Torna nel Salento l’emergenza ulivi e parte in Rete una petizione per farli dichiarare Patrimonio dell’Umanità UNESCO

10 Aprile 2014 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ulivo millenarioAgli inizi dell’ultimo inverno sembrava fosse scemata l’emergenza paventata lo scorso autunno intorno a migliaia di ulivi del Salento dichiarati affetti dal batterio Xylella fastidiosa (in seguito fu tirato in ballo anche un fungo del genere Phaeoacremonium, sicario devastante che si insinuerebbe nei tronchi creando tagli nerastri che causano lentamente la morte di parte del fogliame e poi dell’intero albero) e in quanto tali esposti alla necessità di eradicazione per scongiurare il diffondersi del ‘morbo’ e il presunto passaggio ad altre specie vegetali. Il mutamento climatico e l’arrivo delle piogge sembrava aver dato nuovo vigore alle piante e gli ambientalisti che si erano battuti nei mesi precedenti per evitare l’annunciato taglio di interi ettari di uliveti avevano finalmente tirato un sospiro di sollievo.

Ricorderete che la polemica nei mesi precedenti aveva visto contrapposti accademici italiani molto cauti ed ‘esperti’ stranieri catastrofisti chiamati a valutare la situazione. Le accuse di speculazione erano però giunte puntuali ed agguerritissime soprattutto dal salentino Forum Ambiente e Salute che invocava indagini indipendenti per accertare la reale natura dei fatti. Il Forum aveva affermato che il ceppo batterico osservato dall’Accademia dei Georgofili e dai ricercatori dell’Università del Salento, sarebbe in realtà asintomatico, appartenente ad una sottospecie, probabilmente di natura endemica, ovvero presente da millenni e assolutamente innocua. Di conseguenza chiedeva di porre fine al “mistificatorio terrorismo” contro gli ulivi ribadendo la convinzione che, in realtà, ”non ci sarebbe alcuna emergenza fitosanitaria”.

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Ma eccoci arrivati ad aprile 2014 ed alla notizia di venerdì scorso secondo la quale cento ulivi saranno abbattuti per ora in Salento nell’ambito del programma regionale di difesa contro il batterio Xylella fastidiosa che produrrebbe il disseccamento degli alberi. E’ questo quanto comunicato nel corso della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica svoltosi nella Prefettura di Lecce alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Fabrizio Nardoni, relativo alle fasi operative sull’emergenza fitosanitaria in Salento. Secondo le dichiarazioni riportate, la richiesta di intervento proverrebbe dall’Unione Europea che avrebbe autorizzato misure diverse dall’eradicazione solo per quattro alberi centenari.

L’epidemia di Xylella da fronteggiare riguarderebbe cinque comuni: Lecce, Galatina, Trepuzzi, Sternatia e Copertino, presso i  quali nelle prossime settimane si procederà all’eradicazione delle piante con la bruciatura dei rami secchi nelle aree espressamente individuate d’intesa con le amministrazioni Comunali. Nel gallipolino, per ora rimasto estraneo agli interventi programmati, sarebbero in corso altri accertamenti fitosanitari. L’operazione dovrà essere completata entro metà mese, secondo le indicazioni dell’Unione Europea. Allo studio della Regione Puglia ci sarebbero possibilità di rimborso per i 30 proprietari interessati dagli interventi. Di fronte a questa notizia, interpretata come l’inizio di un’ecatombe di ulivi che rischia di portare alla desertificazione del Salento e al crollo dell’economia delle olive e dell’olio in tutta la Puglia, gli esponenti di Forum Ambiente e Salute sono pronti a ripartire con la loro battaglia in difesa del territorio convinti che le misure prospettate siano del tutto sproporzionate rispetto alla reale entità del problema.

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Intanto, favorita anche da questo clima incandescente, è partita l’iniziativa di una Petizione on Line (v. link a fondo pagina) per salvare gli ulivi pluricentenari pugliesi e chiederne il riconoscimento come patrimonio dell’umanità dell’Unesco. La petizione è stata lanciata sul sito laterradipuglia.it che chiede anche di trasformare in aree protette le zone ad alta intensità olivicola. Su Twitter è stato lanciato l’hashtag #ulivipatrimoniounesco tramite il quale si invita a condividere immagini come QUESTA.

In Puglia – si legge sul sito promotore dell’iniziativa – questo albero ha storia millenaria e ancor oggi sopravvivono ulivi piantati da antichi popoli insediatisi in queste terre. La più grande Regione europea produttrice di olio, qual è la Puglia, è caratterizzata dalla presenza di innumerevoli ulivi centenari e millenari, testimoni di storia e cultura antiche, autentici monumenti scolpiti dalle pazienti mani del tempo e dall’inimitabile arte della natura: monumenti più antichi del Partenone di Atene, del Colosseo di Roma, della Basilica di San Nicola di Bari, del Mosaico pavimentale di Otranto, dei castelli federiciani. Monumenti viventi che continuano a “parlare” all’uomo e ad offrire ancora oggi uno dei più preziosi alimenti umani: l’olio di oliva, vero “oro” della Puglia.

I millenari ulivi pugliesi meritano di essere considerati patrimonio dell’umanità per il loro bagaglio di storia, di cultura e di vita e per il prodotto che continuano ad offrire all’uomo: quell’olio apprezzato dall’uomo moderno, ma ancor prima dai Messapi e da altri antichi popoli, con uguali caratteristiche e profumi, spesso frutto delle stesse piante che oggi sopravvivono. Le immense distese di uliveti che caratterizzano la Puglia devono essere tutelate e proclamate aree protette per il loro alto e particolare valore ambientalistico, paesaggistico, storico ed alimentare.

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Quanto accaduto negli ultimi mesi con il paventato abbattimento di migliaia di uliveti aggrediti dal famigerato batterio Xylella Fastidiosa obbliga tutti i cittadini a decise prese di posizioni per difendere il paesaggio e l’immenso patrimonio olivicolo pugliese ed impedire scempi e dissennati abbattimenti. Firmate pertanto la petizione per portare il problema all’attenzione dell’UNESCO e della Regione Puglia. Obiettivo almeno 100.000 firme. Condividete e diffondete notizia dell’iniziativa, FIRMATE QUI.

famedisud.it


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