Giovanni Mangia (originario di Collepasso), dal Salento al successo artistico internazionale

9 Maggio 2019 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Una vita consacrata all’arte: con queste parole si può riassumere il percorso di Giovanni Mangia, artista che con il suo talento ha saputo valicare i confini nazionali.

Nato a Collepasso nel 1949, Mangia ha manifestato le sue inclinazioni e la passione per le arti figurative sin dall’adolescenza: conseguita la maturità presso il Liceo Artistico di Lecce, il passo successivo è stato spostarsi a Firenze per frequentare la facoltà di Architettura. Qui ha inizio un percorso di crescita e maturazione che non si è limitato alla formazione accademica, ma che ha investito il suo modo di concepire la vita e di interpretare la società moderna, rivoluzionandolo: il passaggio dalla provincia, dal meridione e dal mondo contadino alla realtà dei movimenti studenteschi di quegli anni avrà infatti su di lui un forte impatto e cambierà per sempre il suo modo di fare arte.

Nelle sue tele l’adesione all’aspetto figurativo e alla rappresentazione fedele della realtà svanisce per far spazio all’astrattismo materico: è in questa fase che inizia a riscuotere i primi riconoscimenti, partecipando con successo a prestigiose kermesse d’arte (II Premio Nazionale di Pittura “Leonardo” a Vitolini di Vinci – giugno 1969; I Premio Nazionale di Pittura “Brunellesco” a Firenze – 1970). Le sue opere vedono ora aprirsi al proprio cospetto le porte delle migliori gallerie di Firenze: Galleria 14 in via dei Servi, Galleria Borgo Pinti, Galleria Niccoli e Galleria Europa, per citarne alcune. Sono gli stessi anni durante i quali frequenta lo studio del pittore Pietro Annigoni in borgo degli Albizzi e quello fiesolano del professore Giovanni Michelucci. Nel 1974 il successo si fa internazionale: una mostra personale di grande successo ad Amsterdam e, nello stesso anno, l’esposizione di alcune sue opere in alcune città dell’Ohio in America, dove ottiene il plauso dei galleristi di Findlay, Cincinnati, Cliveland, Detroit e San Luis.

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Nelle sue opere, ormai ambite da collezionisti ed intenditori, la carica espressiva e pittorica è esplosiva, e non si limita più al solo uso del pennello e del colore, ma si avvale dell’inserimento di frammenti di materiali eterogenei, con un richiamo all’arte informale e alla tecnica del collage. Terminati gli studi ritorna nel Salento: qui l’intensa attività professionale e la carriera da architetto non gli consentono di dedicarsi all’arte con gli stessi ritmi di un tempo, ma non abbandona i pennelli: risale al 1980 una sua personale a Maglie.

In tempi più recenti, partecipa alla mostra “Architetti in Arte” (2005) presso il convento dei Teatini di Lecce, e nel 2013 viene inserito dopo una rigorosissima selezione nel database di ADRION_ART, progetto nato con lo scopo di identificare, selezionare e valorizzare artisti contemporanei e attivi nella regione della Grecia occidentale e del Sud Italia.

Fonte: ilpaesenuovo.it, 8.5.2019


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Pantaleo Gianfreda