Quel 9 maggio 1978, giorno del barbaro assassinio di Moro, a Roma a manifestare contro il terrorismo. Una testimonianza personale

Quel 9 maggio 1978, giorno del barbaro assassinio di Moro, a Roma a manifestare contro il terrorismo. Una testimonianza personale

9 Maggio 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ci sono ricordi “trafitti” nella memoria che l’usura del tempo non riesce nemmeno a scalfire… ricordi “infissi” e talora “crocefissi” con chiodi che non si staccano mai e che attraversano all’infinito la transeunte e finita “eternità” della propria vita!

Quel 9 maggio 1978, quando le Brigate rosse fecero ritrovare il cadavere di Aldo Moro in via Caetani (proprio a 76 metri da via delle Botteghe Oscure, sede nazionale del P.C.I.), mi trovavo a Roma.

La Federazione provinciale del PCI mi aveva mandato alle Frattocchie, dov’era ubicato il parco con annessa l’ampia villa che ospitava la Scuola nazionale del Partito, per frequentare un corso sulle politiche agricole. Allora lavoravo a Lecce (galleria piazza Mazzini) presso la Confcoltivatori (attuale Cia) provinciale, di cui l’anno dopo sarei diventato presidente succedendo all’on. Mario Foscarini, e dirigevo il Patronato dell’associazione.

Quel giorno tutti i numerosi compagni che frequentavano i vari corsi tenuti nella Scuola di partito vennero improvvisamente convocati nell’auditorium.

Ci apparve solitario e particolarmente funereo (… lui dal viso già così serioso e quasi cupo!) Luciano Gruppi, direttore della scuola e del settimanale “Rinascita”, nonché, all’epoca, riconosciuto “ideologo” del Partito Comunista Italiano. Ci comunicò e commentò con sofferenza la ferale notizia e ci invitò a recarci tutti a Roma, dove i sindacati nazionali avevano subito indetto in piazza Colosseo una manifestazione contro il terrorismo e di solidarietà alla famiglia e alla Democrazia Cristiana, di cui Moro era presidente nazionale.

Il ritrovamento della Renault rossa con il cadavere di Aldo Moro in via Caetani

Arrivammo a Roma con la piazza già stracolma di manifestanti, subito accorsi all’appello dei sindacati.

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Non riuscivo quasi ad entrare nella piazza tra l’immensa folla presente. Cercai e mi rifugiai con altri compagni su una piccola altura dei Fori Imperiali da cui seguire la manifestazione.

Un “colpo d’occhio” impressionante… la piazza era inondata da bandiere rosse della Cgil e del Pci… non una bandiera bianca in rappresentanza della D.C., di cui pur Moro era il presidente nazionale.

… improvvisamente, però, dopo un po’ di tempo, dall’alto della mia postazione intravidi alcune bandiere bianche (forse cinque o sei) della D.C., portate da alcuni manifestanti, che da via Labicana (o via San Giovanni in Laterano) si immettevano nella piazza.

La scena mi rimane ancora “infissa” nella memoria come un “chiodo” di dolore e di amore… una scena bella e commovente, straziante e di grande umanità per certi versi, di cui fui testimone da quella piccola altura in cui mi ero posizionato.

Appena lambita dalle bandiere e dai manifestanti che le portavano, vidi l’immensa folla aprirsi subito e un lungo corridoio umano “fare ala” per far passare quelle bandiere bianche… rari nantes in gurgite vasto… con grande rispetto… con immenso senso di solidarietà… con tanta voglia di sentirsi tutti… rossi e bianchi… uniti contro il terrorismo che allora dilagava e mieteva vittime innocenti in tutta Italia, che aveva colpito ed assassinato il politico più saggio e lungimirante di quegli anni, Aldo Moro.

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Una scena che non dimenticherò mai… come non dimenticherò mai i ripetuti incontri, negli anni dell’Università, con Aldo Moro, docente di Procedura Penale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma.

L’ingresso della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La sapienza” di Roma

Moro, allora Ministro degli Esteri (1969-1974), nonostante i gravosi impegni di governo, non mancava mai, quando era a Roma, di svolgere i suoi corsi universitari. Non solo. Terminata l’ora di insegnamento, si intratteneva sempre nel corridoio quasi per un’altra ora con gli studenti che l’attorniavano curiosi di parlare e confrontarsi con lui.

Io non seguivo il corso di Procedura Penale, che non rientrava nel mio piano di studi. Mi fermavo, però, anch’io curioso. Una volta, vinta la timidezza e quel senso di soggezione che allora mi suscitavano uomini di così alta levatura, avemmo modo di interloquire brevemente… “Professore, io sono un suo compaesano, sono di Collepasso”, gli dissi, e scambiammo quattro brevi parole…

Moro non era uomo di molte parole… parlava poco e le sue parole si riuscivano ad udire a malapena attorniato com’era da tanti giovani studenti… preferiva ascoltare… ascoltare i suoi studenti.

Anche questa una scena e questi ricordi che non dimenticherò mai… come non dimenticherò mai il Maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, attento, aitante e simpatico caposcorta di Moro, trucidato con altri colleghi in quel funesto 16 marzo 1978 in via Fani… con Oreste riuscivo a conversare senza remore e soggezione… ricordo entrambi gli uomini come fossero ancora vivi… rivedo nitide nella mia mente le immagini di Aldo Moro e Oreste Leonardi, come fossero a me presenti.

Aldo Moro e Oreste Leonardi

Un grande politico, un grande statista, un grande docente… un grande uomo, soprattutto, Aldo Moro!

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Ci mancano uomini come Aldo Moro, Enrico Berlinguer e tanti altri grandi politici di quegli anni!

Pantaleo Gianfreda


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