I “fluidi confini tra legalità e illegalità”: riflessioni sull’incontro a Collepasso con il Procuratore Gratteri, “Gigante” della Legalità, e su “nanetti” locali protagonisti di illegalità
19 Settembre 2024C’è stato un importante evento a Collepasso all’inizio di questo mese che, nonostante la presenza di un autorevole e noto esponente nazionale della Magistratura, in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, e la partecipazione di un folto pubblico, è stato subito “rimosso” dalla memoria collettiva.
Perché?!?
Un evento che pare abbia generato qualche perplessità e persino imbarazzo, piuttosto che orgoglio e soddisfazione. Non certo a causa dell’illustre ospite.
Perché?!?
Persino noti facebook-maniaci compulsivi hanno stranamente fatto riposare i loro istintivi e ingovernabili ditini, spesso mal collegati con il cervello. Anche persone “normali” e rispettabili, non certo schiave dei social, si sono astenute, però, da post e commenti o dalle solite foto di rito con l’autorevole personaggio da immortalare su facebook. Gli stessi organizzatori si sono ben guardati dal fornire le risultanze di una preziosa testimonianza nella lotta alle mafie e valorizzare in fondo lo straordinario evento (è mancata persino una diretta-streaming).
Perché?!?
L’incontro, formalmente organizzato dall’associazione culturale “Akàdemos”, è stato poi di fatto gestito da personaggi quasi del tutto privi di autorevolezza culturale e comunicativa, rivelatosi strumentali ad una “regia” familistica finalizzata a “gonfiare” crediti e credibilità personali e sociali e non certo ad aumentare il tasso di sensibilità verso la legalità e nella lotta al malaffare.
Come mai e perché?!?
Cercherò di dare una risposta personale (per cui forse discutibile), che “coglie” sentimenti e perplessità diffusi, alle domande che tanti si sono poste soprattutto “dopo” (alcuni, in verità, anche “prima”) l’evento.
Di fronte a certi fatti non si può certo tacere, rimanere insensibili od essere omissivi.
Per la cronaca, mi riferisco all’evento che, domenica 1° settembre, ha visto la presenza e l’intervento a Collepasso del giudice Nicola Gratteri, da un anno Procuratore della Repubblica di Napoli e in precedenza Procuratore a Catanzaro, per la presentazione del suo libro “Il grifone” (Mondadori, 2023) scritto con Antonio Nicaso. Un evento molto stimolante e persino eccezionale, dato il calibro del personaggio, sotto scacco continuo della criminalità organizzata per la sua forte, intelligente e “scientifica” lotta alle mafie che, come descrive nel libro, stanno cambiando pelle, dimostrano flessibilità ed imparano ad adattarsi sfruttando le potenzialità della tecnologia e, come il mitologico grifone che dà titolo al libro, oggi incarnano “al contempo «valori» tradizionali e nuove istanze, rendendo sempre più fluidi i confini tra legalità e illegalità”.
Mi ha particolarmente colpito quest’ultima frase, che ho tratto da una recensione del libro, perché, “mutatis mutandis” – cioè “tenendo conto delle inevitabili differenze” – e “si parva licet” – cioè “se è lecito paragonare le cose piccole alle grandi” -, l’evento ha lasciato un certo “amaro in bocca” a tante persone oneste che conoscono situazioni e personaggi locali e, in considerazione di certi ambigui e strumentali comportamenti, hanno percepito come “fluidi i confini tra legalità e illegalità”.
Per qualcuno l’occasione è stata persino propizia per un’operazione di rilegittimazione e di “purificazione” da noti “peccati” di illegalità, senza che nessuno ne ravvedesse l’inopportunità, soprattutto per il rispetto dovuto ad un così autorevole Giudice che simboleggia a livello nazionale ed internazionale l’impegno della migliore Magistratura italiana contro mafie e illegalità.
Fuori da ogni metafora, come è stato possibile “generare” il rischio – “partorito” in modo conscio o inconscio, per grave leggerezza o meschina autogratificazione, per megalomania familistica o ricerca di primazie sociali – di gettare qualche “ombra” su una figura come Gratteri? Il Procuratore sapeva, ad esempio, che colei che ha “coordinato la serata” e “dialogato con l’ospite” abita da anni in una casa abusiva?!?
Nessun giudizio sulla persona, della quale ho stima e considerazione e probabilmente non ha alcuna responsabilità diretta nell’annosa e nota vicenda della “villetta abusiva di contrada Sant’Anna”, sulla quale pende da anni un’ordinanza di demolizione. Oggettivamente, però, abita in una casa considerata tuttora abusiva e si sa quanto sia profonda ed efficace la battaglia di Gratteri contro l’abusivismo.
Sono arciconvinto che il Procuratore non lo sapesse né sia stato informato.
Possibile, però, tanta leggerezza e mancanza di serie informazioni da parte di un suo “stretto collaboratore”, un ufficiale e investigatore dell’Arma di stanza a Napoli, che dovrebbe ben conoscere la realtà locale essendo originario di Collepasso?
Certo è che apparso quantomeno inopportuno far interloquire il “Procuratore della Legalità” per antonomasia con chi vive in una oggettiva situazione di illegalità… al solo fine di esibire “al paese” rapporti personali e familiari autorevoli, “conditi” di familismo, presenzialismo ed ambizioni, rivelatisi inappropriati e controproducenti per gli autori e persino potenzialmente “pericolosi” per lo stesso Magistrato.
Bastava guardare l’attivismo di certe “prime donne” (di ambedue i generi), certi inviti personalizzati e anche qualche personaggio nella prima fila per capire che qualcuno avesse in mente di trasformare la lodevole iniziativa della presentazione di un libro contro le mafie alla stregua di un ordinario “evento mondano” e di un “ricevimento di famiglia”.
La cosa più grave, poi, è che tra le rarissime immagini apparse su profili personali facebook ce n’è una che ha scioccato e fatto “venire le traveggole” a tante persone oneste o attente ai fatti della vita sociale e politica locale.
Mi riferisco alla foto che ritrae il Procuratore Gratteri, campione e testimone di legalità, con il consigliere comunale ed ex sindaco Salvatore Perrone, che ha sempre “lasciato a desiderare” in quanto a legalità e ha maldestramente “ostentato” sul suo profilo facebook la foto “confidenziale” con Gratteri, probabilmente ritratti in un contesto conviviale familiare.
Nessuno aveva avvertito Gratteri sull’ingombrante personaggio?!?
Sbaglio o il consigliere Salvatore Perrone è, dopo la scomparsa dei genitori, il titolare (forse con la sorella) della “villetta abusiva” e diciamo pure l’ultraventennale, unico e (in)discusso protagonista della vicenda?!?
C’è un limite a tutto.
Non può, però, un “nanetto” della politica, acclarato protagonista di tante illegalità e relativi processi penali, procurare imbarazzo ad un “Gigante” della Legalità quale Gratteri, esibendosi al suo fianco invece di defilarsi o “stare buono” in un cantuccio.
Lo stato di abusivismo dell’abitazione in cui dimorano il consigliere e la moglie, che “ha dialogato con l’ospite”, non è stato mai sanato, a quanto mi risulta, perché il consigliere non ha pagato mai al Comune la “misera” oblazione di 20mila euro (se non vado errato) fissata da una sentenza per sanare l’ultraventennale stato di abusivismo.
E qui apro un altro “capitolo” scottante che coinvolge anche l’attuale sindaca, che in tre anni non solo non ha costretto il consigliere, diciamo “di opposizione”, a pagare quanto dovuto al Comune, ma non ha nemmeno avviato, come suo dovere, la procedura per la decadenza di Salvatore Perrone da consigliere comunale, ai sensi dell’art. 63, c. 1, n. 6), del D.Lgs. 267/2000, che dispone l’incompatibilità a rivestire la carica di consigliere per chi abbia “un debito liquido ed esigibile verso il Comune”.
Chissà perché!!! … e chissà cosa nasconde la “pantomima” politica di due soggetti funzionali l’uno all’altra, che “si reggono” reciprocamente nella loro malferma e apparentemente diversa posizione politico-amministrativa!
Questo scottante tema merita indubbiamente un articolo a parte perché non può essere concessa credibilità e comprensione a chi ha operato e persiste in uno stato di illegalità (né a chi politicamente e amministrativamente continua a “coprire” questo stato) e, al contempo, lancia messaggi equivoci e devastanti pubblicando la foto con il Procuratore Gratteri, quasi a cercare di rendere “fluidi i confini tra legalità e illegalità” nello squallido tentativo di legittimarsi e legittimare ciò che non si può.
Ci sono principi e confini invalicabili che solo protagonisti spregiudicati della politica (e non solo) osano travalicare e proprio per questo vanno pubblicamente denunciati per ripristinare i corretti “confini tra legalità e illegalità” – e tra protagonisti di legalità e protagonisti di illegalità – che devono essere chiari, netti e non “fluidi”.
Sarà anche per questo che la Manta, di norma così ossessionante nel suo quotidiano presenzialismo su facebook e certamente esempio non fulgido (anzi, cattivo) di legalità e trasparenza nella sua azione amministrativa, abbia stavolta evitato di scrivere le sue solite magniloquenze e non abbia avuto nemmeno il coraggio di riportare e commentare un evento indubbiamente importante e storico per Collepasso, evitando persino una foto, che sarebbe stata certamente prestigiosa, con Gratteri da destinare all’amato facebook e ai suoi aficionados?!?
Una cosa è certa… l’imbarazzo di tante oneste persone si è maggiormente accentuato dopo la conclusione di un evento che, se ben gestito, avrebbe potuto rappresentare un vero “fiore all’occhiello” per la nostra piccola comunità, che ha avuto l’onore della presenza di un uomo e di un magistrato come Gratteri, orgoglio del nostro Paese, un “Gigante” certamente all’oscuro delle tante e per lui sconosciute dinamiche e “manfrine” locali di tanti interessati e maldestri “nanetti” del nostro piccolo paese.
Rimane certamente inalterata la grande stima per questo “Gigante della Legalità”, orgoglio dello Stato di diritto, al quale mi permetto, da persona più adulta, un consiglio non richiesto… stia attento la prossima volta quando “scende” in un paesino del Sud e, soprattutto, si avvalga di collaboratori e informatori più fidati e credibili.
Pantaleo Gianfreda