12 maggio, Giornata internazionale dell’Infermiere. 2020 “Anno mondiale dell’Infermiere” e bicentenario di Florence Nightingale, madre dell’Infermieristica moderna

12 Maggio 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Mai come quest’anno assume particolare rilevanza una ricorrenza riservata negli anni scorsi quasi esclusivamente agli addetti ai lavori e nel passato poco nota o poco pubblicizzata dall’informazione.

Mi riferisco alla “Giornata internazionale dell’Infermiere”, che si festeggia oggi, 12 maggio.

La particolare situazione sanitaria scoppiata in Italia e nel mondo nel corrente anno ha fatto riscoprire a tanti la figura e il ruolo dell’infermiere, di donne e uomini che, a rischio della propria vita, ligi al loro dovere e innamorati della loro professione, oggi sempre più importante e strategica, sono stati e sono in prima linea nella lotta al coronavirus, spesso unici compagni nell’“ultimo viaggio” di tante vite spezzate in solitudini angoscianti e disperate.

Florence Nightingale

Il 2020 era stato già da tempo dichiarato dall’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) “Anno mondiale dell’Infermiere” (“Queste professioni hanno un valore inestimabile per la salute delle persone di tutto il mondo”, ha detto il direttore generale Oms), in coincidenza con il bicentenario di Florence Nightingale, di famiglia inglese, nata a Firenze nel 1820, fondatrice e “madre” dell’Infermieristica moderna, di cui seppe condensarne il ruolo in una celebre frase: “L’infermieristica non è semplicemente tecnica, ma un sapere che coinvolge anima, mente e immaginazione”.

“Mai come in questo periodo è necessario guardare al passato per farne tesoro e costruire un futuro migliore – spiega la presidente nazionale della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), Barbara Mangiacavalli -. La pandemia ci ha insegnato che occorre studiare dati, lavorare su evidenze scientifiche, agire di comune accordo con metodo e professionalità. Sono tutte intuizioni già presenti nel pensiero e nelle opere di Florence che, oltre ad essere la madre di tutti noi infermieri, è stata una fine statistica, tanto che all’estero la ricordano come colei che ha ridotto la mortalità per malattie dei soldati nella guerra di Crimea dal 47 al 2 per cento. Quello che, per analogia, ci auguriamo possa accadere nell’emergenza Covid 19”.

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A tutte le infermiere e a tutti gli infermieri d’Italia e del mondo un grazie sentito per quanto hanno fatto e continuano a fare per fermare “il mostro” in questo tempo di emergenza e per quanto hanno sempre fatto e fanno con dedizione e umiltà ogni giorno della loro vita lavorativa negli Ospedali e in tutti i Centri di cura accanto ai malati.

Un pensiero e un augurio particolari ai miei compaesani infermieri e infermiere che svolgono la loro attività negli Ospedali e nei Centri di cura salentini e di tutta Italia, spesso protagonisti di toccanti testimonianze riportate da questo blog… auguri, Serena, Tiziana, Giuseppe, Anna Rita, Luigi, Ada e tanti altri… e grazie a voi e a tutti i vostri colleghi e colleghe per quello che fate!

Pantaleo Gianfreda

 


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