Chiarimenti e considerazioni sulla visita a Betanzos

21 Luglio 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Risposte ad alcuni interventi e polemiche sulla visita della delegazione di Collepasso a Betanzos. 25 i componenti: oltre la metà giovani e ragazzi. Il costo del viaggio è stato di € 9.983,00, coperto in gran parte dalle quote dei partecipanti. Innegabile il successo della delegazione. Scritta una pagina straordinaria per il nostro Comune. Il Ministero della Cultura spagnolo ha lodato e indicato come esempio il gemellaggio tra Collepasso e Betanzos e la stampa spagnola ha parlato diffusamente della nostra presenza. Un’esperienza importante e significativa per le due comunità locali europee

In certe occasioni le polemiche sono “naturali”, direi “fisiologiche”. Succede dappertutto. Sul gemellaggio con Collepasso è successo anche a Betanzos. Todo el mundo es paìs

los_alcades_de_la_dos_ciudad_tras_la_firmaVi sono, però, polemiche meschine e astiose, “a prescindere”, fini a se stesse; polemiche “fintocosmopolite” di “provincialotti” misantropi, che “pontificano” sempre su tutto e si danno un “tono esterofilo” (“gli altrisono sempre meglio di noi…) patetico ed improbabile. Insomma, ci sono dappertutto tuzaros

Vi sono, d'altra parte, polemiche (direi, meglio, domande e/o interrogativi) di chi, da cittadino, ha il legittimo diritto di conoscere e controllare l’operato dei suoi amministratori e al quale un amministratore ha il dovere di dare delle risposte.

Non lo hanno, sinora, fatto altri. Mi assumo, come al solito, il compito di farlo io.

Premetto, infatti, che, pur essendo stato il promotore dell’iniziativa comunitaria del gemellaggio con Betanzos, non ho gestito io, per scelta e “stato d’animo”, l’organizzazione del viaggio in Spagna.

I criteri della composizione della delegazione erano, comunque, delineati nel progetto del Comune di Betanzos (e nel precedente di Collepasso) proposto e approvato dalla Commissione Europea.

Bisogna precisare che la C.E. non finanzia in toto questi progetti. Sia per Collepasso che per Betanzos ha riconosciuto (euro più, euro meno) ad ognuno dei due Comuni un finanziamento di 7.000 €, con i quali gestire l’iniziativa e “arrangiarsi”. Noi, grazie alla collaborazione di persone meravigliose, all’aiuto e al contributo (anche economico) di tanti amici e associazioni, siamo riusciti a contenere entro quella cifra i costi amministrativi della permanenza, a novembre, degli spagnoli a Collepasso e a fare bella figura. Ho gestito direttamente quella fase e, pertanto, parlo con cognizione di causa e rilevo che nessuno ha mai avanzato alcuna critica.

Il costo del viaggio della delegazione collepassese per Betanzos (in pullman da Collepasso a Roma e in aereo da Roma a Santiago di Compostela e viceversa) è stato di € 9.983,00, gran parte a carico dei singoli partecipanti (400 € a testa per gli adulti e 150 € per i ragazzi), mentre l’Amministrazione ha impegnato € 3.200,00 (di questi, come mi è stato riferito, ne conguaglierà 2.000,00 con Betanzos) e due amministratori hanno voluto pagare in maniera doppia, di fatto, la loro quota.

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Circa la composizione della delegazione, qualsiasi metodo di scelta sarebbe stato opinabile. Alcuni chiarimenti si rendono, però, necessari per sgombrare il campo da equivoci.

Intanto, il progetto di Betanzos è stato approvato dalla Commissione Europea solo a fine maggio. La notizia ci è stata comunicata in piena campagna elettorale, ma nessuno ha voluto "strumentalizzare" la circostanza. Chi, dopo il 7 giugno, ha organizzato il viaggio ha avuto appena un mese di tempo per il disbrigo di tutte le incombenze burocratiche e organizzative e ha fatto “miracoli”.

La delegazione era composta da 25 componenti. Oltre i sei amministratori (sindaco, assessori Gianfreda A. e Marra, consiglieri Frassanito e Sedile ed io. N.B.: a quanto mi è stato riferito, sono stati invitati a partecipare anche due esponenti dell’opposizione, i quali hanno declinato l’invito), erano presenti altre 19 persone.

Su mia proposta, nei progetti era prevista una folta rappresentanza giovanile: otto erano i ragazzi presenti nella delegazione spagnola. I nove ragazzi presenti nella nostra delegazione sono stati scelti con alcuni criteri già esposti in qualche commento: rappresentanti del Consiglio comunale dei ragazzi (la sindaco-baby ha avuto grande successo e gli spagnoli intendono “importare” questa esperienza) e gruppo di “pizzica” (alcuni elementi coincidevano). A questi nove vanno aggiunti altri due giovani: Valeria, la nostra interprete che si è distinta per grazia e bravura, e Giuseppe, in rappresentanza di un’associazione culturale giovanile che sta gestendo in maniera egregia il Parco Bosco. Se a questi 11 giovani si aggiungono anche i due bambini, che, con la loro presenza, hanno contribuito a dare “un tocco in più” di grazia e simpatia, si rileva che oltre la metà della delegazione (13 su 25) era composta da giovani e ragazzi.

Le due “mogli” e la “sorella”?!?

La presenza della moglie del sindaco era dovuta, sia per fatto istituzionale (grazie a Dio, non tutti hanno i problemi familiari di Berlusconi!) sia per i rapporti consolidatisi con l’alcadesa Maria Faraldo, che ne ha richiesto esplicitamente la presenza, ed il marito nella loro permanenza a Collepasso.

Un assessore, che si è speso fortemente per l’organizzazione del viaggio, ha ritenuto di farsi accompagnare dalla moglie e, comunque, rimando a lui, persona notoriamente rigorosa, per eventuali spiegazioni.

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L’assessora, invece, è notoriamente un po’ “pasticciona” e “superficialotta”. Probabilmente avrà confuso il significato del Patto di Fratellanza che le due comunità dovevano sottoscrivere ed ha invitato l’incolpevole sorella a presenziare… Non ho difficoltà a riconoscerlo: forse questa è stata l’unica vera “nota stonata”.

Donato, al di là del fracaso che spesso combina, era stato un buon organizzatore (insieme ad altri) di incontri conviviali e giocosi con la delegazione spagnola presso i campetti del CSI e la parrocchia “Cristo Re”.

Oronzo, Angelica e i figli?!? Beh, permettetemi! Solo gli sciocchi possono criticare la presenza di due persone e di una famiglia esemplari, che, oltre ad essere attivi collaboratori in diverse associazioni e nella comunità parrocchiale, sono stati l’unica famiglia di Collepasso a mettere a disposizione della delegazione spagnola, nel novembre scorso, abitazione, auto, risorse personali e tanta collaborazione. Disponibili sempre, in ogni momento e circostanza, nonostante impegni lavorativi e familiari. Un esempio encomiabile di famiglia collepassese bella e unita da premiare e da “esportare”. Meritavano e meritano questo ed altro! E poi, qualcuno si faccia un po’ di conti e scoprirà quanto è costato alla famiglia Ria il viaggio in termini economici!

Al di là delle polemiche e di queste – mi auguro esaurienti – risposte, rimane il fatto incontestabile di una pagina straordinaria scritta dalla nostra comunità, che, finalmente, “esce” dai suoi angusti confini e crea ponti di amicizia e collaborazione con altre comunità, apparentemente lontane.

Gli attestati di amicizia e il successo per la nostra delegazione sono stati innegabili. Un Comune piccolo e “giovane” si è fatto accogliere come un “grande” Comune da una comunità che vanta storia e tradizioni millenarie. A Betanzos, città della “fredda” e nordica Galizia, abbiamo ricevuto un’accoglienza fraterna, calda e sincera, tanto affetto e amicizia, stima e considerazione che ci hanno fortemente gratificati. Abbiamo “promosso” in modo eccezionale Collepasso ed il Salento.

Nel giugno scorso, persino il Governo spagnolo, tramite il Ministero della Cultura, ha lodato ed indicato come esempio per tutta la Spagna il gemellaggio tra Collepasso e Betanzos. Stampa e televisione hanno parlato diffusamente della nostra presenza, pubblicando anche foto.

Insomma, “ci siamo fatti onore”!

Questo grazie anche ad una delegazione ben assortita e composita, che, senza nulla togliere a nessuno o ad altre persone egualmente degne, ha saputo ben rappresentare la nostra comunità e ha dato un’ottima impressione di sé e dell’intera comunità collepassese. I nostri giovani, poi, sono stati straordinari.

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Vorrei che tutti considerassero questi elementi.

Vorrei che, oltre le polemiche, tutti, possibilmente, attivassero i “canali”, spesso ostruiti, della pars costruens della propria intelligenza (superando quelli che Bacone definisce idola – “gli idoli” -, cioè i pregiudizi che impediscono una reale concezione della natura e della realtà) e ragionassero sulle opportunità che questa, come altre iniziative, può attivare per la nostra comunità, soprattutto per i nostri giovani.

Vi confesso che, ultimamente, mi sento particolarmente deluso e angosciato dalle immani piccinerie e stupidità che circolano e circondano questa comunità. Mi chiedo, talora, a fronte di tanta cattiveria e di tanti “banditi” sociali e politici osannati e riveriti dalla maggioranza dei collepassesi, se questa comunità meriti l’impegno generoso ed altruista di quei pochi “stupidi idealisti”, che si dedicano, in diversi campi, con passione ed abnegazione al bene e al progresso della comunità! E’ vero, ci sono a Collepasso persone meravigliose, giovani ai quali noi adulti abbiamo il dovere di consegnare una società migliore… Però! Quanti “però” comincio, personalmente, a pormi…

A tutti, al contempo, pongo una domanda: vogliamo far crescere veramente e seriamente questa nostra comunità?!? O qualcuno (purtroppo, di ogni parte politica e sociale) preferisce continuare a tenerla sempre ostaggio di grette chiusure mentali, di sentimenti deteriori dell’animo umano, di malevoli e astiosi pettegolezzi e insinuazioni, di rozzi e interessati politicanti, di indistruttibili omminicchi e quaquaraquà, di “idoli” e pregiudizi che annullano la pars costruens e fanno prevalere la pars destruens?!?

Questo paese, che possiede tante energie e capacità, avrà mai la forza di far prevalere, con uno “scatto di reni” e un forte moto sociale e culturale, la parte migliore di sé?!? O deve essere “condannato” a vita (da chi, poi, se non dai suoi stessi cittadini?!?) ad essere un paese marginale, egoista, ottuso, “vecchio”, rinchiuso in recinti che altri costruiscono per far rimanere il popolo “immoto gregge”, pronto a pascolare al latrare del “cane” di turno e ad ingrassare solo il “pecoraro” di turno?!?

Diamoci una mossa! Soprattutto, le persone e gli animi più nobili ed aperti!

Facciamo in modo che almeno i “vivi” vivano la loro unica ed irripetibile “vita” con intensità e animo nobile… Altrimenti, che ci stiamo a fare su questa terra?!?

Mi augurerei che anche questa piccola comunità facesse suo lo slogan di Barack Obama: “Yes We Can”!


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Pantaleo Gianfreda