Le responsabilità della Manta, l’inconsulta reazione di Perrone: i due convocati dalla Digos. Doverose considerazioni

Le responsabilità della Manta, l’inconsulta reazione di Perrone: i due convocati dalla Digos. Doverose considerazioni

18 Febbraio 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ora che la “buriana” politica e mediatica scatenata nei giorni scorsi, dopo l’inconsulto comizio del cons. Perrone, sembra essersi in qualche modo “allentata”, sono doverose alcune considerazioni.

Riconfermo, intanto, in toto quanto ho scritto nel precedente articolo (cliccare su Volgari violenze verbali): condanna per le irripetibili e volgari parole di Salvatore Perrone, piena e indiscussa solidarietà a Laura Manta!

Al contempo, però, come scrivevo, ciò “non esenta Laura Manta dalle sue gravi responsabilità politiche”.

Così come riconfermo le logiche e ineccepibili considerazioni che esponevo in un precedente articolo (cliccare su Comizio delle opposizioni… e le assurde limitazioni “mantiane”), in cui deploravo la “decisione illiberale e prevaricatrice” della sindaca di ridurre ad un’ora, per la terza volta consecutiva, il tempo richiesto per il comizio dalle opposizioni, compiendo un grave abuso, poiché l’autorizzazione ai comizi non è di sua competenza, ma della Questura (il sindaco deve solo prendere atto e “certificare” che negli orari richiesti ci sia la disponibilità di suolo pubblico e non vi siano altre precedenti richieste).

Ancor più grave poi tale abuso se si consideri che, dopo la richiesta delle opposizioni (v. sotto), è pervenuta al sindaco un’ulteriore richiesta di comizio, per la stessa giornata di domenica 12 febbraio, da parte dell’assessora Monica Marra, in qualità di “coordinatrice del gruppo Collepasso Impegno Comune”, cioè del gruppo di maggioranza, “dalle ore 18.00 alle 19.30”.

La richiesta di comizio delle opposizioni

A parte la stravaganza politica dell’assessora di definirsi “coordinatrice del gruppo”, considerato che coordinatore di un gruppo consiliare è istituzionalmente il capogruppo (in questo caso, il cons. Angelo Gianfreda), assai più grave è stata la “stravaganza” amministrativa della sindaca Manta – in verità, un atto di abuso e un’evidente illegittimità, come lo era stato il precedente alle opposizioni – di concedere l’autorizzazione al suo stesso gruppo per tenere il comizio “dalle ore 18.00 alle ore 19.00” e poi, correggendo, “dalle ore 18.35 alle ore 19.35”.

Sopra e sotto: la richiesta del gruppo di maggioranza (sotto la copia corretta dell’orario)

Al netto della gran confusione di carte e orari, la sindaca aveva solo il dovere di respingere la richiesta del suo gruppo e comunicare che per quell’orario la piazza risultava già occupata da altro gruppo politico che ne aveva fatto precedente richiesta. Invece, la sindaca, ritenendosi forse “Madreterna”, ha concesso ugualmente la piazza al suo gruppo (per cui anche a se stessa per parlare), commettendo un illecito amministrativo e forse anche penale e, al contempo, una grave e inammissibile provocazione politica nei confronti dei consiglieri di opposizione.

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Sulla vicenda, infatti, oggi “ha messo naso” la Digos – acronimo, come noto, di “Divisione investigazioni generali e operazioni speciali” della Polizia di Stato -, che, non so se in modo autonomo, a seguito dell’amplissimo clamore mediatico suscitato dalla vicenda, o su intervento della Magistratura, ha convocato a Lecce i due contendenti nelle giornate di giovedì l’uno e venerdì l’altra per avere ragguagli sull’intera vicenda. Presumo che né l’uno né l’altra ne siano “usciti bene” dall’interrogatorio degli agenti e sottufficiali della Digos: l’uno per le inconsulte frasi dette nel pubblico comizio, l’altra per l’abuso commesso per ben tre volte, che ha provocato poi le “sbroccate” reazioni del “brocco” consigliere di opposizione.

Certo è che i comportamenti della Manta sono stati doppiamente gravi: illegittimi da un punto di vista amministrativo, provocatori da un punto di vista politico.

Laura Manta

Ora che è stato interrotto il “processo di santificazione” della Manta – abilmente avviato grazie ad una spropositata e incredibile “grancassa” mediatica (voluta e promossa da chi e per quali fini?!?) andata oltre i confini comunali e provinciali sino a interessare (o esserne interessate?!?) testate giornalistiche e televisive nazionali – e che le “acque torbide” si sono un po’ chiarite, tutti dovremmo essere più razionali e capaci di ragionare “a mente fredda”.

Ferma rimanendo la solidarietà alla donna sbeffeggiata e offesa, la sindaca si è assunta gravi responsabilità.

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Con i suoi incredibili, illegittimi e provocatori atti amministrativi e politici ha minato fortemente la “pace sociale”, creato divisioni e scontri, istigato reazioni inconsulte, dimostrato ancora una volta di essere inadeguata, strumentalizzato questa vicenda per scopi personali e politici, accettato passivamente che l’intera Collepasso fosse oggetto di “gogna” mediatica a livello nazionale, invece di difenderne il buon nome con una pubblica ed autorevole presa di posizione capace di isolare il gesto dissennato di un solo soggetto dal resto della comunità (aveva ed ha, però, l’autorevolezza e, soprattutto, la “coscienza pulita” per fare ciò?!?). Non solo, ma questa vicenda ha ulteriormente incitato tante “legioni di imbecilli”, secondo l’appropriata definizione di Umberto Eco, a scatenarsi sui social – senza alcuna condanna di sindaca e maggioranza – pieni di livore ed odio, invece di limitarsi, come hanno fatto tanti onesti e civili cittadini, alla doverosa solidarietà verso la donna.

Mi auguro che questa vicenda serva da lezione per il futuro e che Laura Manta capisca, se vuole continuare a mantenere la sua funzione, che un sindaco non può essere di parte, ma deve avere il senso pieno della legalità e del suo ruolo e il dovere di rispettare tutti i cittadini, al di là delle personali posizioni politiche.

Questo non giustifica assolutamente le reazioni e gli “spiriti animali”, seppur originati dai comportamenti della sindaca, che il consigliere Perrone ha poi maldestramente e vergognosamente fatto esplodere nel suo comizio, né in verità l’ignoranza di un amministratore, già sindaco e consigliere/assessore provinciale, circa le modalità e le competenze burocratiche nel presentare richiesta di comizio.

Salvatore Perrone

Ripropongo, comunque, l’inquietante domanda: chi ha avuto interesse e per quali fini a diffondere in modo così capillare il video del vergognoso comizio su tutto il territorio nazionale con ricadute così negative sull’immagine di Collepasso?!?

Non sarò certamente io, rigido alfiere della libertà di parola e di stampa, a condannare o censurare le azioni di certi “apprendisti stregoni” anche nel maldestro uso dell’informazione… ma, come dicevano i latini, “est modus in rebus” (“vi è una misura nelle cose”), aggiungendo ancora: “sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum” (“vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto”).

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Certamente, dopo le prime e immediate reazioni al “fattaccio” e le successive amplificazioni mediatiche, la comunità è rimasta turbata da tutto questo cancan che qualcuno, anzi più di uno, ha originato, voluto e alimentato.

Mi auguro, comunque, che l’intervento della Digos faccia avvertire a tutti la gravità della situazione e imponga a tutti, maggioranza e minoranza, comportamenti più consoni ai loro ruoli pubblici… e che, dato il periodo, non si riduca tutto ad una enorme “carnevalata”.

Giusto per sdrammatizzare un po’, concludo con un messaggio inviatomi nei giorni scorsi da un attento osservatore della vita politica di Collepasso, nonché attento lettore, talora critico, di InfoCollepasso.it, che ha allegato anche il link ad un interessante articolo pubblicato sul sito passaggilenti.com (cliccare su articolo).

Essendo tu – scrive – la causa, secondo la tomistica, della querelle paesana per quel post sulle autorizzazioni dei comizi, hai il dovere di elevare un po’ il dibattito e fare vedere oltre al sangue e alle lacrime, di che cultura “grondi” la nostra cittadina. Lo schiaffo io la paragonerei al lancio del pitale dannunziano. Schiaffo non alla donna, alla madre, ma al Sindaco…. per cui se fossi Salvatore andrei al prossimo comizio con un mazzo di rose per la donna e un mazzo di rape per il Sindaco”.

Mi auguro vivamente che tutta la vicenda si chiuda veramente, civilmente e pubblicamente, con “un mazzo di rose” offerte dal consigliere Salvatore Perrone alla sindaca Laura Manta!

… per il “mazzo di rape” ci penserò io, uno per il consigliere e l’altro per la sindaca: le rape che produco nel mio “Orto colto” sono, a parere di chi le ha assaggiate, eccezionali, saporitissime e, soprattutto, biologiche, “colte” e anche “raccolte al momento” da me medesimo.

Pantaleo Gianfreda


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