Lunedì 19 – domenica 25 gennaio

25 Gennaio 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Lunedì, Gruppo consiliare. Martedì, si insedia Barack Obama. Mercoledì, arresto degli Esposito. Giovedì, Provincia. Venerdì, possibili nuovi insediamenti produttivi in Zona industriale. Sabato, iniziative a Casarano e Collepasso. Domenica, muore zia Uccia.

Lunedì, nel pomeriggio incontro il tecnico del PUG. Poi, Gruppo consiliare: molti gli argomenti in discussione.

Martedì, su “La Gazzetta del Mezzogiorno” l’articolo “Blitz in municipio. L'impianto fotovoltaico nel mirino dei giudici”. Mi sembra che, dietro tutto ciò, l’eventuale “manina” locale sia solo un inconsapevole strumento di ben altre volontà… Intelligenti pauca!

Si insedia il nuovo Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Seguo per televisione l’evento. Una speranza per il mondo intero.

Mercoledì, a prima ora, il Sindaco mi informa dell’arresto di Sergio Esposito, della moglie e di due dei suoi figli, oltre altri quattro, per il reato di associazione a delinquere per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Per me, lo spaccio di droga, assieme alle violenze sui bambini, rappresenta uno dei peggiori reati. Istintivamente, pur essendo razionalmente cosciente che anche per la vita umana più dissoluta e criminale occorra rispetto, credo che questi reati meriterebbero la pena di morte. O, per essere clementi e civili, la condanna a vita. Rabbrividisco, poi, all’idea dei due giovani figli coinvolti in questo lurido traffico dai loro genitori. Ma costoro possono essere chiamati “genitori”?!?

In mattinata, a Casarano. Mi reco nella sede dell’Ambito di Zona dei Servizi sociali. Ho bisogno, a seguito della mia nuova delega alle Politiche sociali, di fare una verifica più puntuale ed appropriata di alcuni servizi e progetti. L’incontro con Facchini e l’assistente sociale mi sembra proficuo.

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Giovedì, a Lecce con Gigi. Lui ha un impegno in Tribunale. Io mi reco in Provincia ad un incontro tra l’Assessore al Turismo Manieri ed i Comuni salentini per organizzare e coordinare la presenza degli enti locali alla prossima BIT (Borsa Internazionale del Turismo) di Milano. Incontro anche l’assessore provinciale alla Cultura Gianfreda. Concordiamo alcune iniziative. Al ritorno a Collepasso, mi reco con Vito a dare le condoglianze ai familiari per la morte di Carlo Minerba Viva. Eravamo in qualche modo amici. Carlo è stato un personaggio per il nostro paese e anche per Gallipoli. A Collepasso è stato consigliere comunale. A Gallipoli anche assessore, oltre che celebre presidente della squadra di calcio, che lui contribuì a portare a livelli superiori. Dopo, passo dall’Ufficio Tecnico, dove incontro l’avv. Enrico Indraccolo. Approfitto dell’occasione per un lungo ed interessante confronto. Se sono rose, fioriranno…

Venerdì produttivo ed “imprenditoriale”. Di prima ora, il Sindaco, io ed il tecnico comunale incontriamo i rappresentanti di due illustri aziende: una intende effettuare un interessante investimento nella nostra Zona industriale, l’altra ha un importante investimento in itinere. Nel pomeriggio, io ed il Sindaco incontriamo un’altra azienda, che vorrebbe investire a Collepasso. A mio parere, è very very interesting… Sotto tutti i punti di vista. Occupazionale, ambientale e dell’innovazione. Se tutto andrà nel verso giusto, la Zona industriale di Collepasso comincerà ad essere veramente “produttiva”…

Sabato pomeriggio, a Casarano. Nell’Auditorium comunale, commemorazione, organizzata dall’associazione “Don Tonino Bello”, di due casaranesi “cittadini atipici”: Giovanni Coletta e Pino De Nuzzo. Deceduti l’anno scorso, rispettivamente a gennaio e febbraio. Ambedue miei cari amici. Giovanni è stato il mio “amico” per antonomasia. Subito dopo, a Collepasso, partecipo brevemente al “Sound solidale”, una bella iniziativa all'insegna della musica, del divertimento e della solidarietà. E’ previsto che il ricavato della serata venga devoluto al “Comitato Maria Letizia Verga onlus” per lo studio e la cura della leucemia del bambino. Si esibiscono cinque strepitosi gruppi musicali giovanili: The Strangers,  Rock in progress, CP 79, SOLsettima, The core. Questi ragazzi collepassesi sono proprio straordinari.

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Domenica 25 gennaio. Giornata funesta e funerea. Chiuso in casa, in mattinata scrivo un intervento in memoria del mio amico Giovanni. Ieri sera era stato commemorato a Casarano insieme a Pino. Giovanni Coletta è morto, improvvisamente, a 60 anni, il 26 gennaio dell’anno scorso. Per me, una grande perdita. Per oltre 30 anni, è stato tanto per me: amico, compagno e collega, confidente, interlocutore e sodale di vita, di economia, di iniziative, di politica e di cultura. Abbiamo persino lavorato insieme, prima per la federazione provinciale del PCI e, poi, nella cooperativa di trasformazione di pomodori nell’opificio che avevamo in affitto su Sant’Eleuterio. Quanti viaggi, per lavoro o per politica, in Italia e all’estero! Quanti incontri quasi quotidiani! Quante giornate e serate insieme! Potrei raccontare mille cose della nostra vita. Scrivere un libro intero. Eravamo più che fratelli. Mi sembra impossibile che sia morto. Vi sono momenti in cui avverto forte il vuoto che ha lasciato.

Verso mezzogiorno, con Vito, mi reco a dare le condoglianze per la morte di un nostro cittadino. Subito dopo vado a fare visita a zia Uccia, ricoverata da ieri in ospedale, a Scorrano, in Terapia intensiva. Sto pochi minuti per non stancarla, anche se lei vorrebbe conversare molto. Pare che si sia ripresa. Mi sembra lucida, sebbene, come succede da anni, arranchi nelle parole. Tra l’altro, mi ricorda di mio padre, “fratello undici”. Forse avverte che stanno per reincontrarsi. La vedo viva per l’ultima volta.

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Nel tardo pomeriggio, il comandante dei Vigili Antonio Malerba mi comunica la morte del suocero del Vigile Fernando Longo. Poi, mi chiama Quintino: zia Uccia è morta. Da anni, a causa di un ictus, era costretta sulla sedia a rotelle. Abitava ad Otranto. Insieme a zia Maria hanno assistito per decenni mio zio Grazio con sommo affetto e totale dedizione. Era la mia zia preferita. La più dolce e buona. Per un anno, durante la mia temporanea “adozione” da parte dei miei zii di Otranto, dove ho frequentato la quarta elementare presso le Suore Filippine, è stata per me come una madre. Erano tempi di estremo rigore e severità. Di inaudita “disciplina” nell’”educare” i fanciulli. Ricordo certi episodi, che, a raccontarli oggi, forse nessuno ci crederebbe. Altri tempi, per fortuna! Lei, invece, era con me l’unica sempre dolce, paziente e comprensiva. Con me e con tutti.

Grazie di tutto, zia! Sono convinto che il Buon Dio l’abbia portata con sé direttamente in Paradiso!


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Pantaleo Gianfreda