A Nardò pacchi alimentari del Comune per famiglie disagiate distribuiti da CasaPound. Inquietanti interrogativi ed esposto di Marcello Risi

22 Febbraio 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Marcello Risi

Nel pomeriggio di ieri sono avvenuti a Nardò fatti molto gravi, riguardanti la distribuzione di pacchi alimentari del Comune destinati ai bisognosi distribuiti da esponenti del partito di estrema destra CasaPound.

La gravità dei fatti ha costretto questa mattina l’avv. Marcello Risi a recarsi in Questura a depositare un esposto.

I fatti sono riportati in un comunicato, inviato alla stampa dallo stesso avv. Risi, candidato nell’uninominale della Camera alle prossime elezioni nel Collegio 8 Nardò.

“Nel pieno della campagna elettorale per le politiche – scrive l’avv. Marcello Risi -, a Nardò è in corso una estesa attività clientelare nella Casa Comunale. I pacchi alimentari per le famiglie disagiate vengono distribuiti direttamente da CasaPound. Calpestata ogni regola. Comandano i fuorilegge. Ipotizzabili gravi fattispecie di reato. La democrazia e i princìpi costituzionali presi a sputi.

Nella giornata di ieri, 21 febbraio 2018, si sono verificati nel comune di Nardò fatti molto gravi. Nelle prime ore del pomeriggio alcuni giovani appartenenti alla forza politica CasaPound si sono introdotti nel Palazzo di Città, sotto la guida del leader cittadino del movimento Pierpaolo Giuri, candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Nardò.

I militanti di CasaPound hanno prelevato decine di pacchi alimentari, senza effrazione. L’azione, dunque, è stata presumibilmente favorita da amministratori comunali ed è molto probabile che il sindaco Mellone ne fosse a conoscenza. Parte dei pacchi è stata consegnata ad alcuni cittadini recatisi in Comune nonostante il mercoledì sia un giorno di chiusura degli uffici e, dunque, presumibilmente convocati in precedenza. Decine di pacchi alimentari sono stati poi caricati su automezzi e successivamente consegnati a domicilio. L’operazione ha una connotazione meramente elettorale, tipica di censurabili pratiche clientelari. Molti gli aspetti riconducibili al fenomeno criminoso del voto di scambio, al reato di corruzione elettorale e ad altre ipotesi di reato.

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In sintesi: CasaPound convoca i cittadini nella sede del Comune con messaggi che partono direttamente dal proprio candidato alla Camera; i militanti di CasaPound consegnano i pacchi alimentari ai cittadini in Comune oppure a domicilio, pur trattandosi di pacchi alimentari la cui distribuzione “compete” al Comune; il candidato Pierpaolo Giuri, a pochi metri da uno strategico “gazebo” elettorale di CasaPound, guida le operazioni e chiede il voto.

Qual è in questa assurda e tristissima vicenda il ruolo del sindaco? Quali funzionari del Comune hanno omesso ogni controllo sulla gestione dei pacchi alimentari? Quali funzionari del Comune (se ve ne sono) possono considerarsi complici dell’operato dei militanti di CasaPound? Risultano atti amministrativi adottati contro la legge e tali da ipotizzare il reato di abuso d’ufficio? Il prelevamento dei pacchi alimentari dalla sede del Comune può ritenersi regolare oppure concretizza il reato di furto? Emergono ipotesi di appropriazione indebita?

Ancora: a chi vengono concretamente destinati i pacchi? Perché i militanti di CasaPound agiscono come fossero i padroni del Comune? Come è possibile che fatti così gravi si svolgano nella sede comunale con le istituzioni (politici e funzionari) che lasciano fare, voltandosi dall’altra parte e fingendo di non vedere?

È spregevole che i legittimi bisogni delle persone più disagiate diventino cinico strumento di consenso elettorale. Fino al punto da piegare anche le istituzioni a pratiche clientelari inaccettabili con la complicità del sindaco e probabilmente di altri amministratori e di funzionari”.


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Pantaleo Gianfreda
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