Tra Francia e Grecia

11 Maggio 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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In Francia ha vinto Hollande. Zefiro di speranza per la sinistra. E per l’Europa. Sinora stritolata dall’”asse rigorista” Merkel-Sarkozy. Espressione dell’egoismo dei due Stati europei più potenti. Che ha rischiato e rischia di far saltare l’Europa. Un asse che ha guardato solo alle proprie economie. Non a quelle dell’intera Europa. Senza crescita non c’è sviluppo.Senza crescita c’è disoccupazione. Senza crescita si rischia una vandéa sociale. Senza crescita si rischia un diffuso malessere sociale dagli esiti politici imprevedibili. Lo ha capito Hollande.
Che ha vinto su Sarkozy. Che grande Paese la Francia! Che stile! Grande senso istituzionale, nel nome della “Francia Repubblicana”, tra l’uscente e il subentrante Presidente! Cose inconcepibili in Italia! La destra neofascista di Le Pen ha avuto un grande successo elettorale, ma non influenzerà la politica francese. Il sistema democratico ed elettorale francese “fa sfogare” nelle urne, ma conserva salde le Istituzioni.
Ha votato la Grecia. Ha vinto la protesta. Hanno vinto le ali estreme antieuropee. Un caos. Il sistema elettorale greco ha reso ancor più caotica la situazione politica e sociale in quel Paese. Accanto all’affermazione della sinistra radicale, ma europeista, ha vinto anche una destra neofascista xenofoba ed antieuropea.
In Italia, le elezioni amministrative hanno rappresentato la débacle del PdL e della Lega. Salvo Lecce. Nessun altro partito tradizionale, però, ha vinto. Tutti hanno perso. Chi più, chi meno. Sia chi appoggia Monti. Sia chi si oppone a Monti. Non è vero che il PdL ha perso per il suo appoggio a Monti. Avrebbe perso comunque dopo il deludente ventennio berlusconiano e l’onda degli scandali. Forse ha perso di meno proprio per l’appoggio a Monti. Fosse stato all’opposizione, oggi sarebbe stato completamente cancellato dalla geografia politica italiana. Ha vinto solo Grillo. Non mi piace Grillo. Non mi è mai piaciuto. Ha poco del “profeta”. Molto di “furbo” e di ’”opportunista”. Grillo, però, ha raccolto la protesta e il disagio di tanti italiani. Ed è una fortuna che in Italia la protesta sia stata incanalata da Grillo. E non da destre xenofobe e neofasciste come in altri Paesi europei. Da questo punto di vista, l’Italia “sta meglio” di altri Paesi europei.
In tutta Europa la protesta sociale sta avendo “sbocchi” politici particolari, se non stravaganti. Persino in Germania si sta affermando il partito dei Piraten.
Riuscirà Hollande a dare una scossa salvifica alla Vecchia Europa? E’ l’augurio di tutti.
L’Europa per essere capace di competere con Cina, India e Stati Uniti deve diventare un Paese unito. Avere una politica comune di sviluppo. Abbandonare il rigore e gli egoismi dei Paesi più forti. Mettere “in comune” ricchezza e povertà. Come ha fatto la Germania di Kohl subito dopo la riunificazione.
L’Italia, in questo momento, ha un ruolo fondamentale.
Archiviato Berlusconi, con Monti l’Italia ha ripreso il suo storico ruolo di “terza gamba” dell’Europa. Grazie anche all’autorevolezza, all’esperienza europea e alla competenza dell’attuale Presidente del Consiglio. Hollande e Monti devono agire di concerto per convincere o “costringere” la Merkel ad abbandonare la politica del rigore. Potranno raggiungere due scopi. Ridare fiato e ruolo all’Europea. Spostare l’asse europeo verso il Mediterraneo. Là dove è il vero futuro di tutta l’Europa. Senza una visione strategica complessiva, sia sovranazionale che internazionale, l’Europa rischia di fallire.
Oggi l’Italia ha, però, un “piccolo” problema. La sua frammentazione politica. Ancor più accentuata dopo le ultime elezioni amministrative. Che rischia di accentuarsi maggiormente se si andrà al voto nel 2013 con l’attuale sistema elettorale. Serve una riforma elettorale seria e senza equivoci. Un doppio turno elettorale. Come in Francia. Per dare stabilità e governabilità.
In bilico tra Francia e Grecia, tra stabilità e caos, tra risanamento-crescita e fallimento, l’Italia potrà salvarsi, scegliere di stare veramente in Europa e svolgere seriamente il suo ruolo solo se sarà capace, nei prossimi mesi, di darsi un sistema elettorale serio. E non le solite soluzioni “all’italiana”. Un sistema elettorale che garantisca governabilità e stabilità. Solo in questo modo l’Italia, forse la più europeista tra tutte le nazioni europee, potrà contribuire a costruire con Hollande e con chi ci sta una Europa veramente unita e forte, che svolga nel mondo il ruolo che le compete e garantisca sviluppo e giustizia sociale ai suoi popoli.

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Pantaleo Gianfreda
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