“Caso Caltabiano”: il Giudice convalida l’arresto e rimette in libertà l’indagato in attesa di giudizio

8 Novembre 2019 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Palazzo di Giustizia di Lecce

Nessuna presunta e millantata “assoluzione” per Marcello Caltabiano, arrestato due giorni fa dai Carabinieri per “produzione, traffico e detenzione illegale di stupefacenti” e poi detenuto agli “arresti domiciliari”.

Vediamo i fatti, alla luce di voci autorevoli e documentate raccolte presso il Tribunale.

Si è tenuta nell’odierna mattinata udienza di convalida dell’arresto presso l’ufficio del Gip (Giudice per le Indagini Preliminari) del Tribunale di Lecce (dove campeggia l’immagine dei Giudici Falcone e Borsellino) con interrogatorio dell’arrestato, assistito dal legale.

A fine udienza il Gip dott. Giovanni Gallo ha emanato un’ordinanza di “convalida di arresto in flagranza di reato e di rimessione in libertà”.

Il Gip Giovanni Gallo

Il Giudice ha, cioè, dichiarato legittimo l’arresto del Caltabiano operato dall’Arma dei Carabinieri, avallandone in pieno l’operato, in quanto egli era “in flagranza di reato”. Nella sua abitazione sono stati, infatti, trovati vari involucri di cocaina e lo stesso soggetto ha riconosciuto la circostanza senza alcuna contestazione, giustificandone la presenza “per uso personale”.

A seguito di tale dichiarazione e del riconoscimento della sua piena colpevolezza da parte dell’indagato, il Giudice ha ritenuto insussistenti i “gravi indizi”, ordinato la liberazione del Caltabiano e invitato i Carabinieri a tenerlo sotto controllo.

Questo significa che il soggetto dovrà subire un processo per i reati contestatigli e che si presenterà all’udienza penale (quando verrà fissata) non da carcerato, ma “a piede libero”. Solo in quella sede, dopo che il Giudice deciderà se sia colpevole od innocente, si saprà se egli sarà stato “assolto” o “condannato” e solo allora, nel caso di assoluzione, potrà scrivere “assolto” sui social (non so se, nel caso di condanna, scriverà “condannato”).

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Essendo garantista, gli auguro che egli sia in grado di dimostrare la sua innocenza – cioè di giustificare la presenza in casa di varie dosi di cocaina ad uso personale e non per spaccio – e che venga assolto (o condannato se il Giudice lo riterrà colpevole).

Marcello Caltabiano

Certo è che rimane l’onta grave di una clamorosa “irruzione” di tanti Carabinieri nella casa del “siciliano”.

Egli e la sua convivente, invece di tempestare facebook di post falsi ed ignobili o gettare fango su persone libere ed oneste – che, pertanto, non hanno alcuna paura delle loro intimidazioni, manipolazioni e falsità -, farebbero bene a vergognarsi e a tacere, se hanno un minimo di dignità e di coscienza. E a scusarsi con la comunità che li ospita da anni, costretta oggi a subire anch’essa una “notorietà” indesiderata per loro responsabilità, considerato che la clamorosa e massiccia operazione dei Carabinieri, nota a tutti, è stata la doverosa conseguenza di indagini ben mirate che hanno, comunque, portato alla luce la presenza di cocaina in casa (altro che “in mezzo alla campagna è stata trovata…”, come scrive l’Innominabile convivente!).

I due, forse non cogliendo il senso dell’ordinanza del Giudice (… ma l’avvocato non gliel’ha spiegato?!?), hanno postato senza ritegno e pudore alcuni post su facebook. L’avevano già fatto l’altro ieri in occasione del primo articolo, obbligandomi a “bannare” l’arrogante e supponente “indesiderata” e ora, “sopportato” per alcune ore il post dello “splendido supereroe” che ha confessato al Giudice di far uso di droga, con l’altrettanto arrogante e supponente “indesiderato”. Provo vergogna a risultare, seppur solo virtualmente su facebook, loro amico!

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L’indagato in attesa di giudizio ha pubblicato sulla sua pagina facebook, sulla mia e su quella di InfoCollepasso il seguente post accompagnato da un emoji “bacione e sorridente” (…invece, dovresti solo vergognarti e piangere, pover’uomo!) indirizzato alla mia persona:

Non si vergogna di certa “notorietà”? Il post presenta, come si vede, anche allusioni minatorie, che invito il soggetto a cancellare, astenendosi dal pubblicarne ancora. In caso contrario sarò costretto a denunciare lui e la sua convivente, che ne ha pubblicato l’altro ieri uno analogo. Forse non lo sanno, ma le minacce e le vergognose e calunniose allusioni fatte sui social prefigurano gravi reati.

La sua convivente ha postato con uguale “faccia tosta” sulla pagina  facebook “Sei di Collepasso……” il seguente post, senza che l’amministratore ne verificasse preventivamente l’attendibilità (gravissimo!), con chiaro indirizzo alla mia persona:

… a me (e non solo) dispiace tanto per loro e vi confesso di averne profondissima pena!

Permettetemi, infine, due ultime considerazioni.

Possibile che ci siano tanti “allocchi” adulti (capisco quelli piccoli, considerato che gli “allocchi” nascono ciechi e sordi) che diano credibilità con i loro like e i loro commenti (alcuni stupidissimi) a certa “gente” e non alle Forze dell’Ordine e a chi con onestà e serietà (e sempre documentandosi) informa i cittadini delle cose “buone e brutte” di questo paese?!?

Il Caltabiano, inoltre, dovrebbe avvertire la sensibilità di dimettersi da presidente della squadra di calcio locale, l’Usd Collepasso Calcio. Non so se sarà assolto o condannato quando ci sarà la causa penale. Certo è che una persona in attesa di giudizio per reati collegati alla droga non possa essere un “buon esempio” né una “guida” per tanti giovani e giovanissimi e le loro famiglie.

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Pantaleo Gianfreda

Post scriptum

Per maggiore lettura e diffusione, pubblico anche in calce a quest’articolo un significativo commento, a firma “Lens”, già pubblicato come commento al precedente articolo

Bisogna riconoscere a questi personaggi una gran faccia tosta visto che cercano di giustificarsi dicendo che “in un terreno nei pressi di casa loro è stata trovata cocaina” ed il “signore” deride chi ha scritto l’articolo dicendo “grazie per la notorietà” “sono stato assolto” quando poi sappiamo tutti che i carabinieri non si muovono se non hanno la certezza di ciò che devono trovare. In questo caso i signori in questione dovrebbero accettare ciò che viene scritto e tacere perché “chi di spada ferisce di spada perisce” e la signora dovrebbe ricordare quando non molto tempo fa sprecava parole buttando fango e veleno su fatti che non erano i suoi e occupandosi di una casa che non era la sua. Grazie Pantaleo per scrivere sempre con grande coraggio di tutto ciò che accade nel paese e un grazie in anticipo ai carabinieri se continueranno a contrastare lo spaccio di droga a Collepasso che è un problema molto più esteso di quanto si possa credere.

Operazione “Fire and Sword” (“Ferro e Fuoco”): arresti (Caltabiano a Collepasso) e denunce della Compagnia C.C. di Casarano. La “rassegna stampa”

Clamorosa operazione dei Carabinieri a Collepasso: arrestato Marcello Caltabiano per produzione, traffico e detenzione illegale di stupefacenti


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Pantaleo Gianfreda