invece di limitarsi alle sue funzioni istituzionali e rassicurare l’opinione pubblica circa l’eventuale monitoraggio del caso da parte dei Servizi sociali o di altri Servizi comunali, la sindaca si fa impropriamente portavoce di “alcuni nipoti” (che, per inciso, non si sono mai permessi di farmi alcuna diffida né privata né legale), esprime valutazioni a dir poco singolari e assume come proprie circostanze “di parte” tutte da verificare, come sarebbe dovere di un sindaco, esponendosi persino in giudizi irriguardosi ed espressioni diffamatorie.

Al di là di aspetti familiari, che attengono a rapporti privati che non sta a me (né a lei) giudicare e su cui non avevo (né aveva) alcun diritto ad intromettermi (né lei ad intromettersi in modo pubblico e sfacciato), l’intervento facebook della sindaca perseguiva il chiaro obiettivo di mettere in cattiva luce me e questo blog informativo, spesso molto critico verso la sua azione amministrativa, ed assumeva persino un carattere minatorio… di cui, naturalmente, “me ne impipo”.

Una vicenda che è da tempo di pubblico dominio ed ha visto molte persone interessarsi al caso non può essere definita “strettamente familiare e privata”. Non lo è e il Comune ha il dovere, una volta venutone a conoscenza, di verificare le condizioni sociali, abitative e igienico-sanitarie in cui vive l’anziano ultraottantenne e solo, evidente persino a chiunque transiti sul marciapiede antistante l’abitazione, che, a quanto pare, è persino sprovvista di elementari servizi igienici.

Le competenti autorità comunali e sanitarie hanno mai provveduto a fare un sopralluogo per verificare tali situazioni?

Né si comprende in quale veste sia intervenuta in risposta al mio articolo. Se come sindaca, che avrebbe avuto solo il preciso dovere di verificare se quanto scritto avesse o abbia qualche fondamento ed agire di conseguenza, oppure di avvocato. In quest’ultima veste ha ricevuto specifico mandato scritto da parte dell’ipotetica e inesistente “parte lesa”?

Una cosa è certa: non solo ha prevaricato nel suo ruolo di sindaco ma anche di avvocato, in violazione del Codice deontologico. Cosa direbbe, infatti, un comune cittadino se si vedesse notificare da un avvocato una diffida (in questo caso anche una minaccia) non al suo domicilio e ad personam, come la legge prescrive, ma su facebook, cioè pubblicamente?!? È quanto sostanzialmente ha fatto l’imprudente e impudente avvocato, anche sindaca, laddove scrive: “…se ciò dovesse verificarsi, gli stessi nipoti preannunciano azioni legali, inibitorie e penali a tutela del loro parente”!

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Di grazia, la Manta aveva un mandato scritto per scrivere queste emerite stupidaggini o le risultava che il “parente” avesse dato mandato in tal senso ai “nipoti” (?!?), dal momento che Nino ha capacità di intendere e volere né (da quanto a mia conoscenza) è sotto tutela di nessuno?!?

Sarei curioso di sapere chi sarebbero i veri impostori in tutta questa vicenda.

Appare evidente l’inusualità e anche la gravità di un intervento così anomalo e “fuori dalle righe” da chiedersi se questa circostanza non riveli il clamoroso “conflitto di interessi” della Manta tra la sua funzione di assessora alle Politiche sociali e la sua professione di avvocato, tra l’altro (mi pare) specializzata in diritto di famiglia e, pertanto, con tutti i possibili e intuibili “annessi e connessi”.

Al di là, poi, della volontà dell’anziano di “continuare a vestire con abiti che … possono sembrare inappropriati”, il diritto alla salute e a civili condizioni igienico-sanitarie per ogni cittadino è un diritto inalienabile che l’Ente pubblico ha il dovere di tutelare in ogni modo nel rispetto della dignità umana e delle leggi.

Lo capisce questo la sindaca, nonché assessora alle Politiche sociali e anche avvocato, l’“una e trina” Manta?!?

Ho richiamato questo episodio con alcune doverose considerazioni e risposte, seppur tardive, per rilevare l’assoluta mancanza da parte di questa sindaca e della sua Amministrazione di vere politiche sociali, di serie progettualità sociali, di sincero impegno sulle tematiche sociali e persino la loro smaccata strumentalità di fronte a situazioni umane e sociali che richiederebbero ben altro approccio e competenze.

Oltretutto, una sindaca che si dice di sinistra non dovrebbe essere sempre dalla parte dei più deboli, dei più bisognosi e degli emarginati? Personalmente non riesco ad intravedere nemmeno lontanamente principi e valori di sinistra in questa persona, ma solo opportunismo, clientelismo ed elettoralismo tesi a rafforzare solo la sua posizione di potere, che prima o poi si sfalderà rovinosamente e crollerà come un “castello di sabbia”.

D’altronde, come interpretare – e qui tocco un altro “tasto dolente” – la mancanza nel nostro Comune di un’assistente sociale a tempo pieno, figura professionale indispensabile per gestire con serietà le varie tematiche sociali, che, secondo quanto previsto da una loro stessa deliberazione, si sarebbe dovuto assumere già da oltre un anno?!? Apparirebbe chiara, anche alla luce di recenti decisioni amministrative,  la “fissazione” (…con e per quale “recondito fine”?!?) di procedere all’assunzione a tempo pieno di una figura a loro molto vicina, già operante a tempo parziale, ma anche molto discussa e chiacchierata. Come si ricorderà, proprio le diverse e controverse vicende attorno alla figura dell’attuale assistente sociale “a mezzadria” con il Comune di Ugento e i gravi limiti ed inadeguatezze del servizio avevano rappresentato nel gennaio scorso una delle ragioni principali delle clamorose dimissioni dell’ex assessore alle Politiche sociali Eliana Vantaggiato.

Quando un’Amministrazione utilizza il delicato campo delle politiche sociali come “un elefante in cristalleria” e solo per interessi e finalità politiche e di parte, il fallimento “est in rebus”… “è nelle cose”… e l’Amministrazione Manta ha dimostrato e dimostra quotidianamente il suo totale fallimento nelle politiche sociali (e non solo).

Pantaleo Gianfreda


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