Collepasso è “covid-free”… ma il sindaco “dimentica” di rassicurare i cittadini e non rispetta le prescrizioni. Un caso emblematico e una pubblica denuncia

29 Settembre 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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In un post del 4 settembre sul suo profilo facebook, il sindaco Menozzi aveva annunciato “un caso di coronavirus. Un nostro concittadino “operatore sanitario” è risultato positivo al covid-19”.

Sono trascorsi, ad oggi, 25 giorni e i cittadini non sanno ancora niente circa l’evoluzione del caso.

Come sta quella persona, ha superato quel difficile momento, è ancora in cura, il contagio è stato fermato?!?

Domande legittime da parte di tutti i cittadini… ma il “primo cittadino” tace.

Non tacciono, però, i familiari, che, oltre a voler comunicare alla cittadinanza che il soggetto oggi sta bene, essendo risultato da tempo “negativo” ad ogni tampone, intendono denunciare pubblicamente l’insensibilità, il pressapochismo, la superficialità e le omissioni di Sindaco e Amministrazione, che non sono stati in grado nemmeno di applicare alcune elementari norme di sicurezza previste dai protocolli anti-covid.

Un riepilogo cronologico del caso in questione aiuta a comprendere la situazione (per rispetto della privacy e delle prescrizioni in materia, ometto i nomi, sebbene gli stessi familiari mi abbiano autorizzato a renderli noti).

Il 3 settembre, il soggetto, che presta servizio presso una Residenza socio-sanitaria di un Comune vicino, viene sottoposto a tampone e risulta positivo. Immediata l’attivazione della procedura prevista.

La persona “positiva” viene contattata dal medico della Asl per ricostruire la possibile “catena di contagi” e risalire ai contatti avuti nei giorni precedenti. Su disposizione del medico, tutta la famiglia ed altre tre (di congiunti) vengono poste in quarantena.

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La mattina seguente, venerdì 4 settembre, la persona “positiva” si premura di telefonare al sindaco, del quale è peraltro parente, per informarlo della situazione ed attivare il protocollo sanitario previsto.

Incredibilmente, il sindaco risponde che deve attendere il report ufficiale della Prefettura per poter attuare il protocollo sanitario. Pubblica, comunque, il post su facebook, in cui comunica la presenza a Collepasso di un caso di coronavirus.

In questi casi il protocollo prevede, tra l’altro, che “tutti i rifiuti domestici prodotti … siano conferiti solo ed esclusivamente come rifiuto indifferenziato” e che venga “interrotta la raccolta differenziata” dalle abitazioni di “soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria”, come si evince dalla sottostante disposizione di un Comune vicino.

Il sindaco, responsabile della salute e della sicurezza dei cittadini, non dà, però, alcuna disposizione in materia.

Sabato 5 settembre è effettuato il tampone a tutta la famiglia e vengono notificati i provvedimenti di isolamento domiciliare sino al 17 settembre e al soggetto “positivo” la “fine quarantena” a data da destinarsi.

Il 7 settembre l’Asl comunica l’esito negativo dei tamponi sui familiari. Il sindaco viene subito avvertito e, nel corso della telefonata, informa di aver ricevuto un primo report dalla Prefettura, in cui venivano riportati i nominativi delle tre famiglie, ma non quello del “positivo”, invitando ad attendere successivi report per mettere in atto i protocolli previsti.

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Il sindaco, però – dicono i familiari -, non si fa più sentire né tantomeno riceviamo visite da parte dei vigili per la sorveglianza attiva” né (per la cronaca) l’azienda incaricata di raccogliere i rifiuti urbani riceve disposizioni riguardo alle modalità di ritiro dei rifiuti delle quattro famiglie.

Martedì 15 settembre viene ripetuto il tampone sui familiari. Dà esito negativo. Il sindaco viene subito informato.

Giovedì 17 e sabato 19, a distanza di 48 ore, vengono effettuati due tamponi al soggetto in quarantena.

L’esito è finalmente negativo.

La “buona notizia” viene comunicata al sindaco il 21 settembre, che nella circostanza informa che i successivi report ricevuti riportavano il soggetto residente nel Comune della Residenza sanitaria e non a Collepasso, nonostante che già sin dal 4 settembre lui stesso avesse dato comunicazione sul suo profilo facebook e che i giornali riportassero “un caso” tra i “Covid-positivi” nel nostro Comune (cliccare e leggere).

Il soggetto ora sta bene e tutti i familiari stanno bene (sorvolo su alcune “raccapriccianti” e antipatiche circostanze riferitemi)… ma, ad oggi, il sindaco non ha informato né tranquillizzato la cittadinanza sulla buona notizia che da alcuni giorni Collepasso è “covid-free”, “libera” da contagi.

E speriamo che continui ad essere “libera” con il buon senso e il rispetto delle prescrizioni da parte di tutti…

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…sindaco compreso, che (sia detto per inciso), nel decorso della malattia, non ha avuto nemmeno la sensibilità di informarsi sullo stato di salute del soggetto “positivo” (parente, tra l’altro)!

… ma… “questo è un sindaco?!?!”… in quali mani sono affidate la salute, la sicurezza e la tranquillità dei cittadini?!?

Pantaleo Gianfreda


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