Manuele: addio solenne a Roma. La Nazionale giocherà con il lutto al braccio

27 Giugno 2012 Off Di Pantaleo Gianfreda
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ROMA – Un bimbo di appena otto mesi, che accarezza inconsapevole la fotografia del papà, ucciso da un razzo in Afghanistan. È il piccolo Manuel, figlio del carabiniere scelto Manuele Braj, l’immagine che resta nella giornata dell’addio al giovane militare. Sempre presente tra le braccia della madre Federica: la mattina a Ciampino ad accogliere il feretro avvolto nel tricolore, il pomeriggio alla camera ardente al Celio e, più tardi, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, dove si sono svolte le esequie solenni.

Manuele, dice nell’omelia l’ordinario militare monsignor Vincenzo Pelvi, «era un ragazzo animato non dall’egoismo, dalla sete di potere, ma dal desiderio di aiutare e dalla fede di servire i più deboli. Ora – è l’invito – bisogna continuare a costruire la pace, anche quando un razzo uccide un innocente che era lì proprio per addestrare gli afghani a difendersi».

La bara posta davanti all’altare. Sul feretro la foto del giovane, sorridente, in divisa. Tra i banchi i compagni commossi del 13/o Reggimento Friuli Venezia Giulia. «Un collega molto preparato e un uomo eccezionale», lo ricordano, sottolineando «il suo entusiasmo per la vita ed il suo lavoro. Anche per questa missione di pace, la quinta, era partito con tutto l’entusiasmo di cui era capace». In prima fila la moglie col figlio, i genitori Annamaria e Santo e gli altri parenti, distrutti dal dolore. Tra le autorità presenti in chiesa, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, quello del Lavoro, Elsa Fornero, il sottosegretario agli Esteri, Marta Dassù, l’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, il comandante generale dell’Arma, Leonardo Gallitelli, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

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In precedenza, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva visitato la camera ardente e si era fermato a consolare i familiari del giovane carabiniere, sempre assistiti da un team di psicologi dell’Arma. A Ciampino, avevano accolto il feretro i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. Domani a Collepasso (Lecce), paese di origine di Braj, ci sarà un’ultima cerimonia funebre. E domani ci sarà un altro omaggio al militare caduto in Afghanistan: la Nazionale di calcio giocherà con il lutto al braccio la semifinale degli Europei contro la Germania.

Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it


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Pantaleo Gianfreda