22 aprile. Perché oggi è la Giornata della Terra. Ecco come salvare il pianeta

22 Aprile 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Giornata terraLa Giornata della Terra è oggi, ogni 22 aprile, ed è legata strettamente a una biologa Rachel Carson, la donna a cui il governo degli Stati Uniti chiese a cavallo tra negli Anni 50 un rapporto sullo stato di salute delle coste, e che lanciò per prima l’allarme sull’inquinamento da pesticidi. Nel 1962 uscì il suo “Primavera Silenziosa”, un libro atto di accusa e rapporto su come l’agricoltura intensiva e l’uso della chimica stavano uccidendo il mare e l’ambiente. Il libro fu venduto in milioni di copie e fu il manifesto degli ambientalisti americani che decisero poi nel 1970 di sancire il 22 aprile come Giornata della Terra, l’idea fu del senatore democratico del Wisconsin, Gaylord Nelson, dopo aver visto i grandi movimenti anti guerra nel Vietnam decise che era la stessa strada da seguire per il movimento ambientalista: una grande manifestazione nazionale. Ma a convincerlo fu un fatto di cronaca, un disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Union Oil.

COP21

Durante la Giornata della Terra nella sede delle Nazioni Unite a New York si svolgerà una cerimonia che darà inizio alla firma del nuovo accordo globale sul clima approvato nell’ultima COP 21 della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico a Parigi: i rappresentanti dei Paesi dovrebbero anche annunciare i propri programmi per una rapida ratifica e iniziative nuove e più incisive per mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5°C. L’evento avviene con una coincidenza: il 2015 è stato confermato l’anno più caldo mai registrato e i primi tre mesi del 2016 sono stati caratterizzati da temperature record. Saranno presenti oltre 165 leader del mondo all’Onu per la cerimonia di firma dell’accordo raggiunto a Parigi lo scorso 12 dicembre, compreso il premier italiano Matteo Renzi. È un record assoluto per il numero dei Paesi che siglano nella stessa giornata un’intesa internazionale. Non accadeva dal 1982 quando 119 stati firmarono la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare. L’evento coincide, e non a caso, con la Giornata mondiale della Terra. Per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, l’accordo Parigi, insieme all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, «ha il potere di trasformare in mondo». L’intesa dovrà essere ratificata dei singoli stati ed entrerà in vigore 30 giorni dopo che almeno 55 Paesi che rappresentano il 55% delle emissioni globali di gas serra avranno depositato la ratifica all’Onu.

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ASSOCIAZIONI E SPRECHI

Come accade ogni anno le principali associazioni a tutela dell’Ambiente organizzano eventi e manifestazioni in tutto il mondo, dal Wwf al Legambiente, tutte propongono celebrazioni e rapporti sulla salute del Pianeta, quasi sempre con dati e percentuali da brivido, tra le temperature sempre in salita e la deforestazione che non si ferma. L’attenzione quest’anno è puntata anche sugli sprechi alimentari, si produce troppo cibo che poi finisce nelle discariche, la produzione implica consumo di energia che così diventa un consumo inutile e dannoso. Nei Paesi industrializzati la maggior parte delle perdite avviene nelle fasi di vendita e consumo, in quelli in via di sviluppo si verifica dopo la raccolta o durante la lavorazione. Ma il risultato alla fine non cambia, perché sia le economie mature che quelle in crescita dissipano all’incirca la stessa quantità di prodotti alimentari, rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate. È quanto sottolinea, alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra, la Fondazione Barilla Center for Food&Nutrition (Bcfn), think tank. La sfida è contrastare le perdite nella fase di produzione agricola, ossia dopo la raccolta nei campi e nella trasformazione degli alimenti. Lo spreco di cibo da parte dei consumatori è in media tra i 95 e i 115 kg pro capite all’anno in Europa e nel Nord America , mentre i consumatori di Africa sub-sahariana, sud e sud-est asiatico, ne buttano via circa 6-11 kg all’anno. Diversa la situazione nei Paesi in via di sviluppo, dove il 40% delle perdite avviene dopo la raccolta o durante la lavorazione, mentre in quelli industrializzati più del 40% degli sprechi si verifica nelle fasi di vendita al dettaglio e consumo finale. «Un terzo del cibo viene buttato l’Italia è in prima fila nella battaglia agli sprechi. Nel nostro Paese recuperiamo ogni anno 550mila tonnellate di cibo che viene distribuito a milioni di persone in difficoltà, ma possiamo e dobbiamo fare di più, arrivando entro il 2016 a 1 milione di tonnellate, con il nostro piano SprecoZero, insieme al Ministero dell’economia, siamo intervenuti per rendere più conveniente per le imprese donare che sprecare» lo ha detto il ministro alle politiche agricole Maurizio Martina.

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 LE IMMAGINI DAI SATELLITI

Quest’anno i satelliti Sentinel del sistema europeo Copernicus ci regalano anche le immagini della Terra, immagini magnifiche che dovrebbero convincere tutti ad avere più rispetto per la Terra. Il blu degli oceani, l’ocra dei deserti, il verde dei campi coltivati: ci sono tutte le sfumature dei colori, nei ritratti del Pianeta che i satelliti portano in dono per l’Earth Day. Le nuove immagini, che riguardano deserti, acqua, ghiacci e atmosfera terrestre, vanno ad arricchire la mostra «Il mio Pianeta dallo Spazio – Fragilità e Bellezza», ospitata al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Il progetto promosso e organizzato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e la Commissione Europea, guida il visitatore nei luoghi più belli e remoti della Terra. Immagini di rara bellezza invitano a riflettere sulla fragilità del nostro Pianeta, minacciato dal cambiamento climatico a livello globale, e su come i satelliti possano contribuire a gestirne gli effetti. Il loro occhio dallo spazio cattura ogni giorno ghiacciai che si sciolgono, oceani che si innalzano, foreste pluviali minacciate dalla deforestazione, terre coltivate che si inaridiscono e megalopoli che crescono in modo incontrollato.

GREEN ECONOMY

«Difendere l’ambiente e rispondere alla sfida dei mutamenti climatici non solo è necessario, ma rappresenta anche una straordinaria opportunità per creare lavoro e nuova economia» ed è «questo il messaggio più importante dell’Earth Day, che si celebra in tutto il pianeta», mentre «il premier Matteo Renzi, con i leader di tutto il mondo, firmerà presso la sede Onu di New York lo storico accordo sul clima raggiunto alla Cop21 di Parigi». A metterlo in evidenza è Ermete Realacci, presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera: «Proprio le nostre aziende che hanno investito sulla green economy sono quelle che esportano di più e assumono di più» sottolinea Realacci, riferendo che «secondo una recente indagine di Symbola e Unioncamere, infatti, già oggi esiste un’Italia green che è fatta dal 24,5% delle imprese, che crea occupazione e ricchezza. Una percentuale che sale al 32% nella manifattura, dove il 27,4% delle imprese eco-investitrici ha visto crescere il fatturato nel 2014». Oggi sarà lanciato il progetto per piantare tanti alberi quanti sono gli abitanti della Terra di qui al 2020. Teoricamente in Italia già esiste una legge che va in questa direzione, la n. 10/2013, ma è largamente inapplicata.

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Antonella Mariotti, lastampa.it, 22 aprile 2016


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