Abbiamo visto il futuro (in Puglia).

11 Luglio 2010 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ripartire da Sud. Fabbriche culturali low cost, contributi alle miglior start up, borse di studio, creatività, case della musica e cineporti. La politica (eretica) della regione “scufunnata” in mezzo all’Adriatico è una scommessa: investire sui giovani. Qui lo fanno davvero  

Primo in classifica si è piazzato Nicholas Caporusso, con il progetto di un guanto per facilitare la comunicazione delle persone non vedenti e non udenti. Alain Sabatier invece ha inventato un corriere espresso, il Bari Bici Express: «Venivo da Parigi dove servizi come questo esistono da anni. Quando mi sono trasferito in Puglia non mi sembrava vero: Bari è così piatta, una meraviglia per chi ha la passione della bicicletta». Adriano Bottarico e i suoi soci portano in giro i turisti col risciò a sette euro l’ora, mentre Antonio Montinaro ed Esterina Marino producono pannolini ecologici per Mammaflò, azienda salentina.

Poi ci sono Luciano Lapadula e Vito Antonio Lerario con 1900, sartoria e museo vintage nel centro di Bari, e una coppia, Francesco Antonacci e Monica Del Vecchio, che da Bilbao è tornata tra gli ulivi per aprire una società di indagini di mercato via web. E la lista non finirebbe più. Ma quello che colpisce davvero è l’età di questi “imprenditori”: tutti tra i 18 e i 32 anni. Le loro start up (424 in tutto) lo scorso anno sono state finanziate, grazie al programma Principi Attivi, ognuna con contributi a fondo perduto di circa 25mila euro, provenienti dal governo Prodi e dalla Regione.

Perché in Puglia c’è un fenomeno unico in Italia: la comparsa dei giovani. E non solo per motivi anagrafici – un quarto degli abitanti è nella fascia di età 16 – 34 anni, una delle percentuali più alte a livello nazionale. Mentre da altre parti si intona il requiem sulle generazioni perdute, soffocate da gerontocrazia, precariato e consumismo, qui ai ragazzi sono stati dati gli strumenti per comporre il proprio futuro. «Hai presente Kennedy?», chiede Annibale D’Elia, staff Bollenti Spiriti. «Be’ invece di pensare a cosa fare per i “poveri giovani” abbiamo chiesto a loro che cosa fare per noi. Gli abbiamo chiesto di salvare la Puglia». Il passaggio è fondamentale. Non solo perché in terra borbonica questo ufficio regionale si considera sia un server sia un software, ovviamente open source, per i cittadini. Il copione vuole che i soldi per le politiche giovanili siano assegnati a chi si occupa di ragazzi: famiglia, università, associazioni, servizi sociali, promuovendo l’assistenzialismo.

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Qui invece la politica di Nichi Vendola (e Guglielmo Minervini, ex assessore alle Politiche giovanili) è stata eretica: dare i soldi ai diretti interessati. Stesso principio per l’istruzione: «In meno di quattro anni abbiamo erogato 20mila borse di studio», racconta Bianca Bellino, anche lei dello staff Bollenti Spiriti. «Ma abbiamo lasciato libertà ai ragazzi di studiare dove volevano. C’è chi ha fatto il master in Puglia, chi è andato in Spagna, negli Stati Uniti, persino in Australia».

Una posizione spericolata. I critici dicono che sono soldi buttati al vento perché uno che è stato a Oxford avrà poi davvero voglia di rientrare a Foggia? A volte sì. «Tra i vincitori di Principi Attivi c’è un alto tasso di gente col master», dice Roberto Covolo, 32 anni, staff Bollenti Spiriti. «Ma il punto è un altro. Noi diciamo ai ragazzi di andare a fare la loro esperienza nel mondo e poi, se vogliono, tornare e inventare qualcosa di utile per noi». Mettere in moto energie virtuose. «Perché qui se uno faceva gol, l’altro correva dall’arbitro a farlo annullare», continua d’Elia. «E non si faceva mai niente». Covolo racconta che con Laboratori Urbani si è inaugurata la più grande operazione di realizzazione di «fabbriche culturali low cost in Italia»: 169 cantieri per recuperare altrettanti spazi comunali dismessi. «Visto che bello?», dice, mentre ci porta in visita alla imponente Casa della Musica di Trepuzzi, nel Salento. «Questo era un ex mercato dei fiori. Il suo destino sarebbe stato diventare ipermercato. E invece oggi è una sala per concerti e per la produzione di musica gestita da Marinella Mazzotta e Cesare Dell’Anna, due vincitori di Principi Attivi».

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Spazi abbandonati erano anche le Manifatture Knos di Lecce, ex scuola per metalmeccanici, oggi spazio di coworking, con il nuovo cineporto, e il Cantiere Maggese di Taranto, dove l’associazione LABuat è occupata in un progetto per riqualificare il difficile centro storico. “La poesia è nei fatti”, era lo slogan elettorale di Vendola. «Abbiamo capovolto quella che era l’accusa principale che veniva rivolta a Nichi: essere un poeta. E l’abbiamo trasformata in un punto di forza», sostiene Giovanni Sasso, 39 anni, direttore di Proforma, l’agenzia che insieme a FF3300 ha curato le campagne di Vendola (la sua pagina Facebook, aggiornata da un creativo di 26 anni, Dino Amenduni, fa 140mila contatti e cresce di 700 fan al giorno).

Nei fatti ci sono anche cinema e musica. A 31 anni Silvio Maselli, ex Proforma, passato da Fandango, è diventato direttore della Apulia Film Commission, fondazione nata nel 2007 principalmente per attrarre le produzioni cinematografiche. Maselli è uno sveglio. Capace di fare marketing della Puglia – e di se stesso. Elenca i risultati: «Più di 100 film tra cui quelli di Ozpetek e Checco Zalone, Il Bif&st, festival di Felice Laudadio. E nel futuro la produzione di un soggetto cinematografico. Non è stato facile per questa lingua di terra scufunnata in mezzo all’Adriatico. Non siamo Berlino, però Nichi ha ca-pito che sotto la cenere covava un grande fermento intellettuale». «Lui ha sollevato il coperchio», aggiunge Antonio Princigalli, direttore di Puglia Sounds, agenzia appena nata con la missione di promuovere la musica. «E se questo accadesse anche nel resto d’Italia…».

Certo, come ha scritto Goffredo Fofi sulla rivista Lo Straniero, è necessario esercitare una certa cautela nei giudizi: ne abbiamo viste (e ne vediamo) tante in questo paese. A volte la realtà è più prosaica. Quest’anno, per esempio, i soldi per le start up sono stati ridotti a un quarto per assenza di contributi ministeriali. La Regione finanzierà non più di un centinaio di progetti. Nel 2013 finiranno i contributi Fesr, fondi europei di sviluppo regionale. Ultimamente chi ha ricevuto le borse di studio si è lamentato perché non si aspettava di pagarci le tasse ed è nata una querelle sul web. Dei 424 progetti dei Principi Attivi, bisognerà vedere quali, finiti i soldi, staranno in piedi da soli. Così come i 169 spazi culturali e due cineporti per una regione: troppi? Ma anche se la maggior parte fallisse, in un paese in cui i fondi alla cultura sono decurtati, in cui i giovani che accedono al lavoro sono l’eccezione, non vi sembra straordinario averci anche solo provato? «Abbiamo generato un fenomeno sociale», dice D’Elia, «un’esperienza di apprendimento per combattere l’esclusione sociale e promuovere il ricambio. Altrimenti chi può scapperà sempre di qui e chi non può continuerà a farsi le canne al giardinetto».

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Non sappiamo se Vendola, come dice Bill Emmott, ex direttore dell’Economist, sia l’Obama pugliese (ma lo speriamo). Di certo ha dato un’impronta molto personale – anche discutibile – alla politica, a cominciare dalle Fabbriche di Nichi. Tra gli intervistati non abbiamo raccolto una critica – nemmeno anonima – e questo rischia di trasformarlo in guru, re taumaturgo, libera nos a malo – un boomerang? Ma con i suoi slogan, la visione a 360° e la solidarietà ha creato una nuova narrazione – e con quella ha conquistato pure gli industriali del Nord Est. E non sappiamo nemmeno se “abbia sistemato i suoi”, come lo accusa l’opposizione – vedi il concorso per l’Apulia Film Commission, secondo Nino Marmo (An-Pdl) fatto su misura per Maselli. Possiamo dire però che i segni di cambiamento sono veri, visibili. E che se ha aiutato i suoi, be’ ha dato delle opportunità anche agli altri. E per me, scappata dalla Puglia a 18 anni, sono davvero tanti, questi altri.


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Pantaleo Gianfreda