Istituto Comprensivo: riduzione dell’orario scolastico e “settimana cort(issim)a”. Doverose precisazioni

8 Febbraio 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Francesco Merenda, presidente del Consiglio di Istituto del Comprensivo scolastico Collepasso-Tuglie

Ritorno sulla vicenda della “settimana corta”, anzi “cortissima” (27 ore di scuola nella Primaria, invece di 29), riportata in un precedente articolo per alcune doverose precisazioni.

Come in altre occasioni, l’articolo è stato condiviso su un gruppo facebook locale, dove ha suscitato un serrato confronto e vari commenti.

Tra questi, due mi hanno particolarmente colpito: quello tranchant di una valente (più che altro, “valentina”) maestrina salentina, nonché lontana cursupina, insegnante di sostegno nelle scuole “del Nord”, che mi ha fatto un po’ sorridere per “pregiudizio confesso” (“In un solo articolo – ha scritto la maestrina -, l’autore rappresenta le due categorie di persone che lentamente (e neanche tanto) stanno deteriorando la Scuola: il politico di turno che parla di Scuola, pur non capendone nulla; il giornalista che distorce le informazioni, con il risultato di creare solo disinformazione”… bontà sua!) e un altro un po’ “s(toma)chevole”, rozzo e fuorviante (… alcuni, pur nati “tomisti” per “magnanimi lombi”, non apprezzano – o forse non conoscono – il “tomismo”, pensiero filosofico di san Tommaso d’Aquino).

Questi ed altri commenti sono stati “conditi” dai “mi piace” di alcuni followers, tra cui quelli del buon (e muto) presidente del Consiglio di Istituto Francesco Merenda, che, da me ripetutamente sollecitato, non ha voluto, a differenza della Dirigente scolastica, spiegare le motivazioni della decisione e rilasciare una dichiarazione (… questo “la dice lunga” sull’imbarazzo per una scelta poco oculata e penalizzante per i ragazzi/e!).

Sede amministrativa dell’Istituto Comprensivo Collepasso-Tuglie

L’articolo ha probabilmente generato equivoci per chi si fosse fermato solo al titolo (chiaro per i residenti, forse poco chiaro per i non residenti) e non lo avesse letto interamente. Alla luce di certe incomprensibili e contraddittorie prese di posizioni che ha suscitato, devo riconoscere che forse sono stato anch’io poco chiaro e un po’ prolisso (me ne scuso), considerato che si evince chiaramente che personalmente sono per una scuola “a tempo pieno” e aperta e che è assurda la scelta di ridurre l’orario scolastico e “costringere” ad una “settimana corta“, ma con “orario lungo” nella mattinata. C’è bisogno, infatti, soprattutto nel Mezzogiorno, di maggiori attività, socializzazione e formazione per i nostri ragazzi e le nostre ragazze (la “settimana corta” ha ragione solo nell’ambito di queste scelte scolastiche).

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Data l’importanza del tema, cerco, perciò, di riepilogare sinteticamente e stavolta (spero) con chiarezza.

Il Consiglio di Istituto, dopo un preventivo “monitoraggio” dei genitori (solo “un genitore per bambino” poteva, però, esprimersi), ha deciso di introdurre la “settimana corta” (al mattino) dal lunedì al venerdì, riducendo il “monte ore” scolastico. A seguito di questa decisione ha proceduto ad una nuova articolazione oraria delle lezioni, ridotte di due ore settimanali nella Primaria (da 29 a 27), e allungato l’orario per i cinque giorni (5 e mezzo nella Primaria per 27 ore, 6 nella Secondaria per 30 ore).

Nuova articolazione oraria A.S. 2020-2021

Nel prossimo anno scolastico, pertanto, “Si avrà un orario scolastico giornaliero più oneroso con verifiche e interrogazioni che potranno essere effettuate anche durante la 5^ e la 6^ ora”, come ha scritto la stessa Dirigente scolastica M. Francesca Conte.

M. Francesca Conte

Sarebbe bastata questa autorevole testimonianza per rilevare quanto sia stata poco felice la “pilatesca” decisione della stessa Dirigente e del Consiglio d’Istituto. Pur nella corretta e giusta dialettica tra le diverse componenti scolastiche, costoro non hanno voluto assumersi l’onere di decisioni di loro esclusiva competenza, scaricando ogni responsabilità sugli esiti del “monitoraggio”, rivolto solo ad “un genitore per bambino”. I genitori, sbagliando, si sono espressi per meno ore di didattica e la “settimana cort(issim)a”.

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Appare evidente anche ai più prevenuti che ciò danneggia “solo e solamente” i ragazzi/e, che, nelle “33 settimane convenzionali di lezione” previste dalle circolari ministeriali nella Primaria, avranno per l’A.S. 2020-2021 un monte ore didattico inferiore (66 ore in meno rispetto all’anno corrente, ma ben 429 in meno rispetto a quelle previste nelle scuole a tempo pieno) e un orario mattiniero “lungo” e stressante (5,30 ore giornaliere nella Primaria e 6 nella Secondaria), con tutte le conseguenze prevedibili ed immaginabili.

Non so se la circostanza sconcerti solo me oppure, se si riflette seriamente (e senza “salami sugli occhi”), dovrebbe sconcertare in primo luogo gli stessi genitori, che avranno figli meno istruiti e meno preparati ad affrontare il futuro (…anche i genitori talora sbagliano!), i docenti ed ogni comune cittadino.

Sorprende che su una questione così importante ci sia la solita “ignavia” e non si reagisca doverosamente ad ogni livello, pretendendo maggiore istruzione e formazione per le nostre ragazze e i nostri ragazzi.

Pantaleo Gianfreda

Post scriptum

Alla lontana cursupina, alla quale esprimo simpatia ed affetto, vorrei, per la cronaca, specificare che, oltre ad avere insegnato in corsi extracurricolari in varie scuole della provincia e in Istituti di formazione professionale (mi assegnano tuttora ore di lezione), sono stato nel passato presidente del Consiglio di Istituto dell’ex Scuola Media e, nella fase di passaggio all’Autonomia, anche Commissario dell’Istituto Comprensivo, nominato dal Provveditore. In quella veste deliberai l’introduzione del tempo pieno, che non ebbe seguito per motivi assai “emblematici”, che sarebbe lungo e superfluo riportare (se ho ben capito, anche la cara “valentina maestrina” è, però, un’estimatrice del “tempo pieno”… per cui appaiono incomprensibili ed estemporanee certe prese di posizioni…). Queste mie esperienze non mi inducono, certamente, a ritenermi un esperto, ma solo un convinto assertore del ruolo fondamentale della Scuola, fulcro ed essenza della società.

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Specifico, altresì, di non essere un “politico” (ho abbandonato da tempo l’attività politica, ma ritengo di essere, come mio dovere civico, cittadino attento ed impegnato) né un “giornalista” (al più un modesto “scribacchino” che ama scrivere ed informare, ricevendo talora apprezzamenti e talaltra critiche).

Naturalmente, “non capendone nulla” di scuola (e di politica) e di tanto altro… ed essendo (nonostante l’età) solo un “dilettante allo sbaraglio”… sono sempre pronto a colmare la mia profonda ignoranza (il buon Socrate mi ricorda sempre… “Έτσι, δεν γνωρίζω”… “scio nescere”… “so di non sapere”… “sacciu ca nu sacciu”…), a ricevere “lezioni” ed acquisire “conoscenza” da chiunque, anche da una “valentina-maestrina-salentina-cursupina” trapiantata “al Nord”… 

Tanti (ed io tra questi) – pur “terroni” ed “ignoranti”, ma orgogliosi e curiosi figli della “Magna Grecia” – hanno ancora, pur nell’”età del passaggio”, voglia di imparare e curiosità di conoscere!


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Pantaleo Gianfreda