Le riflessioni di un medico “sull’ennesima morte di giovani ragazze a Collepasso”

11 Luglio 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il dr. Luperto nel corso di un dibattito televisivo

Ricevo e pubblico un breve e significativo intervento del nostro concittadino dr. Antonio Luperto, ginecologo e fisiopatologo della riproduzione, dopo il precedente articolo sulla “strage di giovani donne, che ha avuto vasta attenzione ed eco nell’opinione pubblica (al momento son ben 10.000 le visualizzazioni e oltre 200 le condivisioni dell’articolo). La prematura morte di Valentina e di altre due giovani donne nell’arco di un anno a causa del medesimo male ha suscitato, infatti, enorme emozione e preoccupazione. E grande appare anche la volontà delle donne e di tutti i cittadini di reagire. Come dimostra il seguente intervento del dr. Luperto, che ringrazio, un medico che ha dedicato e dedica la sua vita e la sua attività professionale alla salute delle donne con passione, rigore e serietà, partecipando anche a conferenze, incontri e dibattiti accademici e pubblici sull’impatto dell’ambiente sulla nostra salute. (p.g.)

Caro Direttore,

lo sgomento che accompagnava il tuo commento di domenica sull’ennesima morte di giovani ragazze a Collepasso mi porta a fare alcune considerazioni.

Alla base di tutto c’è l’epigenetica, cioè gli effetti della natura sul nostro organismo. Parliamo di “leggi della natura”, intendendo così che la stessa è uno stato (altrimenti non avrebbe le sue leggi) che si è dotato di alcune disposizioni che noi spesso inficiamo con i nostri comportamenti.

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Dal quarto mese di gravidanza, la gestante esposta a fonti inquinanti trasmette al proprio feto queste sostanze che si vanno a sostituire o ad alterare le risposte delle nostre ghiandole interne (tiroide, ovaio, testicolo), tanto che le chiamiamo “interferenti endocrini “. Al momento del parto, nel tarantino, nel cordone ombelicale dei neonati se ne sono contati circa 200 (bisfenoli, diossina, parabeni, ecc ). Nascono così bambini con “difetti di fabbrica” (brutto termine), che si possono manifestare subito (malattie rare) oppure attivare a distanza di anni (cancro). L’industrializzazione mal controllata nei sui effetti inquinanti, l’uso di pesticidi nelle colture, i campi elettromagnetici, la spazzatura per strada con il percolato che finisce nella falda “programmano” l’assetto genetico del futuro bambino, che è privo di un potere disintossicante nei suoi primi mille giorni di vita, proprio perché in quel periodo si sta appena formando il suo sistema neuro-endocrino.

Cosa fare. Invertire la tendenza dell’esposizione a fonti inquinanti. Abbiamo costruito le zone industriali in ogni Comune, ma ci siamo dimenticati di collegarle ai depuratori (dove ci sono, non funzionano ). I derivati della trasformazione dei prodotti industriali finiscono in pozzi a perdere, con massivo inquinamento del sottosuolo. Ortaggi, frutta, pascolo, tutto quello che portiamo a tavola, è fortemente inquinato. Compriamo frutta e verdura venduta sui marciapiedi, prodotti esposti ai gas di scarico delle automobili. Allorquando uno di questi interferenti raggiunge un valore-soglia, si accende nell’organismo “sprogrammato” quel led che farà manifestare la patologia. E’ una specie di richiamo, come per i vaccini. Noi medici ne parliamo da tempo, purtroppo inascoltati.

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Con la “medicina predittiva” oggi posso sapere di cosa mi ammalerò tra 10 anni e magari porre rimedio al mio stile di vita. Ma a chi mi rivolgo? I Consultori familiari che dovrebbero tutelare la salute della donna e quella del neonato (art.1 comma c) sono fermi alla loro istituzione (1975), la Magistratura pensa a chiudere le discoteche e non costringe i Comuni a dotarsi di impianti di depurazione (la legge per gli ecoreati ha ormai tre anni), la politica chiude ospedali ma non crea alternative sul territorio. Sia allora la società civile a indignarsi. Cominciamo a chiedere ai nostri sindaci la messa in sicurezza delle zone industriali, nel nostro sottosuolo abbiamo la nostra Ilva e la nostra Cerano. Partiamo con una petizione trasversale (il tuo giornale potrebbe essere strumento utile ), magari con una raccolta di firme. Lo sgomento, il fatalismo vanno ridimensionati con una rinnovata voglia di dire la nostra.

Grazie dell’ospitalità

Dr. Antonio Luperto


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Pantaleo Gianfreda