King George

7 Dicembre 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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King George

A quiet power broker”, un mediatore dalla forza tranquilla. “Qualcuno ha cominciato a chiamarlo semplicemente Re Giorgio per la sua maestosa difesa delle istituzioni democratiche e il ruolo straordinario, anche se dietro le quinte, giocato nel rapido passaggio dal governo di celluloide di Silvio Berlusconi a quello tecnocratico di Mario Monti … Nel mondo capovolto dell’Italia di Berlusconi, Napolitano è emerso come l’anti-Berlusconi … è arrivato a essere visto come l’incarnazione di un’Italia diversa, un’Italia di virtù civiche”.

Il New York Times rende omaggio incondizionato al Capo dello Stato italiano. Come tanti altri giornali stranieri. La coppia Napolitano-Monti fa risalire la fiducia verso l’Italia. Non tutti condividono le misure economiche e sociali di Monti. Tutti, però, prendono atto che oggi l’Italia è guardata in maniera diversa. E’ bastato che il Grande e Indecente Buffone andasse via. E’ bastato che l’Italia fosse affidata nelle mani di persone serie.
Sembra tanti secoli fa quando qualcuno rideva di noi. Era solo ieri. Come dimenticare i risolini di Sarkozy e Merkel? Oggi nessuno più ride dell’Italia. Reinvitata, finalmente, ai summit che contano. Ritornata ad essere uno dei fondatori dell’Europa.
Non so se questi 17 anni berlusconiani saranno raccontati ai bambini di domani alla stregua di una favola. Come ha fatto Benigni l’altra sera in Tv. Certamente è finita una brutta favola per l’Italia. Come se d’incanto l’Italia e gli italiani si fossero svegliati da un sonno drogato. Da un film irreale. Improvvisamente l’Italia sembra tornata normale. Con un carico enorme e aggravato di problemi. Mago Silvian ne aveva occultato persino l’esistenza. Ora sono lì. Un macigno da rimuovere. E’ l’impegno gravoso e impopolare dell’attuale Governo.
Se l’Italia non ha subito il destino violento di altri Paesi del bacino del Mediterraneo, il merito è di Giorgio Napolitano. “A quiet power broker”. Un presidente che gode oggi del consenso dell’84% degli italiani, che a lui guardano “come alla guida della nave dello Stato”. Incarnazione di “un’Italia diversa, un’Italia di virtù civiche”. Perché l’Italia non è solo Berlusconi. Che sembra un ricordo ormai lontano. Che aveva promesso “mari e monti” agli italiani. E ha portato, invece, l’Italia sull’orlo del baratro. Per fortuna c’era Napolitano. Per fortuna è arrivato Monti.
L’Italia è anche Napolitano. Soprattutto Napolitano. L’ex “comunista preferito” da Kissinger. Politico esperto e autorevole. Uomo rigoroso e serio. L’ex comunista migliorista che tanti (pochi, per la verità) di noi ex comunisti sognavano ieri segretario nazionale del PCI.
Avvenne alla morte del grande Enrico. Nel 1984. Ero tra coloro che auspicava la svolta socialdemocratica o laburista del PCI. L’elezione a segretario nazionale di Napolitano o Lama. L’apparato burocratico nazionale (tra questi D’Alema) decise diversamente. Optò per il buon, ma opaco, Natta. Una grande occasione persa per quel partito. Una grande occasione persa per l’Italia in quegli anni.
Ma i veri “cavalli di razza” si vedono sulle lunghe distanze. Ieri solitario (o quasi) nel suo partito. Oggi Napolitano giganteggia per la sua statura politica e morale. Mentre i Berlusconi e i D’Alema veleggiano lontani… con l’augurio che attracchino definitivamente in porti caraibici e vi rimangano per sempre.
Onore a Giorgio Napolitano!

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Pantaleo Gianfreda
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