Festa della Donna: #8marzodellebambine. Diritti negati a milioni e milioni di bambine nel mondo

8 Marzo 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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In occasione della Giornata della donna, l’Unicef promuove ogni anno campagne in difesa dei diritti delle bambine con l’hastag #8marzodellebambine

L’8 marzo diventa così un’occasione per parlare e sensibilizzare sul tema della difesa delle bambine, che nel mondo continuano a subire costanti violazioni dei diritti, discriminazioni e violenze.

Ci sono ancora Paesi dove nascere femmina è in partenza uno svantaggio, che significa minore accesso ad istruzione, assistenza sanitaria e nutrimento ed essere destinate ad essere “bambine domestiche” in Perù, “spose bambine” in Bangladesh,  “mamme bambine” della Costa d’Avorio, “bambine salvate dall’infanticidio” in India.

L’OMS stima che almeno 150 milioni di ragazze nel mondo abbiamo subito abusi sessuali, 88 milioni di bambine lavorano come schiave, 16 milioni di adolescenti partoriscono in condizioni di pericolo per la loro vita.

Essere bambine e ragazze nella maggior parte dei Paesi del mondo significa ancora oggi diritti negati, violenze fisiche, psicologiche o sessuali. Anche l’accesso a una risorsa fondamentale come la scuola è precluso a circa 62 milioni di loro e per una su 4 scuola ed educazione rimarranno un sogno per tutto l’arco della vita.

Sono più di 16 milioni e mezzo le ragazze che partoriscono tra i 15 e i 19 anni nei Paesi in via di sviluppo, 2,5 milioni prima di compierne 16. Oltre a comportare gravi rischi per la salute delle mamme-bambine e dei loro neonati, le complicazioni durante la gravidanza e il parto precoce sono la prima causa di morte per le giovani donne, con una stima annuale di 70mila decessi tra le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Salute e qualità della vita sessuale e riproduttiva rischiano di essere compromesse per un numero ancora più ampio di giovani donne. Sono infatti 30 milioni quelle esposte, secondo le stime relative al periodo 2016-2026, al rischio di subire una mutilazione genitale e le sue conseguenze, 12 milioni ogni anno quelle che si sposano prima dei 18 anni e 2,6 miliardi le ragazze e donne che vivono ancora oggi in Paesi dove lo stupro coniugale non è considerato di fatto un crimine.

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In occasione dell’8 marzo, l’Unicef fa il focus sui matrimoni precoci con la campagna “Bambine, non spose”. Grazie alle campagne di sensibilizzazione, la percentuale di donne che nel mondo hanno contratto matrimonio da bambine è diminuita del 15% nell’ultimo decennio, da 1 su 4 a circa 1 su 5. Tuttavia ogni anno 12 milioni di ragazze diventano spose bambine. L’Unicef accende i riflettori su questo fenomeno sottolineando la necessità di ulteriori passi avanti per contrarre ancora i numeri di questa pratica. “Senza un’ulteriore accelerazione, oltre 150 milioni di ragazze in più si sposeranno prima del loro 18esimo compleanno entro il 2030” spiega l’Unicef , ricordando che nel mondo circa 650 milioni di donne in vita oggi si sono sposate da bambine.

… ma c’è anche chi non si sposerà pià… come Alessia e Martina, le due bambine di 8 e 14 anni uccise il 28 febbraio scorso a Latina dal padre!

In questo 8 marzo, un pensiero anche a loro (e alla madre) e alle tante bambine (e bambini) vittime di soprusi e violenze domestiche anche nel nostro “civile” mondo occidentale…

Alessia e Martina, le due bambine uccise dal padre il 28 febbraio
Al centro, la madre Antonietta Gargiulo, gravemente ferita


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Pantaleo Gianfreda
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