Via libera del Tar al parco fotovoltaico

14 Marzo 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Respinto il ricorso contro l’impianto che dovrebbe occupare 17 ettari di terreno nella Zona industriale di Collepasso. Da una sentenza del Tar di Lecce (presidente Aldo Ravalli) depositata lo scorso 11 marzo scaturirà la realizzazione nella zona industriale di un parco fotovoltaico fra i più estesi in Italia e che in Puglia sarà secondo solo a quello di Brindisi. Il progetto è dell’Italgest dell’imprenditore Paride De Masi che a Collepasso utilizzerà un lotto di ben 17 ettari.

Da una sentenza del Tar di Lecce (presidente Aldo Ravalli) depositata lo scorso 11 marzo scaturirà la realizzazione nella zona industriale di un parco fotovoltaico fra i più estesi in Italia e che in Puglia sarà secondo solo a quello di Brindisi. Il progetto è dell’Italgest dell’imprenditore Paride De Masi che a Collepasso utilizzerà un lotto di ben 17 ettari.

Il Tar si è pronunciato sull’inammissibilità di un ricorso proposto da un cittadino che contestava il procedimento per la realizzazione del “parco” fotovoltaico per la produzione di 5,4 megawatt di energia solare per il quale l’Italgest ha già ottenuto l’Autorizzazione unica regionale alla costruzione ed all’esercizio dell’infrastruttura energetica.

In buona sostanza il Tar ha accolto la tesi dell’inammissibilità del ricorso sostenuta dall’avvocato Giuseppe Mormandi, difensore del Comune, perché «inesistente l’interesse ad agire da parte del ricorrente» che è stato condannato a rifondere il Comune delle spese processuali per un importo di 1.500 euro. «Dalla documentazione tecnica depositata dal Comune, compresa una relazione del dirigente dell’Ufficio tecnico, architetto Fernando Montagna, i giudici hanno ritenuto corretto l’operato dell’Amministrazione del sindaco Vito Perrone e rilevato che – sostiene l’avvocato Mormandi – la particella del ricorrente non ha subito alcuna modifica per effetto della delibera. Inoltre il progetto di Italgest non ha comportato alcuna retrocessione dell’area».

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L’avvocato Mormandi conclude sottolineando che «l'importante decisione del Tar costituisce il via libera definitivo di un programma energetico ed economico-occupazionale di grande rilievo, senza alcun impatto negativo sull’ambiente, costruito su aree da tempo destinate all’insediamento produttivo e ancora inutilizzate e consentirà di evitare il consumo di carbone e petrolio, in linea con il Piano energetico e ambientale regionale e con il Protocollo di Kyoto».

L’area interessata è quella che entrando nella zona industriale giungendo dall’ex statale 459 Maglie-Collepasso resta a sinistra. E’ dell’aprile 2008 il “si” quasi unanime (solo il forzista Paolo Menozzi si astenne) del consiglio comunale alla cessione del lotto ad Italgest. Un risultato che lasciava alle spalle quanto avvenuto l’anno prima quando nel paese si era creata una lacerazione sulla richiesta, sempre di Italgest, di un lotto per impiantare una centrale da 25 MW, alimentata a biomasse, per la produzione di energia elettrica. Ci furono giorni di tensione fra chi era favorevole (la maggioranza di centrosinistra) e chi era contrario (la minoranza di centrodestra “rinforzata” da due consiglieri di centrosinistra che poi avrebbero abbandonato definitivamente il campo). Alla fine a chiudere la delicata partita ci pensò proprio Paride De Masi che ritirò la richiesta di suolo per la “Heliantos 2“ che passò a Casarano ed ora è oggetto di contestazioni anche politiche. Una centrale gemella doveva essere costruita a Lecce.

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Adesso che il cerchio pare chiuso e che i lavori non dovrebbero tardare ad essere avviati, per il sindaco, Vito Perrone, si apre il tavolo della trattativa con l’azienda di Paride De Masi per stabilire quale dovrà essere l’entità delle royalties (quanto Italgest dovrà “rifondere” in euro al Comune). Ma a questo proposito, per ammissione del sindaco, «non è detto che si debba parlare esclusivamente di risorse finanziarie, potrebbe anche essere la realizzazione di opere pubbliche oppure una soluzione mista». Comunque, sono in arrivo soldi “freschi” per le case comunali.


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Pantaleo Gianfreda