17 ottobre, Giornata internazionale Onu per l’eliminazione della povertà

17 ottobre, Giornata internazionale Onu per l’eliminazione della povertà

17 Ottobre 2021 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il 17 ottobre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà nel mondo, istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 22 dicembre 1992.

La data non venne scelta a caso. Il 17 ottobre 1987 si tenne, infatti, una riunione spontanea in piazza Trocadero, a Parigi, di circa 100.000 persone. Quella folla immensa si era riunita su iniziativa di Padre Joseph Wresinski e voleva esprimere il suo rifiuto della miseria. Ancora oggi il cuore del messaggio della giornata è racchiuso in queste parole di padre Wresinski: “Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro”.

È un invito, rivolto all’umanità ad unirsi per far rispettare i diritti umani e sradicare la povertà da ogni angolo di mondo.

Nonostante i grandi passi in avanti compiuti negli ultimi anni, la povertà è ancora molto diffusa. Anche in Italia, dove, come noto, il fenomeno si è aggravato in questo brutto periodo pandemico.

Quando ascolto certi politicanti italiani – soprattutto di destra, come Salvini e la Meloni, con l’immancabile Renzi di supporto – “tuonare” contro il Reddito di cittadinanza, introdotto da pochi anni in Italia (buon’ultima, rispetto ad analoghe misure già presenti da decenni in tutti i Paesi europei), e chiederne la cancellazione, mi rendo conto della loro squallida “ferocia” umana e politica. Costoro, “satolli” dei loro stipendi da 15mila euro al mese (ed altro), “sputano” sui poveri solo per squallidi obiettivi elettorali, invece di chiedere maggiore giustizia sociale. Mi auguro che né i cittadini né le altre forze politiche democratiche seguano questi fascisti e sfascisti nelle loro deliranti richieste.

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Una società moderna, civile e avanzata ha il dovere di sostenere in ogni modo e con ogni mezzo chi non ce la fa a vivere… non mi richiamo solo a principi evangelici e cristiani, ma a principi universali di solidarietà e fratellanza. La lotta alla povertà e il sostegno ai poveri è primario dovere di ogni società civile e di ogni vera democrazia!

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite parte proprio dalla povertà.

L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 1 è, infatti, volto a “porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo”.

Ne riporto i contenuti.

Gli indici di povertà estrema si sono ridotti di più della metà dal 1990. Nonostante si tratti di un risultato notevole, nelle zone in via di sviluppo una persona su cinque vive ancora con meno di 1,25 dollari al giorno e ci sono molti milioni di persone che ogni giorno guadagnano poco più di tale somma. A ciò si aggiunge che molte persone sono a rischio di ricadere nella povertà.

La povertà va ben oltre la sola mancanza di guadagno e di risorse per assicurarsi da vivere in maniera sostenibile. Tra le sue manifestazioni c’è la fame e la malnutrizione, l’accesso limitato all’istruzione e agli altri servizi di base, la discriminazione e l’esclusione sociale, così come la mancanza di partecipazione nei processi decisionali. La crescita economica deve essere inclusiva, allo scopo di creare posti di lavoro sostenibili e di promuovere l’uguaglianza.

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Fatti e cifre:

  • 836 milioni di persone vivono ancora in povertà estrema;
  • Circa una persona su cinque nelle regioni in via sviluppo vive con meno di 1,25 dollari al giorno;
  • La stragrande maggioranza delle persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno appartiene a due regioni: Asia meridionale e Africa subsahariana;
  • Elevati indici di povertà sono frequenti nei paesi piccoli, fragili e colpiti da conflitti;
  • Un bambino al di sotto dei cinque anni su sette non possiede un’altezza adeguata alla sua età;

Traguardi:

1.1 Entro il 2030, sradicare la povertà estrema per tutte le persone in tutto il mondo, attualmente misurata sulla base di coloro che vivono con meno di $ 1,25 al giorno;

1.2 Entro il 2030, ridurre almeno della metà la quota di uomini, donne e bambini di tutte le età che vivono in povertà in tutte le sue forme, secondo le definizioni nazionali;

1.3 Implementare a livello nazionale adeguati sistemi di protezione sociale e misure di sicurezza per tutti, compresi i livelli più bassi, ed entro il 2030 raggiungere una notevole copertura delle persone povere e vulnerabile;

1.4 Entro il 2030, assicurare che tutti gli uomini e le donne, in particolare i più poveri e vulnerabili, abbiano uguali diritti alle risorse economiche, insieme all’accesso ai servizi di base, proprietà privata, controllo su terreni e altre forme di proprietà, eredità, risorse naturali, nuove tecnologie appropriate e servizi finanziari, tra cui la microfinanza;

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1.5 Entro il 2030, rinforzare la resilienza dei poveri e di coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi climatici estremi, catastrofi e shock economici, sociali e ambientali;

1.a Garantire una adeguata mobilitazione di risorse da diverse fonti, anche attraverso la cooperazione allo sviluppo, al fine di fornire mezzi adeguati e affidabili per i paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati, attuando programmi e politiche per porre fine alla povertà in tutte le sue forme;

1.b Creare solidi sistemi di politiche a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri e sensibili alle differenze di genere, per sostenere investimenti accelerati nelle azioni di lotta alla povertà.

Sul tema della povertà è noto l’incessante impegno di Papa Francesco, che ha istituito da cinque anni la “Giornata mondiale dei poveri”, che si celebra il 14 novembre.

Nell’occasione, Francesco ha lanciato un forte appello ai cristiani e ai governi di tutto il mondo a intervenire con urgenza. Sul tema cliccare su “I poveri, fratelli e sorelle che ci portano a Gesù”.


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Pantaleo Gianfreda