Ordinanza di demolizione per le opere abusive della “villetta” di Salvatore Perrone

1 Agosto 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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E’ stata finalmente emanata, dopo lunghe vicissitudini e polemiche, l’ordinanza di demolizione per l’ormai famosa abitazione in località “Sant’Anna”, per la quale nel 2005 era stata richiesta la concessione edilizia come “deposito agricolo con annessa abitazione rurale” e, nel tempo, trasformatasi abusivamente in spaziosa e lussuosa villetta di civile abitazione.

Seppur lentamente e tardivamente, è giunta così al suo doveroso epilogo la clamorosa vicenda della villetta abusiva in cui da molti mesi abita con la famiglia l’ex sindaco ed ex consigliere comunale Salvatore Perrone, ex assessore provinciale ed attuale consigliere provinciale nella maggioranza di centro-destra di Antonio Gabellone.

Con Ordinanza n. 24 del 30 luglio 2012, depositata e notificata il 31 luglio, il Dirigente dell’Ufficio Tecnico ha ordinato a Serra Giuseppina, Perrone Addolorata e Perrone Salvatore, “in qualità di proprietari ed eredi del defunto Perrone Paolo, di provvedere alla demolizione delle opere di cui sopra ed al ripristino dello stato dei luoghi entro novanta giorni dalla data di notifica del presente provvedimento e, con l’avvertenza che, in caso di inottemperanza, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive, saranno acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune”.

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Nell’ordinanza si fa riferimento agli interventi eseguiti “in totale difformità o con variazioni essenziali” rispetto all’originario permesso di costruire. Essi sono così dettagliati: 1) “Il locale deposito attrezzi agricoli non è stato realizzato e al suo posto sono stati realizzati n. 5 vani di cui tre con impianto idrico e fognante (tutti annessi a quello che doveva essere il fabbricato rurale)”; 2) “L’intero fabbricato risulta più grande di quello autorizzato, “Deposito agricolo con annessa abitazione rurale”, di complessivi mq. 34,54”; 3) “Allo stato dei fatti il fabbricato non può essere classificato “Deposito agricolo con annessa abitazione rurale” perdendo anche i benefici usufruiti di cui all’art. 17 comma 3 lett. A) e in difformità del Permesso di Costruire n. 51 del 26.09.2005”.

Se non si procederà alla demolizione (assai problematica ed improbabile) delle tante opere abusive, il fabbricato e l’intera area verranno acquisite “di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune”.

La vicenda della casa abusiva è ampiamente nota.

Sin dall’insediamento dell’attuale Amministrazione di centro-destra, “creatura” di Salvatore Perrone, fu presentata una dettagliata interrogazione sull’intera vicenda da me e dal cons. Vito Perrone, avendo precedentemente seguito la pratica nella mia qualità di assessore all’Urbanistica. Le “fughe” dal Consiglio del sindaco Paolo Menozzi, le sue figuracce, le sue reticenze, le sue omissioni (si è rifiutato persino di accertare, su mia ufficiale richiesta, l’effettiva residenza del Perrone, formalmente residente ancora in via C. Pesce) e i suoi imbarazzati silenzi; le “sceneggiate” del vicesindaco Rocco Sindaco (“uomo di fiducia” di Perrone nell’Amministrazione) e i suoi tentativi di condizionare pesantemente l’Ufficio Tecnico con comunicazioni illegittime, minatorie e concussive, per le quali l’opposizione di centrosinistra aveva chiesto le dimissioni dell’incauto e irresponsabile vicesindaco; le tante polemiche e i tanti “distinguo” pretestuosi da parte di improvvisati e approssimati “azzeccagarbugli” per una ipotetica e insostenibile “privacy” (!!!) della vicenda (incredibile… ma, come dice il proverbio, “la madre degli stolti è sempre incinta”!!!); la connivenza e i silenzi di tanti anche nella stessa maggioranza; l’indignazione e lo sconcerto dei cittadini onesti per una vicenda scandalosa ed inqualificabile… tutto ciò ed altro fanno parte di un recente “vissuto” amministrativo che suscita oggi enorme imbarazzo nell’attuale maggioranza, vergogna nell’intera comunità e rabbia in tante persone che nel passato hanno dovuto pagare senza batter ciglio oblazioni stratosferiche per piccoli abusi.


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Pantaleo Gianfreda
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