“Il viaggio di Fanny” per la “Giornata della Memoria”

24 Gennaio 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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In occasione della “Giornata della Memoria” celebrata ogni anno il 27 gennaio, “Progetto Cinema 2018” presenta giovedì 25 gennaio (ore 19.30, cinema Ariston) “Il viaggio di Fanny” di Lola Doillon con Léonie Souchaud, Fantine Harduin, Jiuliene Lepoureau.

Il film (94’, drammatico/storico), basato su una storia vera, è stato realizzato in Francia con il supporto della Fondazione per la memoria della Shoah ed è uscito in occasione della Giornata della Memoria 2017. Racconta la vicenda della 13enne Fanny, delle sorelline e di un gruppo di altri bambini francesi di origine ebrea nascosti in campagna dai genitori durante la seconda guerra mondiale per sfuggire ai rastrellamenti nazisti e poi, quando la situazione precipita, costretti a scappare da soli tra i boschi per trovare la salvezza in Svizzera.

Fanny Ben-Ami, la regista e la giovane protagonista alla presentazione del film

Fanny Ben-Ami, che oggi ha 86 anni e vive a Tel Aviv, ha narrato la sua esperienza in un romanzo autobiografico che la regista Lola Doillon ha voluto portare sullo schermo. Ne è nato un film in grado di parlare ai più giovani (“l’Olocausto raccontato ad altezza di bambino”) e di metterli in guardia su quanto è successo e sui rischi del presente, “un viaggio emozionante sull’amicizia e la libertà raccontato attraverso gli occhi dei bambini che consentirà soprattutto ai giovani spettatori di comprendere più a fondo il dramma della guerra e della persecuzione razziale”.

Papa Francesco ad Auschwitz nel luglio 2016

Vogliamo dire alle nuove generazioni: state attenti a quel che è successo, non dimenticatelo e non riducetelo”, è il messaggio dell’86enne Fanny Ben-Ami.

Bambini nel campo di Auschwitz

Un messaggio simile a quello della coetanea Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto, che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato nei giorni scorsi senatrice a vita nella ricorrenza della Giornata della Memoria. A 13 anni, il 30 gennaio 1944, Liliana Segre venne deportata dal famigerato “binario 21” della stazione di Milano Centrale nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau da cui fu liberata il 1° maggio 1945.

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Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza – dice la neosenatrice – e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”.


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Pantaleo Gianfreda