Centro diurno: la Regione minaccia la “revoca del finanziamento” e costringe Menozzi alla sua “messa in funzione”

25 Marzo 2019 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Interno del Centro diurno

Giorni fa Paolo Menozzi ha annunciato trionfante sui social: “Parte finalmente la gara per l’affidamento del Centro diurno di Collepasso”, corredando la notizia con foto degli accoglienti locali e guadagnandosi le ammirate congratulazioni di ingenui “allocchi” all’oscuro dei fatti.

A tenere chiusa la struttura per sei anni e impedirne l’apertura è stato, infatti, proprio l’ineffabile Menozzi.

Chissà se nel fare quelle foto, che da anni pubblico su questo sito per smuovere la sua intorpidita coscienza, il sindaco non abbia avvertito, in un barlume di autocoscienza istituzionale, un certo rimorso per aver lasciato nell’abbandono quella bella struttura per così lunghi anni!

Certo, il soggetto soffre probabilmente di una goffa sindrome chiamata “rimozione dell’avversario”, che porta ad agire in modo spesso dissennato per “rimuovere” dalla memoria personale e collettiva i meriti e le benemerenze di un avversario (politico) che, nel caso specifico, ha fortemente voluto quel Centro, che “parte finalmente”!

L’annuncio rappresenta una buona notizia. “Finalmente!”, però, lo possono dire solo cittadini onesti e chi ha lottato per quel Centro, non certo un sindaco mistificatore e senza meriti, che lo ha sempre boicottato.

Il Centro “parte”, infatti, non per volontà di Menozzi, ma per un deciso e decisivo ultimatum della Regione, cui il soggetto non fa mai cenno.

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Lo conferma l’atto di Giunta, da lui stesso approvato il 20.12.2018 (del. G.C. 239/20.12.18) e pubblicato il 29.1.2019, che dà avvio all’affidamento.

Il 21 novembre 2018 la Regione Puglia ha inviato una nota al Comune per chiedere “una verifica di messa in funzione della struttura”, minacciando “nel caso di sua assenza” che “verrà avviato nei confronti dell’Ente il provvedimento di revoca del finanziamento”.

Chiaro e netto l’ultimatum della Regione: o l’Amministrazione avvia subito il funzionamento del Centro oppure dovrà restituire i 558mila euro erogati per la sua realizzazione, rimettendoci anche i 42mila euro di cofinanziamento comunale.

Cosa ha, allora, da annunciare trionfante un sindaco millantatore e omissivo, che non avverte nemmeno il dovere di chiedere scusa ai cittadini per la sua pluriennale latitanza e la vergogna di un ultimatum regionale, che rappresenta una clamorosa sconfessione e un’umiliazione per lui e la sua Amministrazione?!?

C’è di più. Oltre due anni fa era già “partito” un altro affidamento del Centro con del. G.C. 34/27.2.17. Perché quella delibera – forse solo una “partenza simulata” – non è stata mai resa operativa?!?

Sarà questa la volta buona “finalmente”?!? Speriamo di sì. Grazie, però, solo all’intervento della Regione. Anche perché non possiamo credere che il ragionier Menozzi sia così fantozziano da dissanguare il bilancio comunale e costringere il Comune (cioè, tutti i cittadini) a restituire 558mila euro alla Regione.

Altre immagini (sopra e precedenti) dell’interno del Centro diurno

C’è, infine, un altro “piccolo” particolare. Del caso, dopo il mio ultimo articolo sul Centro diurno (leggi), è stata interessata anche “Striscia la notizia”, benemerita a suo tempo nel determinare lo sblocco dei lavori del famigerato rondò della Masseria Grande, che, dopo aver telefonato al Comune per avere notizie, mantiene i “fari puntati” sulla vicenda, pronta a svergognare l’Amministrazione in caso di ulteriori inadempienze.

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Voglio, pertanto, essere fiducioso che quel Centro, da me fortemente voluto quando ero assessore alle Politiche sociali, sia “finalmente” attivato, sebbene solo grazie al deciso e decisivo intervento della Regione.

Pantaleo Gianfreda


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