“Custos” (“Il custode”), il nuovo cortometraggio di Gino Brotto ambientato e girato nel cimitero di Collepasso

“Custos” (“Il custode”), il nuovo cortometraggio di Gino Brotto ambientato e girato nel cimitero di Collepasso

5 Novembre 2022 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Non spaventatevi se, passando di sera, vi pare di “avere le traveggole” percependo illuminazioni intense, “ribalta di luci”, movimenti “strani”, fugaci agitazioni e poi prolungati e sospetti silenzi nel Cimitero di Collepasso… frenate le vostre paure e fantasie su possibili e segreti riti macabri o “messe nere” o profanazioni di tombe o su macarìe e macàre che si danno convegno a tarda ora… non allarmatevi… non disturbate sindaca e assessori… non mobilitate Vigili, Carabinieri o Protezione civile… è tutto autorizzato… si sta semplicemente girando un film!

Un film?!? … sì, un cortometraggio… “Custos” (“Il Custode”)… naturalmente “horror”… che il regista leccese Gino Brotto sta “girando” nel nostro Cimitero (in prevalenza, ma non solo), scelto come location (anglicismo entrato ormai nel linguaggio corrente per indicare il luogo scelto per l’ambientazione di un film o di uno spettacolo) della sua nuova opera cinematografica.

Abbiamo scelto il cimitero di Collepasso per ambientare le riprese perché è uno dei cimiteri più ben tenuti della provincia”, mi dice il regista, che vado a trovare “sul luogo del delitto” attorniato dalla sua simpatica (nella vita) e macabra (nel film) équipe di attori e collaboratori.

Ero stato di poco preceduto dalla sindaca Laura Manta, recatasi con squisita cortesia a dare il benvenuto a regista e troupe, che, al mio arrivo, vedo da lontano improvvisamente “emergere”, un po’ spettrale, accompagnata all’uscita dal “dominus” incontrastato del cimitero, il sempre attivo/presente Tony Aluisi, che, congedata Miss Mayor, mi prende “in consegna” accompagnandomi verso il simpatico e frizzante incontro con regista e protagonisti. Questi, guarda caso!, “armeggiano” proprio nei pressi della vetusta Cappella di famiglia che mio nonno Quintino fece costruire negli anni ’40 per “riunire in morte” tutta la progenie in saecula saeculorum (la bella foto in copertina e quella sottostante, tratte dal cortometraggio, ne esprimono l’intatta, semplice e suggestiva bellezza).

Sopra (e nel titolo): un frame del cortometraggio

Com’è dolce la sera…” (Marisa Sannia, Festival Sanremo 1971) anche in un cimitero, dove i Giusti si ritrovano sereni e colloquiali in compagnia e “comunione” con le mille e mille “radici” che ogni “lumino” rappresenta per la nostra comunità!

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“… è dolce la sera” quando si ascoltano “cose buone” su Collepasso, quando persino un regista sostiene di aver scelto di ambientare la sua opera nel nostro cimitero “perché è uno dei più ben tenuti della provincia”.

Un bell’assist per l’Amministrazione e la Sindaca, che ha autorizzato le riprese, soprattutto per quella “gran casinista” dell’assessora ai Servizi cimiteriali, Monica Marra, che, ogni tanto e nonostante tutto, merita pure lei un complimento e una gratificazione… sarà pure arruffona, intrigante, “complottista”, ecc. ecc. ecc., ma bisogna darle atto che, almeno per quanto riguarda il cimitero, ci mette tutto l’impegno perché sia pulito e ben tenuto… grazie, per la verità, anche all’utilizzo delle operose “ragazze” che, quali percettrici del reddito di cittadinanza, vengono utilizzate con i P.u.c. (Progetti utili alla collettività) voluti quasi un anno fa dall’assessora alle Politiche sociali e Welfare Eliana Vantaggiato.

Veniamo al film.

Il bravo e simpatico regista non si sottrae alle mie curiosità e persino a certe inevitabili e mordaci battute che le circostanze e il contesto fanno fluire naturaliter

Gino Brotto è un giovane, sperimentato e bravo “regista indipendente” impegnato da anni nella produzione di cortometraggi (per notizie cliccare su cinemabreve/brotto). È già noto anche al pubblico collepassese, poiché il 7 dicembre dello scorso anno fu proiettato, presso l’Auditorium della Parrocchia “Cristo Re”, “Amore eterno”, film da lui diretto e ambientato nelle campagne di Galatina della metà del ‘900 (cliccare su articolo), che vedeva tra i protagonisti il galatinese Dario Pintaudi, divenuto in questi anni “collepassese d’adozione” per l’assidua presenza nel paese e la stretta collaborazione con l’impresa Aluisi, che ora collabora anche nella produzione del film.

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Lo stesso Dario – insieme al leccese Giovanni Manzo, alle galatinesi Maria Luce De Pascalis e Giorgia Portaluri, a Claudio Longo e ad alcuni bambini, senza obliare la direzione artistica di Rita Marra (anche lei di Galatina) – è uno dei protagonisti del nuovo cortometraggio di Gino Brotto. Lo incontro in divisa da guardia giurata e gli chiedo se abbia cambiato mestiere. Invece, è “nella parte” assegnatagli dal regista nel film, il cui emblematico titolo è “Custos” (parola latina che significa “Il custode”).

Il film, ambientato non solo nel cimitero ma anche in altri luoghi di Collepasso, narra, infatti, come mi anticipa il regista, “la particolare vicenda, tra realtà e finzione, di un custode mandato da un Istituto di Vigilanza, cui qualcuno si era rivolto per alcune stranezze verificatosi nel cimitero… poi il vigilante sparisce…”.

Il regista Gino Brotto

Scompare improvvisamente, ma, aggiungo en passant (ho promesso al regista di non raccontare ora tutta la trama), poi riappare…

Dove, come, quando, perché?!? … e l’Istituto di Vigilanza aveva veramente mandato quel custode?!? … e tutte le “strane cose” che accadono?!? … e tutti quei bambini e le tante ombre che solcano il cimitero?!?

… quali arcani misteri si nascondono dietro il tenebroso e reale/virtuale “custode”?!?

Mi fermo qui, al momento… rimandando successivamente, regista permettendo, di accompagnare la curiosità del lettore con qualche altra notizia… in attesa, soprattutto, che il regista termini la registrazione e venga presentata la “prima” del cortometraggio… a Collepasso, naturalmente!

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Intanto, buon lavoro al regista e alla sua troupe!

Pantaleo Gianfreda


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