“Maltrattato”. Ora c’è l’esposto

10 Novembre 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda
Spread the love

Dopo il comizio-denuncia il vicesindaco Gianfreda porta il caso della perquisizione alla Procura e ai carabinieri.

Sugli incredibili episodi che mi hanno visto involontario protagonista nei giorni scorsi (perquisizione di una pattuglia dei Carabinieri il 13 ottobre e le successive, ignobili lettere anonime), mercoledì 5 novembre ho presentato presso la Sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri della Procura della Repubblica di Lecce un "atto di denuncia querela contro le persone che saranno ritenute responsabili dei fatti denunciati". Lo stesso atto è stato presentato al Prefetto e al Comando provinciale dei Carabinieri. Di seguito un articolo del "Nuovo Quotidiano di Puglia" del 10 novembre. (p.gianfreda)

Fermato il 13 ottobre scorso e perquisito da una pattuglia dei carabinieri è stato accompagnato dalle forze dell’ordine presso l’ospedale di Casarano dove è stato sottoposto ad alcuni accertamenti medici volti a valutarne le condizioni psicofisiche. E tutte le operazioni si sono concluse con esito negativo. L’uomo non aveva assunto droga né era in possesso di stupefacenti o armi. E non si tratta neppure di un malvivente bensì del vicesindaco di Collepasso, Pantaleo Gianfreda che, ora, chiede a gran voce che sia fatta giustizia su quanto accaduto quella sera. L’altra mattina, infatti, Gianfreda ha depositato il proprio esposto alla Procura della Repubblica di Lecce, alla Prefettura ed al Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri dove ha chiesto che sia fatta chiarezza sugli avvenimenti di quella sera e, inoltre, che sia effettuata una perizia calligrafica volta ad individuare l’autore di alcune lettere che, pochi giorni dopo la perquisizione, giunsero nelle abitazioni di tutti gli assessori comunali di Collepasso e dipingevano l’amministratore come un delinquente.

LEGGI ANCHE  Ryan, generoso cane-“bagnino” della Montagna Spaccata, e Freddy, il “Robinson Crusoe” di Lido Conchiglie

“Quanto accaduto – afferma Gianfreda – lede la dignità della mia persona e mi costringe a pormi alcune domande. Innanzitutto, ritengo che coloro che hanno effettuato l’operazione fossero a conoscenza del fatto che ero innocente. Lo dimostra il fatto che solo uno dei carabinieri è sceso dall’auto mentre l’altro, un mio concittadino che mi conosce benissimo, è rimasto in macchina. Procedura abbastanza inconsueta dal momento che, se realmente io fossi stato un sospettato, l’atteggiamento assunto dai militari non era certo d’aiuto per la loro incolumità. Ma, dato che i carabinieri hanno affermato che il luogo in cui stavo circolando, la zona di Masseria Calò a Casarano, è sospetto, mi auguro che gli arresti, le perquisizioni e i sequestri effettuati dai tutori della legge in quella zona siano così tanti da giustificare un simile atteggiamento nei confronti dei cittadini onesti. Inoltre, quando sono stato fermato mi trovavo in compagnia del mio amico e consigliere comunale Luigi Frassanito che non è stato né perquisito né sottoposto ad alcuna analisi. Infine – conclude – nonostante l’assoluto silenzio dei diretti interessati, a Collepasso sono iniziate a circolare voci distorte su quanto accaduto. Mi chiedo come ciò sia possibile”.


Spread the love
author avatar
Pantaleo Gianfreda