In viaggio su “due ruote”: Giovanni ad Auschwitz con Vespa e Valerio ad Instabul con Harley-Davidson

8 Ottobre 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Giovanni Imperiale e Valerio Giaffreda

Inforcare un motore a “due ruote”, partire da Collepasso e “fare un giro” di qualche migliaio di chilometri per l’Europa “non è da tutti”. Bisogna avere spirito di avventura, senso di libertà, coraggio, “vista lunga”, curiosità, ma anche “arte”, perché ci vuole tecnica, razionalità, pazienza, capacità nell’intraprendere simili avventure.

Li chiamano “riders traveling” o semplicemente “riders” .. “motociclisti in viaggio”… e un numero sempre maggiore di appassionati “a due ruote” si cimenta in questa originale esperienza on road.

Giovanni (Imperiale), dipendente della ditta Bianco Igiene (la ditta che raccoglie giornalmente i rifiuti urbani),  lo fa in modo ancora più originale.

Con la sua amata Vespa 125 PX attraversa l’Europa ormai da 15 anni.

Anche quest’anno lo ha fatto. In estate, come sempre. Dal 2 al 12 giugno ha percorso 3.499 chilometri.

Traguardo: Auschwitz Birkenau, Polonia … “il viaggio più lungo, più litigioso, il più istruttivo che io abbia mai fatto. Un viaggio che tutti dovrebbero fare. Auschwitz Birkenau”, ha scritto su facebook.

Un appassionato viaggiatore su due ruote è anche Valerio (Giaffreda), ragazzo di specchiata “bonafede”, “nato e cresciuto” tra i motori.

Su facebook si è registrato con quello strano nomignolo… “Shovelhead”… come il nome di un motore che montano le Harley-Davidson, la sua grande passione.  Con la fiammante Harley, Valerio Shovelhead parte da Collepasso il 17 maggio. Obiettivo: Istanbul.

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Qualcuno ha scritto che il motociclista è un tutt’uno con la sua moto, come il cavaliere errante e il suo cavallo. Un binomio perfetto che richiama imprese epiche e sconfina nel mito. Non a caso, il motociclista è chiamato anche “centauro”, come il semidio mezzo-uomo e mezzo-cavallo della mitologia greca.

Chi è “diversamente giovane” (come me) ricorderà il fascino che esercitava negli anni ‘70 la visione del film “Easy Rider” (1969, con Dennis Hopper, Peter Fonda e Jack Nicholson), che faceva “sognare” e “viaggiare” tanti giovani sulle roboanti e “liberatorie” moto dei protagonisti in interminabili viaggi lungo le “praterie autostradali” americane

La particolarità di Giovanni è che la sua “due ruote” è una Vespa.

Un rider con la medesima passione ha scritto: “Viaggiare in moto è un’esperienza magnifica; viaggiare in Vespa è una magnifica esperienza da folli”, aggiungendo: “Ciò che permette di farlo è l’immaginazione, la fantasia e la capacità di sognare tipiche di alcuni viaggiatori; quei viaggiatori in grado di fare del mezzo di locomozione il motivo stesso del viaggio”.

La Vespa, veicolo per passeggiate o brevi distanze, non sarebbe certo adatta alle lunghe “cavalcate”, ma Giovanni (e tanti appassionati come lui) ha saputo “domarla” ed “adeguarla” alle lunghe distanze. Quest’anno, insieme a due amici di Aradeo, è partito per la nuova esperienza. Ha preso a Bari il traghetto per Dubrovnik e, in sella alla sua Vespa, ha attraversato Bosnia, Croazia, Slovenia, Austria, Repubblica Ceca per giungere, infine, ad Auschwitz Birkenau, luogo di una delle più immani tragedie e vergogne della storia dell’uomo. Un lungo “pellegrinaggio”, quasi un camìno de Santiago “su due ruote”, per rendere onore e omaggio ai martiri della barbarie umana.

Una bellssima foto di Giovanni (di spalle) sul famigerato binario di Auschwitz

Il suo è stato un viaggio tranquillo, ma ricco di emozioni e di tanti particolari, su cui ci sarebbe tanto da scrivere. A Giovanni piacerebbe raccogliere in un libro esperienze, emozioni e ricordi dei tanti viaggi in Vespa. Sarebbe certamente interessante.

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Il viaggio di Valerio, invece, è stato più breve. “Solo” 2100 chilometri e cinque giorni (17-21 maggio). Ad accompagnarlo l’amico Davide Birtoli di Neviano. Un viaggio in due. Con due Harley-Davidson, naturalmente!

Valerio e Davide partono da Collepasso alle ore 9.00 di giovedì 17 maggio. Alle 12.30 si imbarcano a Brindisi sul traghetto per Igoumenitsa (Grecia). Sbarcano alle 21.30 e si mettono subito on road. Si fermeranno verso le 2.30 vicino Salonicco, dove “piantano le tende” sul prato di un distributore dell’autostrada. Poi, al risveglio, la “galoppata” verso Istanbul.

Si fermeranno pochi giorni per visitare e conoscere (seppur in minima parte) quella intrigante, meravigliosa e bifronte città euro-asiatica sul Bosforo.

Una città di bellezza inenarrabile”, scriveva un viaggiatore già nel X secolo, che racchiude in sé occidente ed oriente, culture cristiano-bizantine e le predominanti islamiche, le splendide vestigia dell’Impero Romano d’Oriente, di cui fu capitale con il nome di Costantinopoli sino alla metà del XV secolo, e quelle ancora maggiori dell’Impero ottomano turco, di cui fu capitale sino al 1922, quando la capitale della moderna Turchia venne trasferita ad Ankara. Nonostante i tanti assedi, distruzioni e ricostruzioni nei secoli, Istanbul-Costantinopoli conserva un’attrazione e un fascino imperituri, frutto di storia e storie millenarie.

In questa multiforme e affascinate città turca, Valerio si sente a suo agio, quasi a casa propria. Chi lo direbbe mai un occidentale con quei lineamenti?!? Certo, tra turchi e salentini ci sono tante affinità (soprattutto genetiche), ma anche vecchie “ruggini” non ancora del tutto sopite… anche se ormai ci si “scherza sopra”. Come fa Valerio nel simpatico video postato su facebook… un vero “siparietto”… vorrebbe essere un dialogo tra il saraceno collepassese e il taxista turco, che non comprende e sorride, ma è solo uno scherzoso monologo rivolto al discendente di quei turchi che assalirono il Salento nel 1480… “voi siete venuti ad Otranto… ‘nditi ‘ccisi 800… ma mo’ tie te penzi ca prima ccu partu unu nnu’ l’aggiu ccitire?… nnu burdellu iti cumbinatu… ma bbe pare ‘na cosa normale? Ieu unu stasera l’aggiu fare fuori… ccu pareggiu quarche cuntu almenu…”. … Grande (e, per fortuna, buono e innocuo) Valerio!

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Anche questo succede in questi viaggi, dove ci si avventura per conoscere, imparare, socializzare, ma anche ridere, scherzare, passare il tempo… altrimenti che viaggi on road sarebbero?!?

Alla prossima, Giovanni e Valerio!

Pantaleo Gianfreda


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