A Levico Terme con Moser, Argentin, Adorni: esaltante esperienza nel gotha del ciclismo nazionale

14 Gennaio 2013 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Tessera del Presidente Lagna, dal cui numero-codice di Club, molto basso, si evince la longevità della storica Società ciclistica di Collepasso

Tessera del Presidente Lagna, dal cui numero-codice di Club, molto basso, si evince la longevità della storica Società ciclistica di Collepasso

Faticosa ma esaltante esperienza nel gotha del ciclismo nazionale, quella vissuta sabato scorso, 12 gennaio, al Palalevico di Levico Terme, fra i delegati dei Presidenti di Società pugliesi, all’Assemblea Nazionale per il rinnovo delle cariche della Federazione Ciclistica Italiana, nel prossimo quadriennio olimpico.

Nella stupenda e funzionale “location” trentina, eravamo in 258 delegati, provenienti dalle venti regioni italiane, ognuno con le sue decisioni di voto bene in mente; le mie, come spesso mi accade, rivolte verso una parte decisamente minoritaria delle candidature alla Presidenza.

E faceva uno strano effetto essere lì in un vastissimo “parterre”, insieme a campioni del passato, tante volte ammirati nelle loro fantastiche imprese, ma nella circostanza avversari “politici”, visto che il loro compatto voto (insieme a quello dei tecnici) ha determinato la riconferma per la terza volta del Presidente uscente.

Mi sfilavano davanti, al bar, incanutiti come o più di me, Francesco Moser, Moreno Argentin, Vittorio Adorni, Claudio Corti, Maurizio Fondriest, Paolo Bettini, ma, soprattutto, il “grande vecchio” Alfredo Martini, ormai l’ultimo campione del primo Novecento, ancora vivente e lucidissimo.

Il finale del suo intervento, un vero e proprio testamento ai giovani “il ciclismo sia libertà, pace, fratellanza, spirito di sacrificio, forza di volontà…”, ha meritato una “standing ovation” di ben cinque minuti.

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Se sono stato designato a rappresentare il Comitato Provinciale di Lecce all’Assemblea Nazionale, è stato possibile anche perché l’ASD CICLISTICA COLLEPASSESE, che presiedo da sette anni, risulta, senza soluzione di continuità, fra le più “antiche” affiliate d’Italia.

Il merito, cari concittadini, l’avrete già compreso, è tutto del patriarca Vittorio Fersini, che, con perseveranza e semplicità di vita, ha saputo tirar su intere generazioni di appassionati delle due ruote, fra cui chi scrive.

Simpatico sorprendente siparietto durante la sosta in aeroporto: il giovane e promettentissimo giornalista di Cicloweb, Marco Grassi, scopro essere figlio di un mio commilitone al Corso ACS alla Cecchignola nel lontano 1969.

Il padre, contattato immediatamente, ancora ricorda l’episodio tragicomico in cui dichiarai ad un capitano, che mi chiedeva le generalità, “Caporalmaggiore Marino Basso!”, il grande velocista del tempo.

Il vero Marino Basso fu campione del mondo a Gand tre anni dopo, a quello falso toccarono invece tre giorni di cella di rigore, giovanile incoscienza. 

Giuseppe Lagna


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Pantaleo Gianfreda