25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le iniziative a Collepasso

24 Novembre 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Le cronache sono piene di fatti di violenza riguardanti donne importunate, discriminate, aggredite, sfigurate, brutalizzate, persino ammazzate (spesso dai propri mariti, compagni, fidanzati o ex fidanzati).

Secondo stime Eures, nei primi dieci mesi di quest’anno le donne uccise in Italia sono state 106 (una ogni 72 ore).

Da gennaio a fine luglio sono state 1.646 le italiane e 595 le straniere che hanno presentato denuncia per stupro.

Secondo l’Istat, inoltre, sono 6 milioni e 788 mila le donne che nel corso della propria vita hanno subito una forma di violenza sessuale o fisica.

Sempre secondo l’Istat, nel 2017 sono state 49.152 le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza e 29.227 di queste hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza. Ogni Centro prende annualmente in carico mediamente un numero di 115,5 donne, massimo al Nord-Est (170,9) e minimo al Sud (47,5). Non perché da noi siano minori i casi di violenza, ma per quell’atavica e persistente ritrosia e paura di moltissime donne a denunciare le violenze (soprattutto domestiche e sessuali) e rivolgersi ai Centri antiviolenza. Succede anche nel nostro piccolo centro che clamorosi fatti di violenza rimangano nel chiuso delle case, “nel rispetto” dell’antica e desueta massima “I panni sporchi si lavano in famiglia”, persino nei casi gravissimi di violenze sessuali su minori. Il 26,9% delle donne che si rivolgono ai Centri sono straniere e il 63,7% ha figli minorenni in più del 70% dei casi.

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Nell’Ambito sociale di Casarano, di cui fa parte il nostro Comune, fu istituito e finanziato nel 2010 un Centro antiviolenza, allocato in via Padre Stomeo (Tel/Fax 0833 556562 – Cell. Pronto Intervento h24 328.8212906), che mi auguro funzioni ancora.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul drammatico tema della violenza sulle donne e prevenire e limitare i suoi devastanti effetti, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito il 17 dicembre 1999 la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

L’assemblea dell’Onu scelse il 25 novembre come data della ricorrenza in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime del dittatore fascista Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961).

Le sorelle Mirabal

Il 25 novembre 1960 le sorelle Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, mentre si recavano in auto a far visita ai loro mariti in carcere, furono fermate dalla polizia, condotte in una piantagione di canna da zucchero e uccise a bastonate. I militari, poi, sospinsero la macchina con i loro corpi verso un precipizio per simulare un incidente.

In tutto il mondo il 25 novembre è celebrato con il colore arancione, tanto che si parla anche di Orange Day. Un Women, l’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere, lo ha scelto come simbolo di un futuro in cui le donne si saranno liberate dalla violenza degli uomini. In Italia, però, dove la Giornata si celebra solo dal 2005, spesso all’arancione è preferito il rosso.

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Soprattutto in Italia, infatti, il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne sono le scarpe rosse, lasciate abbandonate su tante piazze del nostro Paese per sensibilizzare l’opinione pubblica. Lanciato dall’artista messicana Elina Chauvet attraverso una sua installazione, nominata Zapatos Rojas, è diventato presto uno dei modi più popolari per denunciare i femminicidi.

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’Amministrazione comunale di Collepasso, con il patrocinio della Provincia e la collaborazione di molte associazioni, ha organizzato alcune importanti iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e le scuole.

Le iniziative si terranno domenica 25 (fiaccolata, flash mob e rappresentazione teatrale), mercoledì 28 (presentazione di un libro) e venerdì 30 novembre (incontro con gli alunni della Scuola Secondaria), secondo il programma riportato nel manifesto.


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Pantaleo Gianfreda