“Aveva una casetta piccolina in Canada e tutte le ragazze che passavano di là dicevano ‘Che bella la casetta di Fellozzi in Canada!’”

12 Marzo 2013 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Casetta CampoQuando Fellozzi vedete solo per la città forse voi penserete dove girando va. Solo, senza una meta. Solo… ma c’è un perché. Aveva una casetta piccolina in Canada con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà, e tutte le ragazze che passavano di là dicevano: ‘Che bella la casetta di Fellozzi in Canada!’”.

Così – tanto per “sollecitare” e “facilitare”!!! -, canta tutti i giorni Gino Mastrilla affacciandosi dal terrazzo posteriore della sua casa, ammirando la “casetta piccolina” fatta costruire dal suo amico Martin Fellozzi e nascosta ad occhi indiscreti da un alto muro…

In un lontano e ridente villaggio canadese della catena montuosa degli Appalachi, che dagli Stati Uniti si spinge fino al Canada orientale, Martin Fellozzi, infatti, ha costruito mesi fa, in una verde (seppur sintetica) prateria chiusa dalle colline, una “casetta piccolina”… una “casina bellina”, ma sempre chiusa… una “casina chiusa”, insomma… ovvero, dato il destinatario finale (o “consumatore finale”, come direbbe tal Niccolò, celebre “vampiro della Transilvezia”), una “casa chiusa”…

Qualcuno, infatti, date le simpatie politiche di Fellozzi, sospetta che egli abbia da tempo preparato un rifugio sicuro per un nano europeo straricco di nome Berlus, criminale incallito, corruttore sguaiato e indecente, che pare abbia commesso misfatti di ogni genere in una lontana terra del vecchio continente. A causa dei suoi misfatti e delle sue continue “orgettine”, pare che il nano Berlus sia inseguito dai “bocassini” della celebre squaw guerriera “Capelli Rossi”, che ha giurato di far pagare al nano i suoi misfatti e, soprattutto, tutti i torti fatti alle donne.

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Si sa che i nani, come cantava Zì André, “siano i più forniti della virtù meno apparente, fra tutte le virtù la più indecente” e che spesso “la maldicenza insiste fino a dire che un nano è una carogna di sicuro perché ha il cuore troppo, troppo vicino al buco del ….”.

Certo, non tutti i nani sono carogne, ma il nano Berlus lo è di sicuro… perché, oltre al “buco del ….”, “ha il cuore troppo, troppo vicino“ ai suoi paradisiaci (e afrodisiaci) miliardi, che egli usa senza criterio e ritegno per comprare e “comprarsi” tutto quello che gli serve… persino – sostengono altri “Capelli Rossi” – alcuni giudici e alcuni c.d. “scilipoti degregorizzati”, una razza particolare di “crociati” che “lottano” e “si sacrificano” per la “libertà” del Nano e da questo “pileurotati” per i suoi esclusivi interessi…

Dopo una incauta scorpacciata di uva “verzaiuola” che gli ha procurato una fastidiosa “uveite”, il Nano è stato costretto a rinchiudersi momentaneamente nell’amichevole e per lui agiato forte di San Rafé, “ammalato” a causa di una suite di 200 metri quadri in cui alloggia con annessa sala riunioni, attorniato dai suoi fedelissimi, con i quali si intrattiene per lunghe ore in riunioni e strategie “di fuga”, e difeso da alcuni noti malfattori presi dal San Rafé in “fitto” momentaneo dalle patrie galere, poiché godono di una particolare, seppur effimera, “franchigia”, che dicono si chiami “scudo parlamentare”. Sono, insomma, i suoi “scudieri” e i suoi “e(u)roi” (cioé, “eroi” che “funzionano” ad euro)…

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Si ha il fondato sospetto, però, che, da un momento all’altro, il nano Berlus venga catturato dai tanti “Capelli Rossi” che lo cercano e venga tradotto nelle patrie galere… perché, oltre alle tante “olgettine” per innocenti “orgettine”, pare abbia approfittato anche di una “vergine” egiziana minorenne pagata in rubly, si sia appropriato indebitamente di un impero mediatico con il quale ha costruito un mondodori, abbia persino “euroscilipilotato” un parlamento per difendere il suo impero e i suoi interessi privati e politici, ecc. ecc.…

Da un momento all’altro, perciò, nonostante i tanti “galeotti” che lo circondano e lo difendono, rischia di essere tradotto lui stesso nelle patrie galere… salvo che…

Salvo che non se la svigni in incognito e si ritiri presso l’amico Gheddafi o presso lo “zio” Mubarak… Scusate… questi sono già out…!!! Salvo che, in estrema ratio, qualcuno gli trovi un nascondiglio lontano e introvabile… come, ad esempio, la “casetta piccolina” ad “altezza di nano” che il previdente amico Fellozzi gli ha preparato da tempo alle spalle del terrazzo di Gino Mastrilla, dove, lontano da occhi indiscreti e dalla furia di “Capelli Rossi”, il nano criminale Berlus potrà nascondersi, amorevolmente accudito e protetto dai tanti mastrilli, mandrilli e fellozzi… 

Post scriptum

Giusto per tornare alle “cose di casa nostra”, mi permetto di pubblicare, sebbene potrebbe non centrare niente con l’articolo, la risposta, concordata con l’assessore allo Spot Luigi Felline, che Paolo Menozzi (ndr: Felline e Menozzi non hanno, naturalmente, niente in comune con il Fellozzi dell’articolo!!!), diede in occasione di una mia interrogazione consiliare sul campo sportivo…

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Naturalmente, nessuna delle promesse fatte e messe per iscritto tre mesi fa è state mantenuta…

Ad oggi, infatti, non si riesce a vedere (nemmeno con il binocolo) la realizzazione di alcun “scaldacqua di accumulo di 500 lt alimentato a metano” né la “revisione ed implementazione della rete di recinzione ed implementazione delle rete di recinzione interna” né la “sistemazione pavimentazione esterna ai locali spogliatoi” né la “manutenzione dell’impianto di irrigazione con implementazione di adeguata pompa” né, tantomeno, i nuovi “organi illuminanti” per i fari che “saranno sostituiti a breve” (come scriveva Menozzi tre mesi fa, ma che non sono stati mai sostituiti) o i nuovi “magazzini” per le squadre, ecc., ecc., ecc.

Niente di quanto promesso è stato fatto, salvo che tali lavori siano stati realizzati nella “fantasia” di qualcuno, come risulta per i lavori di “pitturazione interna di tutti i locali adibiti a spogliatoio arbitri, atleti e infermeria”… lavori che risultano fatti solo “sulla carta” e persino pagati, ma mai effettuati…

L’unica speranza per noi è che il nano Berlus, invece di andarsene in Canada, venga a rifugiarsi nell’altra strana “casetta piccolina”, chiusa ed inutilizzata, collocata da mesi all’interno del Campo sportivo comunale di Collepasso e “costruita” non si sa a quale scopo (forse per il cane di Felline?!?) oppure – e forse sarebbe meglio per questo paese – che la guerriera squaw “Capelli Rossi” si facesse una “passeggiata” a Collepasso e guardasse le carte e le azioni di questa amministrazione bugiarda e “fuorilegge”…

 

 

Campo sportivo Risp. Menozzi

 

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Pantaleo Gianfreda