Elly Schlein è la nuova segretaria nazionale Pd: un’aspettata e salutare scossa per la sinistra italiana

Elly Schlein è la nuova segretaria nazionale Pd: un’aspettata e salutare scossa per la sinistra italiana

27 Febbraio 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Elly Schlein

Sorprendente, ma non inaspettata: come definire meglio la vittoria di Elly Schlein, 38 anni, che con il 54% dei consensi nelle primarie conquista la segreteria nazionale Pd contro ogni previsione dei “soloni” (anche di sinistra) della politica ed ogni sondaggio?

Una vittoria sorprendente per chi si appiattisce su una visione statica della politica, considerata “roba da addetti ai lavori” che si fa o “si consuma” nel chiuso delle stanze del potere o degli apparati e da cui i cittadini devono essere “tenuti fuori”. Il risultato delle primarie rappresenta una pesante sconfitta e una clamorosa sconfessione di questa concezione chiusa e settaria, quasi elitaria, di certa politica anche di sinistra, che per sua natura deve essere, invece, sempre in sintonia con i cittadini e il suo elettorato.

Una vittoria non inaspettata, invece, per chi sa leggere i fenomeni della politica “partendo dal basso”, da quello che “sente” il variegato e umiliato popolo della sinistra in questa fase storica, dopo la pesante sconfitta elettorale del 25 settembre, la formazione di un greve governo delle destre e l’elezione della postfascista Giorgia Meloni quale presidente del Consiglio, la prima donna in Italia ad assumere questo importante ruolo.

Mi auguro che questa volta tutti siano in grado e abbiano l’umiltà di “leggere” questo risultato nel suo giusto e, per certi versi, rivoluzionario significato che, per la prima volta nella storia italiana, porta una giovane, brillante e carismatica donna alla guida della sinistra.

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“Leggere” i fenomeni della politica, cioè della “polis” e della società, non dovrebbe essere difficile per chi sa osservare le leggi e i fenomeni della natura.

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”, recita un principio della dinamica che può essere tranquillamente applicato alla politica. Pertanto non sorprende che il “popolo delle primarie” abbia voluto imprimere al Pd una salutare scossa ed una svolta radicale. Quel popolo di sinistra, che, dopo anni ed anni di appiattimento del Pd al centro del potere e dei vari governi che si sono succeduti in questi ultimi anni con politiche sostanzialmente neoliberiste e “consociative”, ha richiamato e riportato questo partito alla sua primaria e vera essenza di partito della sinistra, alla sua originaria e storica identità di rappresentante dei ceti popolari, dei giovani, delle donne, del lavoro sia dipendente che autonomo, delle garanzie per i più deboli, dei “nuovi lavori” che occorre sottrarre alla (il)logica della precarietà e della disumanizzazione.

La sinistra ha il dovere, a mio parere, di essere il “Robin Hood” che “toglie ai ricchi per dare ai poveri”, di redistribuire la ricchezza e costruire una società più equa e solidale, come fanno i veri governi di sinistra, senza timore di colpire chi in questi anni si è maggiormente arricchito con patrimoni miliardari, a scapito della stragrande maggioranza dei cittadini. I dati socio-economici ufficiali rilevano che gli effetti devastanti e congiunti di crisi economica, pandemia, guerre, ecc. si sono riversati e si stanno riversando esclusivamente sui ceti popolari e che la forbice della ricchezza tra questi e i potentati economici si sono ancor più allargati. I ricchi sono diventati più ricchi e i poveri più poveri.

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Su questi temi si dovrà misurare e dare risposte decise Elly Schlein e il nuovo gruppo dirigente nazionale Pd che si formerà nei prossimi giorni.

Stefano Bonaccini, persona e amministratore certamente capace, al quale va dato merito per aver riconosciuto con lealtà e spirito di collaborazione la vittoria della sua ex vicepresidente della Giunta regionale emiliana e l’intelligenza con cui ha saputo “leggere” questa vittoria, rappresentava lo “status quo”, il partito delle Istituzioni, dei sindaci e dei governatori, della gestione del potere come prevalente veicolo di consenso elettorale.

Elly Schlein ha capovolto questo schema ed ha puntato in primo luogo sui cittadini e sulle cittadine come “soggetti sociali” e portatori di interessi reali, che hanno bisogno, da una parte, di tornare a sperare in una società più equa e solidale, secondo i principi storici della sinistra, e, dall’altra, di vedere realizzati questi principi con scelte e politiche concrete, radicali, progressiste e identitarie per una sinistra che deve tornare ad essere tale ed ha il compito storico di “alzare l’asticella” dei diritti per tutti i cittadini, in particolare dei ceti più deboli.

La vittoria di Elly Schlein rappresenta, in questo momento storico, la reazione e la vittoria dell’intelligenza politica collettiva di un “popolo della sinistra” che, al di fuori di schemi preconfezionati e degli apparati, vuole continuare a sperare nel cambiamento e in una società più giusta, equa e solidale.

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Con il voto ad Elly Schlein è questo il segnale che, nel mio piccolo, ho voluto dare insieme a centinaia e centinaia di migliaia di inguaribili sognatori, ottimisti, amanti della “buona politica” e anche di tanti “realisti” che non vedono futuro senza una sinistra profondamente rinnovata.

Speriamo di non subire altre delusioni e auguriamo buon lavoro, tanto impegno ed estrema coerenza ad Elly Schlein!

Pantaleo Gianfreda

I risultati delle primarie in provincia di Lecce


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Pantaleo Gianfreda