Napolitano sui luoghi del terremoto: “Irresponsabilità diffusa per i crolli”.

9 Aprile 2009 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il capo dello Stato si è recato in visita nei luoghi più colpiti dal sisma e ha visitato una tendopoli. Complimenti a governo, popolazione e soccorritori. "Molti i coinvolti nelle costruzioni dei palazzi e ha ragione chi dice che nessuno è senza colpa". Ai fotografi: "Non sono qui per farmi fotografare: non rompete!". Poi li ha ringraziati "per l'attenzione".

"Mi impegno, non vi dimenticheremo. Non battersi il petto ma vedere le responsabilità" perché sono "molti i coinvolti nelle costruzioni dei palazzi e ha ragione chi dice che nessuno è senza colpa". Dopo aver visitato le zone del terremoto, una tendopoli, e aver reso un commosso omaggio privato alle 278 salme disposte nella caserma della Guardia di finanza di Coppito, il presidente della Repubblica ha fatto il punto in una breve conferenza stampa.

Irresponsabilità diffuse. Anche sul terremoto bisogna usare il linguaggio della verità, ha detto Giorgio Napolitano, che ha parlato di "irresponsabilità diffuse" di fronte alla tragedia di edifici antisismici ugualmente crollati travolgendo vite umane. Il capo dello Stato ha citato la frase di "un'esponente dell'opposizione" che ha detto "nessuno è senza colpe". "Credo che abbia ragione", è stato il commento di Napolitano. "Non si tratta di individuare responsabilità, ma di capire perché le norme di legge non sono state attuate, per difetto dei controlli o per irresponsabilità diffuse".

"Non chiudere gli occhi". "Bisogna vedere – ha aggiunto Napolitano – come sia potuto accadere che non siano state attivate indispensabili norme, che erano state tradotte in legge e chiedersi anche come non siano scattati i necessari controlli. Nessuno in questi casi nessuno dovrebbe chiudere gli occhi. Né chi vende, né chi acquista un immobile. Ma al di là delle responsabilità, bisogna decidere – ha sottolineato il presidente della Repubblica – cosa è possibile fare, affinché tutto ciò non accada mai più. E questo si può fare non con profezie o impossibili previsioni dei terremoti, ma rendendo sicuri gli edifici, anche quelli più antichi". Napolitano ha aggiunto che la prevenzione dei crolli legati ai terremoti si fa "non con fantasiose profezie, ma apprestando i mezzi indispensabili affinché gli edifici resistano".

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Orgoglio per la protezione civile. "Ho voluto vedere la realtà", ha detto dopo aver visitato anche la tendopoli di San Demetrio e, apprezzando l'opera del governo, Napolitano ha elogiato Bertolaso e i vigili del fuoco sostenendo che "la protezione civile è il simbolo dell'Italia" e sottolineando che moltissimo è stato fatto nel recupero e salvataggio di chi era sotto le macerie e poi per gli sfollati, tanto che "il Paese può essere soddisfatto e inorgoglito".

Complimenti. Il presidente ha detto di aver "apprezzato tutte le decisioni che le autorità di governo a livello nazionale, regionale e locale hanno assunto" e di aver avuto modo di compiacersi "del clima di sinergia tra tutti i livelli istituzionali". Poi si è complimentato con il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.

Un sistema italiano. "E' veramente qualcosa di singolare e molto italiano – ha detto ancora Napolitano – questo sistema di protezione civile, perché si vedono insieme quelli che professionalmente servono lo Stato in queste circostanze e quelli che si dedicano per missione in questo impegno di solidarietà, di vicinanza umana e anche di efficacissimo intervento operativo".

"Il primo-dopo". Napolitano ha anche indicato la strada per ''un 'primo dopo' che – ha aggiunto – sarà quello di consolidare le situazioni di accoglienza per quelle famiglie che non potranno tornare alla loro casa da qui ai prossimi mesi. Occorre trovare tendopoli e situazioni confortevoli come è accaduto in situazioni di altri terremoti. In Umbria si è riusciti – ha concluso Napolitano – a dare situazioni accettabili''. Onna. Napolitano si è detto "ammirato dalla dignità del popolo abbruzzese che ha insegnato cos'è la vita". Avendo ancora negli occhi le immagini indimenticabili di Onna. Nella sua visita a L'Aquila, questa mattina, il presidente si era fermato anche dinanzi alla Casa dello studente, in via XX Settembre, dove sono morti diversi giovani nel crollo della palazzina.

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"Non rompete". Nel corso della visita ad Onna, Napolitano si è letteralmente trovato circondato dai fotografi. Visibilmente innervosito il capo dello Stato ha allargato le braccia e ha detto in maniera esplicita: "Poiché non sono venuto qui per farmi fotografare da voi, fatevi da parte: non rompete!". Poi, in conferenza stampa, la 'riconciliazione': "Buongiorno, ci siamo già incontrati… Ci sono stati obbiettivi implacabili di fotografi e cineoperatori, comunque – ha concluso il presidente – vi ringrazio per l'attenzione".

Grazie ai soccorritori. Napolitano si è fermato a parlare con i vigili del fuoco che stanno ancora scavando per cercare altri eventuali corpi di giovani rimasti sotto le macerie. "Sono qui – aveva detto stringendo la mano ad alcuni di essi – per dovere, per sentimento e per ringraziarvi per tutto quello che state facendo".

Gli aiuti dall'estero. ''Per quello che riguarda i messaggi che ho direttamente ricevuto per via telefonica da altri Capi di Stato si è trattato sia di espressioni di partecipazione al nostro cordoglio e sia di espressioni di disponibilità per contribuire allo sforzo in via straordinaria e impegnativa che s'impone all'Italia, poi naturalmente spetta al governo accertare chi ha la consistenza di queste disponibilità'' e quale ''sia il modo migliore di analizzare concreti contributi che possono venire da altri Paesi''.

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La visita nella tendopoli. Napolitano ha fatto il giro della tendopoli (50 tende, 600 persone ospitate) di San Demetrio ne' Vestini, fermandosi per qualche istante anche alla mensa e al posto medico. Poi ha salutato, quasi uno per uno, le persone che da lunedì alloggiano nell'area allestita nel campo sportivo del paese e i volontari che vi lavorano.

Le lamentele. Napolitano ha raccolto le legittime lamentele degli sfollati e anche qualche protesta, come quella di un ragazzo che gli ha riferito la voce che gira, secondo la quale gli ospiti nelle strutture alberghiere della costa, bambini compresi, sarebbero mandati via fra dieci giorni. "Non date retta a queste voci – lo ha tranquillizzato Bertolaso – staranno negli alberghi finché necessario". Una donna anziana si è avvicinata al presidente per raccontargli il dramma che sta vivendo. Quando la nipote ha invitato la donna a non insistere, Napolitano l'ha fermata: "Non si preoccupi, ci si deve pure sfogare".

Commozione. Il presidente della Repubblica ha voluto tributare un omaggio privato alle 278 salme disposte nel grande hangar della caserma della Guardia di finanza di Coppito. Ha trovato un sacerdote e alcuni scout in preghiera. Si è soffermato in raccoglimento, di fronte al terribile spettacolo di morte delle bare allineate, in mezzo alle quali spiccavano le bare bianche, quelle dei bambini e dei ragazzi. Una immagine, poi, lo ha particolarmente: una bara sulla quale ne era posata una piccola bianca.


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Pantaleo Gianfreda