Appunti per il nuovo Ministro dell’Istruzione

29 Novembre 2011 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Riflessioni del Prof. Ing. Boccardo, docente di Meccanica al Tecnico Ind.le Casarano

 
Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo i seguenti “Appunti per il nuovo Ministro della Pubblica istruzione, Ricerca, Università” proposti dal Prof. Ing. Carmine Boccardo, docente di Meccanica al Tecnico Industriale di Casarano. (p.g.)
 
Riporto solo tre argomenti di riflessione, riguardanti in particolare le scuole tecniche :
1 – La scuola non è un’azienda, ma a volte il paragone serve a ragionare.
In quale azienda per 30 anni non si investe nella formazione del personale ?
Chieda ad un docente di materie tecnico-scientifiche se ha mai frequentato un SERIO corso di aggiornamento.
Le risorse si sono sprecate in corsi fasulli, finalizzati solo a beneficiare chi il corso lo teneva e/o lo organizzava (Enti vari, personaggi delle più svariate competenze, aziende private che poi lamentano gli sprechi del settore pubblico).
Per fortuna alcuni docenti esercitano anche la libera professione, e sono obbligati ad aggiornarsi!Altri lo fanno per la passione del proprio lavoro.
2 – Le chiedo: in quale azienda per 30 anni non si investe in nuove tecnologie, nuovi macchinari, non si fa la manutenzione programmata delle attrezzature e degli impianti (perchè i laboratori vengono chiusi nel periodo estivo?), non si accantonano risorse per gli anni futuri ? Controlli in che stato sono i laboratori.
Chieda a un Dirigente scolastico quali sono le sue priorità e gli obiettivi che gli sono stati assegnati; troverà molte risposte interessanti.
3 – Le chiedo: in quale azienda dove basta una persona se ne impiegano ALMENO due, ognuna delle quali ovviamente con uno stipendio ridicolo, nessuna valorizzazione del suo lavoro, nessuna prospettiva di carriera?
E in quale scuola al mondo si occupano i docenti, in QUALUNQUE materia (affine???) purchè sia saturato il monte ore settimanale delle famose 18 ore ?
Lo sa che per ottenere questo “obiettivo”, alcuni Colleghi sono impegnati, magari nello stesso giorno, nei laboratori di matematica, meccanica, informatica, disegno, tecnologie, ecc. per un numero ridicolo di ore d’insegnamento e con l’elevata probabilità di arrivare alla fine dell’anno senza conoscere nemmeno il nome di tutti i numerosissimi allievi ?
C’è qualcuno al Ministero che comprende che un conto è conoscere una disciplina, un conto è saperla insegnare ?
C’è qualche “esperto” (fra quelli del tunnel neutrinico?) che comprende che la testa di un allievo non è una deposito bancario, dove ci sono debiti e crediti?
Chi mi può spiegare come fa un ragazzo a comprendere le formule elementari della fisica, essendo stato “promosso con debito” in matematica?
Questi giovani saranno frustrati per tutta la loro vita scolastica, quando sarebbe bastato fermarli al momento opportuno per farli recuperare.
Perchè succede questo ? Perchè la scuola per anni è stata considerata un ammortizzatore sociale, dove infilare, spesso in modo clientelare, il maggior numero di persone possibile e dove poter parcheggiare i giovani che (specie al sud) non hanno prospettive di lavoro.
Ministro, buon lavoro.
(se avesse bisogno di un sottosegretario, non lottizzato ….)

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Pantaleo Gianfreda
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