“Prima l’Europa”: un voto per Ivan Stomeo, rappresentante del “Salento migliore” nel Parlamento Europeo

24 Maggio 2019 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Ivan Stomeo, candidato al Parlamento Europeo

Domenica 26 maggio, dalle ore 7.00 alle 23.00, si vota per l’elezione del Parlamento Europeo.

Si vota crociando sulla scheda il partito prescelto ed è possibile esprimere sino a tre preferenze per candidati della lista votata, alternando candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda e terza preferenza.

A Collepasso sono 5.582 gli elettori e le elettrici iscritti nei sei seggi elettorali predisposti presso la Scuola Primaria: 2.708 uomini (48,51%) e 2.874 donne (51,49%).

Il voto del 26 maggio è importante e sarà “storico”. Dovrà decidere il destino dell’Europa, in cui, dopo 70 anni di pace, ritornano a soffiare forti e malefici i venti dei nazionalismi (o “sovranismi”, come oggi vengono chiamati) che furono all’origine delle due guerre mondiali.

Con queste elezioni si deciderà se gli Stati europei continueranno a comportarsi come tanti piccoli, simpatici ma insignificanti “chihuahua”, che “abbaiano” e non “mordono” né intimoriscono “tigri” e “leoni” che oggi decidono il destino del mondo (Cina, Stati Uniti, Russia), oppure diventare un “dobermann” o un “boxer” temuto e rispettato, capace di tenere a bada “tigri” e “leoni” e decidere con “pari grado” insieme alle altre grandi Nazioni.

Populisti “provincialotti”, assurti a improbabili ruoli di statisti, che latrano “ad uso e consumo” dei più bassi istinti umani slogan quali “Prima gli Italiani”, “Prima gli Ungheresi”, “Prima i Polacchi”, ecc., appaiono di fronte al mondo solo come megalomani e insignificanti topolini che squittiscono e non atterriscono certo tigri e leoni.

L’Italia e gli altri Paesi europei si salveranno e avranno un ruolo solo se i cittadini di buon senso daranno un segnale forte per completare il processo di Unione Europea e costituire gli Stati Uniti d’Europa, in grado, come gli Stati Uniti d’America, di avere un Presidente europeo eletto direttamente dai cittadini, un’unica politica estera, economica e di difesa, pur nell’autonomia dei singoli Stati. L’America, pur con i suoi limiti, è una grande Nazione perché 50 Stati si sono uniti. Perché non può farlo l’Europa, culla della civiltà e della democrazia occidentali? Perché non capire che per salvaguardare gli interessi dei cittadini dei singoli Stati oggi viene “Prima l’Europa”?

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Trump brandisce da anni lo slogan vincente “First America” (“Prima l’America”), non  certo quello di “First Texas” o Massachusetts o Pennsylvania. E l’“America” è una Federazione di 50 Stati autonomi, che, oltre ai propri, eleggono i parlamenti nazionali, il Presidente che rappresenta e decide per l’intera Nazione e persegue un’unica politica nazionale che permette ancora oggi agli Usa di essere la prima nazione del mondo. La stessa immensa Russia è una federazione di ben 85 entità federali, 22 delle quali sono repubbliche autonome.

La verità è che l’Europa unita non è gradita proprio agli interessi dell’America e della Russia, che non a caso spargono fake news sul web e finanziano lautamente i populisti europei, come la Lega di Salvini, con lo scopo di tenere l’Europa divisa e ininfluente.

“First Europa”-“Prima l’Europa” dovrebbe essere lo slogan di questa campagna elettorale!

Io voterò per gli Stati Uniti d’Europa e per il partito italiano che, pur con i suoi travagli e limiti e le mie critiche, ritengo più coerentemente europeista, erede del grande Altiero Spinelli, che dal confino dove era stato relegato dal fascismo, lanciò nel 1944 con Ernesto Rossi il Manifesto di Ventotène “Per un’Europa libera e unita”, il documento che fu nel Dopoguerra alla base della promozione dell’unità europea.

Nell’ambito del centrosinistra e della frastagliata sinistra, oggi, al di là di simpatie o antipatie personali o di situazioni locali e contingenti, il mio voto è laicamente e razionalmente rivolto al partito italiano più europeista e rappresentativo e a candidati che ritengo più coerenti, affidabili e credibili.

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Voterò, pertanto, per Ivan Stomeo, candidato per la Circoscrizione dell’Italia Meridionale nelle liste del “Partito Democratico-Siamo Europei”.

Stomeo, 47 anni, dal 2010 sindaco di Melpignano, piccolo borgo “internazionale” della “Notte della Taranta”, e uno dei più apprezzati sindaci d’Italia, crede negli Stati Uniti d’Europa e può rappresentare degnamente nel Parlamento Europeo il Salento migliore e più dinamico e l’intero Mezzogiorno.

Il suo è un curriculum di tutto rispetto: oltre ad essere dipendente del Consorzio Asi e da 9 anni sindaco, nella cui veste ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali soprattutto per il suo impegno a favore della salvaguardia dell’ambiente, è stato sino a marzo 2019 presidente dell’Associazione Nazionale Borghi Autentici d’Italia, cui aderisce anche Collepasso, e dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina. Attualmente è membro del direttivo nazionale dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani con delega a “Rifiuti ed Energia”, membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione “La Notte della Taranta”, Presidente dell’Istituto Diego Carpitella e della Fondazione “Futurae”. È stato ideatore e promotore in Puglia delle Cooperativa di Comunità.

Una persona di cui fidarsi per costruire un’Europa migliore e democratica, unita e più vicina alle esigenze popolari e a chi ha più bisogno!

Pantaleo Gianfreda

Post scriptum

Anche stavolta è candidato per le elezioni il multiforme Andrea Caroppo, cinque partiti in pochi anni, consigliere regionale della Lega “trombato” alle elezioni politiche dello scorso anno, che tenta la conquista di un’altra poltrona. Non si vergogna un po’ questo “terrone” salentino nel sostenere e mettere la sua faccia accanto a quella del “Truce” Salvini, che solo pochi anni fa ci definiva “terroni di m…a”?!?

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Riporto, poi, un’eloquente “descrizione” dell’eterno candidato Raffaele Fitto fatta dal suo ex commilitone Maurizio Gasparri (Forza Italia) nel corso di una manifestazione politica dello scorso 17 maggio a Lecce.

Di Fitto, questa volta candidato con Fratelli d’Italia della “sovranista” Giorgia Meloni, Gasparri ha detto: “Ha cambiato 13 partiti e ne ha fondati 5, poi è finito con Cameron e gli inglesi se ne sono scappati. Ora è sovranista, dopo aver sfidato Berlusconi e aver ottenuto lo zero virgola. Fitto non è sovranista: è lì perché era l’unico posto libero”.

Se lo dice Gasparri, che lo conosce bene… continueranno anche questa volta i tanti “allocchi” locali a votare per il 30° anno per il camaleontico ex giovane Fitto?!?


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Pantaleo Gianfreda