Quegli alberi “rapiti” e il rabbioso e sconclusionato “ululato” di un vanesio topolino in difficoltà

28 Agosto 2019 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Google documenta la presenza di due alberi (ora spariti) prima dell’acquisto dell’immobile da parte della coppia Menozzi-Filieri

Ricordate la vecchia vicenda delle “colonne rapite” all’epoca del sindaco Salvatore Perrone, di cui Paolo Menozzi era vice, riapparse per incanto sulla collina di Sant’Eleuterio in una villetta (tuttora abusiva)?

Pare “ca lu viziu te lu vicinu ‘ncodda” perché, mutatis mutandis, sembra oggi ripetersi la stessa “saga”.

Che fine hanno fatto i due alberi del marciapiede di via Conte Alberti (angolo via F. De André) lungo la “Casetta bianca” della coppia Menozzi-Filieri?

L’inflessibile Google ne documenta, come dimostra l’immagine nella foto superiore, la loro presenza prima che la “real coppia” procedesse alla ristrutturazione dell’immobile.

Che fine hanno fatto i due alberi “spariti” (come dimostra la foto sottostante) presumibilmente per esigenze private della famigliola?

Marciapiede risistemato lungo la proprietà Menozzi-Filieri senza i precedenti alberi

C’è chi dice che l’albero più grande sia stato “rapito” sin dall’inizio della ristrutturazione, mentre il più “mingherlino”, alla cui esile ombra una minuta donna anziana era solita stazionare, sia stato, invece, “rapito” pochi giorni fa, in occasione del recente rifacimento (privato) del marciapiede (pubblico) antistante.

C’è stata mai una richiesta e l’autorizzazione del Comune per togliere i due alberi?!?

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Nella stessa strada, a quanto mi è stato riferito, un cittadino aveva chiesto tempo fa l’autorizzazione a sradicare un albero. Il Comune gliela aveva negata. Come mai “no” a quel cittadino e “sì” (se mai c’è stato da parte del Comune) alla coppia Menozzi-Filieri?

Invece di vaneggiare, minacciare ed “ululare alla luna”, ritenendosi un nobile lupo – e non il pavido coyote che è -, Menozzi risponda, come suo dovere, a queste semplici domande e nel merito dei contenuti del precedente articolo. Pronto a pubblicare eventuali comunicati o smentite… sinora mai pervenuti.

È vero o non è vero quanto riportato?!? Risponda, se è in grado, a questa semplice domanda. Senza creare, come tenta confusamente, “diversivi” o lanciare minacce che non stanno “né in cielo né in terra”, arrivando persino ad invocare l’intervento della Magistratura, come se questa fosse “l’attendente” delle sue “fisime”.

Ben venga la Magistratura e chiarisca tutti i fatti, se lui non ha il coraggio e la dignità di farlo!

Mi hanno segnalato, infatti, un post sulla pagina facebook di Menozzi. Pur non facendo il mio nome, tutti (mi dicono) hanno capito che sia riferito a me dopo la pubblicazione del precedente articolo.

Ci sarebbe da non crederci. È, infatti, un post così sconclusionato, “senza capo né coda”, un disperato “diversivo” forse “buttato lì”, d’emblée, in un momento di forte confusione emotiva… più che altro potrebbe apparire come il “ruggito” di un rabbioso e vanesio topolino intrappolatosi da solo “pe’ lu troppu piacere te lu casu”.

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Quando il “re”, come nella favola, si scopre improvvisamente “nudo” – sol perché un fanciullo grida “il re è nudo” di fronte ad una folla osannante, ossequiosa e cieca -, non sa come e cosa fare per coprire le sue “vergogne”. E può succedere che “si agiti” in modo così goffo e sconclusionato da esibire ancor di più le sue “vergogne” tra il riso e il sarcasmo della gente.

O, forse, ho toccato un “nervo scoperto”?!?

Più che dare lezione ad altri, il sindaco Menozzi si rilegga i principi costituzionali e normativi dei doveri della Pubblica Amministrazione, che deve essere prima di tutto “trasparente”, e risponda nel merito.

Parla di “notizie” che risulterebbero “inesatte” (non “false”!) che dovrebbero essere “rettificate”… quali sono?!? Non lo dice né ne contesta il merito. Ogni cittadino, pertanto, potrebbe dedurre che siano vere e che i fatti abbiano una “verità sostanziale”.

Un sindaco dovrebbe avere almeno la capacità di capire che la libertà e il diritto di “informazione e critica” sono costituzionalmente garantiti. E sembra strano che a dare lezioni sia chi per anni ha sguazzato in un ottuso e rovinoso “sciacallaggio politico”, come dimostrano i suoi velenosi e rissosi anni all’opposizione.

Mi viene, però, un sospetto. La sua, al di là del fatto personale, potrebbe essere solo una reazione “politica”, in perfetta linea con il partito neofascista e sovranista della Meloni cui ha dato appoggio nelle recenti elezioni europee.

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Forse in pochi se ne sono ancora accorti, ma da alcuni mesi a Collepasso non c’è più un’amministrazione di centro-destra. C’è – ahinoi! – solo un’amministrazione fascio-leghista con a capo il melonian-fittiano Menozzi.

Pantaleo Gianfreda


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