Quel “muro di gomma” invalicabile e insormontabile superato dopo venti anni. Lettera ad un… “Angelo Custode”

3 Luglio 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Per anni (quasi venti) mi è sembrato di sbattere contro un muro insormontabile e invalicabile.

Lettere, richieste, ricerche, approfondimenti, diffide, incontri persi nella memoria del tempo.

Il tutto per vedere riconosciuto un mio sacrosanto diritto.

Un muro di gomma – fatto di burocrazia, sordità, superficialità, forse incompetenza e scarsa umanità – su cui puntualmente e periodicamente il mio diritto, seppur mai formalmente negato, rimbalzava senza che mai riuscisse a superarlo.

Poi, dopo anni ed anni di inutili incontri, confronti, promesse, riconoscimenti apparenti, impegni formali, lettere senza risposte, attese, rabbia, scoramento, avvilimento, persino minacciose nubi depressive… quando tutto sembrava perso e l’unica strada percorribile appariva, con grande sgomento personale, quello di ricorrere alla Magistratura per il riconoscimento di un diritto sacrosanto acclarato in modo netto da una Direttiva Europea e dal Parlamento italiano… improvvisamente, grazie ad un amico, incontri sul tuo cammino un Angelo Custode. Una persona normale e seria, quale dovrebbe essere ognuno, soprattutto chi “ha potere” sui cittadini… persino il potere di decidere con un clic il destino di un suo simile… ma a me tale è apparso… un Angelo Custode… che ha deciso di staccarsi dall’empireo del suo ruolo e “si è fatto me”, facendo “suo” il mio diritto, le mie attese e le mie angosce.

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Insieme ci siamo incamminati per l’ultimo tratto della mia lunga via crucis… talora “gementes et flentes in hac lacrimarum valle”, forse per naturale e comune propensione alla com-passione (“cum patire”, “soffrire insieme”) assimilata in anni di identica formazione giovanile. Mi ha così strappato dal “golgota” cui apparivo segnato, facendomi risorgere e aiutandomi a guardare con fiducia e serenità all’“ultimo miglio” che mi attende.

Quando, quella mattina di lunedì 25 giugno, compulsando per l’ennesima volta il mio pin, ho visto gli antichi e “combattuti” otto anni e un mese di “pesanti” contributi lavorativi riconosciuti e accreditati finalmente accanto agli altri sull’Estratto Conto Previdenziale dopo lunghi, tormentati, eterni anni venti, come i continui venti burrascosi che li ha segnati… mi si è “aperto il cuore” e “illuminato l’animo”… il mondo mi è sembrato diverso e diversa la mia vita presente e futura.

Quell’Angelo non ha fatto niente di straordinario. Ha fatto solo il suo dovere. Rispettare e riconoscere i diritti di un cittadino. Come richiede la sua funzione. Eppure, in un mondo in cui persino i diritti più elementari vengono talora negati, a me è apparso straordinario che un Angelo, forse un Arcangelo, non se ne sia rimasto nel suo dorato empireo burocratico, ma si sia “fatto uomo” accanto ad un altro per percorrere insieme quell’ultimo e decisivo tratto di un cammino (un iter, direbbero i latini) iniziato venti anni fa ed oggi, grazie a Lui, finalmente chiuso positivamente.

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Grazie, direttore!

Con stima e riconoscenza, Cordialmente Suo

Pantaleo Gianfreda

Post scriptum

I lettori mi scuseranno se sento il dovere, seppur in modo apparentemente criptico, di esprimere anche pubblicamente attraverso questo mio blog ringraziamenti e riconoscenza ad una persona per me stra-ordinaria e decisiva, che si è battuta, esercitando con decisione il suo ruolo, per farmi finalmente conseguire importanti diritti previdenziali che mi erano dovuti e per cui mi sono tenacemente battuto per circa venti anni.

Non tutto nella burocrazia è “burocratico”. Nell’animo e nella cultura di tanti (credo e spero la maggioranza) dirigenti (come il mio “Angelo Custode”), funzionari e semplici dipendenti pubblici batte umanità, senso del dovere e rispetto per i diritti dei cittadini. Era giusto che ne dessi pubblico riconoscimento.


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Pantaleo Gianfreda