Portale masseria Grande: “cadono” le settecentesche colonne … “cade la faccia” di Gabellone-Menozzi

22 Ottobre 2015 Off Di Pantaleo Gianfreda
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22.10.15-1Sono “cadute” le settecentesche colonne del portale della masseria Grande… Sogghignano le “maschere carnevalesche” di Gabellone e Menozzi… Che scempio! Che vergogna! Che non-senso! Che barbarie!
Per un capriccio inverecondo di qualche politicante e burocrate da strapazzo, è stato violato, violentato e abbattuto – per decisione della Provincia -, dopo quattrocento anni dalla sua costruzione, il portale della settecentesca masseria, nonostante il vincolo del Piano Paesaggistico Territoriale regionale!
I lavori della costruzione del rondò, ripresi a fine luglio dopo tante proteste, potevano tranquillamente proseguire e terminare senza intaccare la storica recinzione della masseria. E invece, no!

Martedì 21 ottobre, inizia la demolizione delle colonne...

Martedì 21 ottobre, inizia la demolizione delle colonne…

Dispettucci miserevoli e devastanti di pover’uomini, ignobili connivenze di miseri e inetti amministratori hanno portato a stravolgere il paesaggio che da secoli dominava la collinetta dove è situata la masseria Grande, lungo il tragitto da/per Maglie e Gallipoli.
Chi e cosa hanno impedito alla Provincia di spostare di qualche metro la costruzione del rondò e salvaguardare le settecentesche colonne, come pure aveva richiesto la stessa Amministrazione comunale (oltre che, ripetutamente, l’opposizione) con atti ufficiali? Chi e cosa hanno convinto l’imbelle e inutile Menozzi a cedere e barattare la salvaguardia del suo territorio con un improbabile “piatto di lenticche”?

... scendono dal cielo lacrime per il barbaro scempio...

… scendono dal cielo lacrime per il barbaro scempio…

Circa 50 anni fa, quando gli amministratori provinciali dell’epoca decisero di sistemare la strada e costruire l’incrocio canalizzato esistente sino agli odierni lavori, si avvertì la sensibilità di salvaguardare l’ingresso monumentale, spostando la costruzione dell’incrocio e lasciando intatto il breve tratto (poi diventato strada di servizio) dell’antica strada costeggiante il muro di cinta. Eppure, in quell’epoca non c’era l’odierna sensibilità ambientale. Né c’erano PUTT, PPTR e altri strumenti di salvaguardia ambientale e paesaggistica. I ‘60 erano anni tristi di speculazione e saccheggio del territorio (basta pensare alla distruzione, in quegli anni, del nostro bosco, allora esteso oltre dodici ettari). Eppure, quegli amministratori provinciali ebbero la sensibilità, il buon senso e la sagacia di non abbattere un’antica testimonianza di architettura rurale.
Ciò che non osarono fare negli anni ’60 quegli uomini, lo hanno fatto oggi gli attuali amministratori provinciali e comunali, sedicenti ambientalisti a fasi alterne…

Mercoledì 21 ottobre, proseguono i lavori di demolizione

Mercoledì 21 ottobre, proseguono i lavori di demolizione

Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini” (“Ciò che non fecero i barbari, l’hanno fatto i Barberini”): l’amara invettiva contro la “nobile” famiglia romana Barberini, che aveva saccheggiato opere d’arte che nemmeno gli invasori barbari avevano osato toccare, ben si adatta ai moderni “barberini” di casa nostra!
Chi e cosa hanno impedito alla Provincia di ridimensionare il progetto o allargarne la realizzazione alla contigua, vasta e abbandonata area dove un tempo vi era un deposito di auto usate? Forse il fatto che quell’area risulti oggi appartenere ad un parente del presidente Gabellone?!?
Al di là di ogni logica e del più basilare buon senso, al di là di progetti veri o presunti, al di là di sofismi e discutibili atti amministrativi… rimane incontestabile lo scempio che da oltre due anni la Provincia di Gabellone, con la connivenza di Menozzi, ha compiuto in quell’area e l’ulteriore ed ignobile violenza compiuta in questi giorni con l’abbattimento delle monumentali colonne masserizie. Speriamo che sia l’ultimo oltraggio a Collepasso e al suo territorio! Auguriamoci, per il bene di Collepasso, che questa imbelle Amministrazione comunale se ne vada a casa tra sette mesi. Su questa vicenda Gabellone e Menozzi hanno totalmente “perso la faccia”, nonostante le loro pagliacciate propagandistiche!

22 ottobre, completata l'opera di demolizione...

22 ottobre, completata l’opera di demolizione…

Quale logica ha guidato le scelte della Provincia con la complicità di un sindaco inutile e dannoso? Che senso ha demolire un manufatto storico per poi ricostruirlo a pochi metri di distanza? Che senso ha spendere inutilmente decine di migliaia di euro in più? Soldi, tra l’altro, che non erano previsti nel progetto per la realizzazione del rondò e che si sono dovuti “pescare” da altra fonte finanziaria. Che senso ha quest’inutile spreco di denaro pubblico? Che senso ha aver violato i più basilari principi della Pubblica Amministrazione – perché, checché ne dicano lorsignori, i loro atti amministrativi sono anomali, inconsulti e contraddittori – per perseguire un risultato, che è solo un atto di violenza contro il nostro territorio e il nostro paesaggio rurale?
Non c’è logica, non c’è razionalità in questa barbarie voluta dai “gemelli barberini” Gabellone e Menozzi.
Nella grigia giornata di martedì scorso, che aveva visto l’inizio dei lavori di abbattimento del settecentesco portale, anche il cielo, di fronte a così barbaro scempio, si era messo a piangere… Pioveva a dirotto quel giorno, soprattutto nel pomeriggio… ed ha continuato a piovere sino ad oggi, quando le colonne sono state definitivamente abbattute…. come se anche da lassù qualcuno abbia voluto versare lacrime continue sulle miserie umane dei tanti gabelloni e menozzi che continuano ancora, purtroppo, a governare indegnamente i nostri belli e martoriati territori… tanto belli, da spingere a irrazionali pulsioni di violenza “omuncoli” che meriterebbero il definitivo ostracismo dalla comunità civile!!!

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22.X.15


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Pantaleo Gianfreda