Mercoledì 18 giugno

18 Giugno 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda
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In serata il solito Gruppo consiliare del mercoledì. Vengono esposti e discussi alcuni problemi amministrativi, ma anche politici.

Peccato che spesso si tenda a scindere la politica dalle problematiche amministrative.

Ma se l’Amministrazione governa la città, cioè la polis, non è “politica”? E non è sull’essenza del governo della città e sulle forme migliori di governo che il confronto va avviato? Il fatto è che spesso si confonde la politica, che è cura della città, con le ambizioni personali, che è cura di se stessi. Raramente le due cose coincidono. Salvo che nelle dittature o nel berlusconismo.

Confesso che alcune volte mi assale un senso di rigetto verso un modo di fare politica che privilegia il “sé” all’”altro”, l’autòs alla polis e che usa i peggiori metodi – talora da "straccioni" che  vivono nelle fogne, "strutturalmente" imbevuti dai miasmi che da esse promanano – per combattere l’avversario.

Da due giorni, eccettuato la riunione serale di Gruppo, non “salgo sul Comune”. Quella vergognosa interrogazione mi ha particolarmente “stomacato”. Roba da miserabili pantomimi, che merita, come ci sarà, un’immediata risposta.

Diciamoci la verità: talora, ti assale prepotente la voglia di mandare tutto a quel paese. E chissà se qualche volta non mi decida! Mi accorgo che la mia concezione etica della politica ha scarsa rispondenza nella realtà.

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So che si deve andare, comunque, avanti. Non fosse altro per impedire il ritorno degli spettri del passato e il materializzarsi dei fantasmi del presente.


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Pantaleo Gianfreda