Il “caso Eluana”

17 Luglio 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Caso Eluana: alcune considerazioni "terra terra"..

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un breve intervento di Luigi Marzano sul "caso Eluana". Sarebbe interessante aprire un libero e pacato confronto tra i nostri lettori su questo delicato caso, che, in questi giorni, sta facendo discutere moltissimo tanti interlocutori sulla stampa e in televisione. 

E' di questi giorni la sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Eluana, la ragazza che da 16 anni giace in stato vegetale attaccata a una macchina per farla respirare e nutrita con un sondino gastrico. Naturalmente il solito coro dei sì e dei no, dei “a favore” o “contro”, si è puntualmente scatenato, riversando fiumi di parole, rilasciando interviste e testimonianze. Trovo in tutta questa discussione una punta di ipocrisia e molta ideologia. Si discute di un caso di una persona che non potrebbe vivere senza le macchine a cui è attaccata, peraltro dimenticando che questo è un lusso da paesi ricchi, in cui si può discettare metafisicamente se “la vita è mia o me l'ha data Dio”, se tenere occupata una macchina per la sopravvivenza di una persona senza speranze, quando in un paese povero sarebbero già contenti di averla una simile macchina, che in molti casi salva la vita. Eluana giace da 16 anni, non pensa, non desidera, non vede, non sente, una macchina le consente di vivere, ma senza di questa non potrebbe sopravvivere, visto che non c'è terapia che la possa tirare fuori dal suo stato vegetativo irreversibile, mantenuto esclusivamente con l'ausilio della macchina. Mi viene da chiedermi, se nei paesi occidentali, la vita di un individuo dipende da Dio che gliela concede e gliela toglie o dipende da una macchina alimentata dall'elettricità ottenuta bruciando vile petrolio.


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Pantaleo Gianfreda
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