Le mie dimissioni da assessore contro “la macchina del fango”

8 Marzo 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ho presentato questa mattina al protocollo del Comune una lettera indirizzata al Sindaco, al Segretario Comunale, al Prefetto, al Presidente del Consiglio Comunale e ai Capigruppo consiliari in cui comunico la mia decisione di dimettermi da assessore. La “macchina del fango”, da sempre così aggressiva nei riguardi della mia persona, ha avuto in questi giorni una accelerazione prepotente, particolarmente invereconda e “libidinosa”. “Quello che è certo – come dice Roberto Saviano – è che la macchina del fango non si fermerà. A tutto questo si risponde non sentendosi migliori, ma, con tutte le nostre debolezze e i nostri errori, sentendosi diversi”. Ed io sono “diverso”…


Ho presentato questa mattina al protocollo del Comune una lettera indirizzata al Sindaco e, per conoscenza, al Segretario Comunale, al Prefetto, al Presidente del Consiglio Comunale e ai Capigruppo consiliari in cui comunico la mia decisione di dimettermi da assessore.
Di seguito il testo integrale della mia lettera.
 
Ill.mo Sig. Sindaco,
 
con la presente mi dimetto dalla carica di assessore comunale.
Come a Lei noto, la mia azione politica e amministrativa è stata sempre improntata al rigoroso rispetto della legalità e finalizzata alla crescita democratica, civile e sociale della comunità.
Nei miei lunghi anni di attività politica, pur avendo rivestito alcuni ruoli di rilievo e avendo avuto la possibilità di rivestirne maggiori, non ho mai coltivato ambizioni personali né mi ha mai irretito la “lussuria” del “potere”. I miei tanti errori e le tante illusioni sono solo il frutto di un’accentuata e genuina passione politica, l’idea di una politica che sia, incarni e produca “carità”.
Come testimonia la vita spartana che conduco, non ho mai teso all’arricchimento personale, essendo il “vil denaro” categoria estranea alla mia concezione di vita, ma solo “strumento necessario” per vivere decorosamente. Gli unici obiettivi ed ambizioni di “arricchimento” sono stati e sono quelli culturali, umani, politici, civili. Ho sempre e solo tutelato e sviluppato interessi pubblici e collettivi e persisto nella mia giovanile scelta di intendere la politica come “servizio” e “missione”, sforzandomi di indicare e dare esempi di “buona politica”.
Questo mio modo di intendere e vivere la politica turba e “disturba” molti, ha reso e rende inquiete ed irrequiete tante cattive coscienze.
La “macchina del fango”, da sempre così aggressiva nei riguardi della mia persona, ha avuto in questi giorni una accelerazione prepotente, particolarmente invereconda e “libidinosa”.
In riferimento ad un’indagine della Magistratura e in piena sintonia con il rossiniano “venticello della calunnia”, che, prima “sussurrando” e “sibilando” e poi “come un colpo di cannone fa l’aria rimbombar” e “ti fa d’orror gelar”, sono state diffuse alla stampa, accanto a “brandelli” di verità, notizie gravi e prive di fondamento, che hanno capziosamente e indebitamente coinvolto anche la mia persona e il mio ruolo amministrativo. Si è detto e scritto di un infondato “scempio fotovoltaico” e di un inesistente “parco fotovoltaico” a Collepasso, in località “Manimuzzi”. Un “palese sciacallo” politico regionale ha persino fantasticato che “nelle campagne di Collepasso si sono realizzati impianti fotovoltaici per 6 megawatt complessivi”. Ed altro ancora.
Quello che più addolora è che sia stata ignominiosamente indicata “al pubblico ludibrio” una famiglia, a me cara, di onesti e onorati lavoratori, di professionisti specchiati e di giovani irreprensibili, al solo scopo di colpire l’Amministrazione e, in particolare, la mia persona.
Mi fa amaramente riflettere un “particolare mediatico” su una luttuosa e contestuale vicenda. Riguarda un soggetto, ben noto alle Forze dell’ordine, che, a seguito di un incidente stradale sulla Maglie-Collepasso, ha causato la morte di un anziano e il ferimento di altre tre persone. In nessuna cronaca ho letto il nome di un siffatto criminale. Persone oneste, stimate e onorate sono state, invece, “sbattute” in prima pagina con nomi e cognomi, alla stregua di volgari malfattori.
Mi vergogno ed ho paura di uno Stato che non sia in grado di tutelare le persone oneste ed è, talora, omissivo e remissivo nei confronti di delinquenti di ogni risma.
Lei, caro Sindaco, è a conoscenza dei miei irreprensibili e trasparenti comportamenti amministrativi su questa come su ogni vicenda amministrativa. Questo e la Sua fiducia potrebbero essere sufficienti per continuare nella mia funzione amministrativa.
La trasparenza della mia azione amministrativa, l’indignazione e il dovere di reagire a questa vergognosa “macchina del fango” mi inducono, però, alla decisione di dimettermi.
L’accanimento con il quale squallidi e loschi personaggi della “cattiva politica” locale, responsabili di inaudite nefandezze, continuano ad infangare ignominiosamente il mio nome e il mio onesto e generoso impegno amministrativo mi induce a gridare “Basta!”.
Il mio grido non è una rinuncia.
E’ un impegno a continuare nella battaglia per la legalità e contro i veri “malaffari” di questo paese, di cui è principale esponente e interprete il facinoroso ex sindaco, attuale assessore provinciale.
E’ un impegno per impedire che il malaffare e la “cattiva politica” ritornino “al potere”.
E’ un impegno perché la “primavera” e la speranza ritrovata di tanti giovani collepassesi non vadano disperse e deluse.
Confido nell’affetto, nella stima e nell’intelligenza dei tanti cittadini.
Mi auguro di poter riprendere ad avere piena fiducia nella Magistratura. Una Magistratura che applichi realmente il principio della “legge uguale per tutti”.
Confido che le mie denunce e le tenaci e poco comprese battaglie per ripristinare pienamente la legalità in questo paese siano finalmente considerate e fatte oggetto di seria attenzione.
Roberto Saviano ha scritto recentemente un bellissimo articolo: “Quel fango su tutti noi”.
Amo Saviano e mi piace concludere con alcuni stralci delle sue efficaci parole.
“… Bisogna fare uno sforzo – scrive Saviano – che coincide con l’ultima possibilità di non subire la barbarie. Perché, come sempre accade, il fango arriva… L’obiettivo è un messaggio semplice: siete tutti uguali, siete tutti sporchi… La macchina del fango cerca di capovolgere la realtà, la verità…
Ho imparato – conclude Saviano – a studiare la macchina del fango dalla storia dei regimi totalitari, come facevano in Albania o in Unione Sovietica con i dissidenti. Nessuno chiamato a rispondere a processi veri, ognuno diffamato, dossierato e condannato in ogni modo per il solo raccontare la verità. Nelle democrazie il meccanismo è diverso, più complesso ed elastico. Quello che è certo è che la macchina del fango non si fermerà. A tutto questo si risponde non sentendosi migliori, ma, con tutte le nostre debolezze e i nostri errori, sentendosi diversi”.
Io, signor Sindaco, con tutte le mie debolezze e i miei errori, mi sento “diverso”…
Per questo La prego, in questa “Giornata della donna”, che rivendica dignità e rispetto, di accettare le mie dimissioni, ringraziando per la piena fiducia che Lei mi ha sempre accordato e che io, da consigliere, continuerò ad accordarLe.
Auguro a Lei e all’intera Amministrazione buon lavoro.
 
Cordialmente.
 
Pantaleo Gianfreda

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Pantaleo Gianfreda
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