“Gli Enti locali devono occuparsi della scuola”

5 Settembre 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda
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lucreziastellacciUn’interessante intervista alla dott.ssa Lucrezia Stellacci, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Puglia, pubblicata dal “Nuovo Quotidiano di Puglia” di venerdì 5 settembre. La dott.ssa Stellacci sollecita “gli enti locali ad interessarsi finalmente della Scuola”.

A chi, incautamente e “distrattamente”, sostiene che il Comune non deve interessarsi della Scuola, suggerisco di leggere l’intervista alla dott.ssa Lucrezia Stellacci, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, pubblicata dal “Nuovo Quotidiano di Puglia” nel numero dell’odierno venerdì 5 settembre.  Riporto per conoscenza l’incipit dell’articolo a firma di Rosanna Metrangolo:

“Enti locali distratti che non investono nel sapere, scarsissime risorse, troppi istituti con pochi alunni, edifici vecchi e malmessi, una classe docente demotivata, allievi poco stimolati: la somma è un titolo di studio carta straccia. E allora, ben venga il federalismo se questo costringerà le Regioni e gli enti locali ad occuparsi finalmente della scuola. I cittadini potranno giudicare gli amministratori sui risultati conseguiti e confermarli o mandarli a casa. Eccolo, in sintesi, il pensiero di Lucrezia Stellacci, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale. Che punta il dito contro Regione, Comuni e Province, il cui scarso interesse per la scuola, a suo dire, è la causa di molta parte dei guai dell’istituzione in Puglia. E anche della bocciatura della scuola meridionale (e dunque anche la nostra) da parte dello studio Ocse Pisa, che ha fatto dire al ministro Gelmini: la scarsa qualità della scuola del Sud abbassa la media nazionale, i docenti meridionali devono essere formati”.

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Riferendosi alla polemica sui docenti meridionali e sulla sua precedente esperienza in Emilia Romagna, la dott.ssa Stellacci afferma, tra l’altro:

“I docenti hanno tutti gli stessi titoli e superato le stesse prove, poi ricevono dall’esterno meno stimoli dei colleghi del Nord e quindi meno incentivi ad aggiornarsi, a migliorare il bagaglio didattico che stia al passo con i mutamenti della società. I docenti del Nord sono agevolati, ci sono più corsi, gli enti locali sono vicini alla scuola e investono molto nell’istituzione pubblica. Io sono stata cinque anni direttore regionale in Emilia e ho potuto verificarlo. Gli studenti dei Professionali potevano fare stage nelle aziende con i fondi della Regione, visto che le casse della scuola erano vuote”.

Sarei tentato, necessariamente e doverosamente, di commentare le dichiarazioni della dott.ssa Stellacci alla luce delle strane vicende scolastiche collepassesi e di certi comportamenti assai ottusi ed "irrituali"… Mi astengo, per il momento… Mi si permetta, però, una semplice postilla: è strano che proprio ad un’Amministrazione come quella di Collepasso, che sin dal suo insediamento ha dimostrato grande sensibilità ed attenzione verso i problemi della Scuola, venga strumentalmente disconosciuto da certi soggetti, probabilmente all’oscuro dei ruoli e delle competenze istituzionali dell’Ente locale, il diritto-dovere di “interessarsi della scuola”… Probabilmente, costoro non vogliono capire, per pigrizia mentale e/o inadeguatezza culturale o per mancanza di "stimoli" (dal momento che non si preoccupano di "migliorare il bagaglio didattico che stia al passo con i mutamenti della società"), che tra territorio, ente locale e scuola deve esistere uno stretto e doveroso rapporto funzionale, pur nel rispetto di ruoli e compiti specifici.

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Ora che questi basilari concetti li ha rispiegati (non è la prima volta) la Dirigente regionale scolastica, qualcuno se ne convincerà finalmente?!?

 


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Pantaleo Gianfreda