Giovedì 19 giugno

19 Giugno 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Mattinata amministrativa full time. Lascio il Comune che sono quasi le 14.30.

In prima mattinata Giunta “volante”: due delibere per approvare altrettanti tirocini formativi per due studentesse, che ritornano anche quest’anno presso il nostro Comune. Si vede che l’anno scorso si sono trovate bene.

Alcune volte rifletto sulla circostanza che, a differenza di quanto qualcuno vorrebbe far credere e grazie a Dio, la vita vissuta da “dentro il Palazzo” è una vita tranquilla e laboriosa. Almeno per quanto mi riguarda. Ottimo il rapporto con i dirigenti e la stragrande maggioranza dei dipendenti. Il mio solito saluto mattutino per tutti, con un omaggio giornaliero particolare, e, nel mio giro, anche qualche “clic” per spegnere luci… “alla luce del sole” (“Lu Cici Longu facìa lu stessu”, ogni tanto mi ricorda qualcuno! E allora, viva lu Cici Longu!). E poi al lavoro, nella stanza che divido a metà o, se preferite, a due terzi, con il Segretario comunale (siamo “lavorativamente” un “dico” perfetto).

La giornata odierna trascorre nell’interloquire con alcuni Dirigenti e, soprattutto, con diversi cittadini. Anche qui, checché si cerchi di far credere, il rapporto con i cittadini è splendido, corretto, leale e sincero. E umanamente molto positivo. Almeno per me.

Nel pomeriggio, con mio fratello, a Lecce alla 2.a Conferenza economica nazionale della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori). La mia vecchia casa. Quando ancora si chiamava Confcoltivatori (e prima Alleanza Contadini), essendone stato dal 1979 al 1984 presidente provinciale. Tempi splendidi. Mi assale sempre un gran magone quando ricordo quel periodo della mia vita. Con Mario Foscarini. Con Camillo Macrì. Con tanti altri. Tanti ricordi. Tante belle esperienze. Tante conoscenze. Tanto impegno e lavoro per costruire un'organizzazione agricola che, a livello provinciale, diventò tra le più apprezzate. Se, nel 1984, fossi rimasto alla presidenza provinciale della Confcoltivatori e non avessi ceduto alle sirene di Sandro Frisullo che mi volle ad ogni costo nell’allora nuova e giovane segreteria provinciale del PCI (Frisullo, Gianfreda, Maniglio, Pedone, Rotundo), forse la mia vita sarebbe stata totalmente diversa. Non è, però, con i “se”, i “ma” e i “forse” che si può guardare dietro di noi. Una cosa, da quella breve e traumatica esperienza nella federazione provinciale del PCI, diventò chiara: non era nella mia natura “fare il funzionario” di partito; ero, sono e sarò sempre un uomo libero, “un politico anomalo”, come dice un mio anziano amico.

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Per tornare all’Assemblea. Veramente fenomenale. Il mio amico presidente nazionale CIA Giuseppe Politi (è di San Pietro in Lama ed era all’organizzazione regionale durante i “miei anni”) ha fatto le cose veramente “alla grande”. Affollatissima la sala del Carlo V. Un parterre gremito e qualificatissimo. Dalla Commissaria europea all’Agricoltura Mariann Fischer Boel, al nuovo Ministro Luca Zaia (bravo e con le idee chiare questo leghista!), all’assessore regionale Enzo Russo, al presidente della Provincia Giovanni Pellegrino, alla quasi totalità degli assessori all’Agricoltura di tutte le Regioni d’Italia (nell'occasione, si è tenuto a Lecce un incontro tra il nuovo Ministro e la Conferenza degli Assessori regionali all’Agricoltura, presieduta dal nostro Enzo Russo), a tante personalità che sarebbe lungo citare. E poi, televisioni e stampa nazionali e locali a non finire. Insomma, un evento mediatico di grande impatto. Speriamo che sia servito anche per l’agricoltura…

 

Incontro tanti amici e conoscenti che non vedevo da anni, tanti volti, che gli anni hanno modificato… come il mio, d'altronde!

 

Un'ultima curiosità: all'Assemblea c'era anche un vecchio leader sessantottino: Mario Capanna. Sì, proprio lui. Durante un' uscita per fumare, ne approfitto per socializzare. Chiaccheriamo lungamente. Ieri era stato a Galatina per un'iniziativa ed era rimasto a Lecce, per l'assemblea nazionale Cia, di cui, probabilmente, sarà anche socio. Raccontava, infatti, di aver piantato 4 anni fa 200 alberi di olivo nel suo podere… E' un caso quest'attrazione fatale verso la campagna anche da parte di vecchi rivoluzionari?!? E' il richiamo alla purezza delle origini, ai sogni dell'uomo all'alba della sua storia, il "riposo del guerriero", un ritorno nel ventre materno, al profondo senso di "quiete" di Madre Terra…

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Pantaleo Gianfreda