Solidarietà dell’intero Consiglio comunale all’immigrato extracomunitario

1 Ottobre 2008 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Dopo le dure polemiche del breve Consiglio comunale di ieri, nell’odierna giornata di mercoledì 1° ottobre la Conferenza dei Capigruppo ha approvato all’unanimità, su mandato del Consiglio, un ordine del giorno di condanna del grave fatto di disumanità contro il giovane extracomunitario eritreo (non etiope) e di solidarietà nei suoi confronti, dando mandato alla Giunta di valutare anche la possibilità di costituirsi parte civile contro l’autore dell’ignobile gesto.

Dopo le dure polemiche e le forti contrapposizioni del Consiglio comunale di ieri, a mezzogiorno dell’odierna giornata di mercoledì 1° ottobre, la Conferenza dei Capigruppo si è riunita sul Palazzo comunale per approvare, su mandato dello stesso Consiglio, un ordine del giorno sulla gravissima vicenda del maltrattamento e dello sfruttamento di un lavoratore eritreo (non etiope, come scritto dalla stampa) da parte del titolare di un’azienda agricola di Collepasso.

L’amministrazione, presente con il Sindaco, il Vicesindaco ed il Presidente del Consiglio, ha proposto un ordine del giorno, che, nonostante le iniziali perplessità di alcuni esponenti dell’opposizione, è stato, poi, approvato all’unanimità, ed anzi integrato da alcune piccole, ma significative, aggiunte proposte dal capogruppo cons. Mazzotta. Un ordine del giorno breve e sobrio, ma fermo nella sostanza.

E’ stato, voglio pubblicamente dirlo, al di là delle quotidiane e squallide polemiche politiche locali, uno "scatto di orgoglio" dell'intero Consiglio comunale, un atto di unità politica e di dignità umana, in cui tutti, alla fine, hanno voluto unanimemente riconoscersi.

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Unica nota stonata, ho il dovere di aggiungere, era sembrata inizialmente la presenza, non prevista, della cons. Marta Sindaco, la quale non riveste il ruolo di capogruppo (era già presente il suo capogruppo). Nella vicenda, come è noto, è direttamente interessato uno stretto parente. Voglio, comunque, “vedere” questa presenza “in positivo”: sicuramente era lì, in maniera sobria e silenziosa, per testimoniare anche lei la sua personale condanna del gravissimo atto di cui si è reso protagonista lo zio Domenico Sindaco, il quale dovrà rispondere in primo luogo alla propria coscienza ma anche alla Magistratura delle gravissime accuse del giovane eritreo. Quello che oggi importa realmente è che, di fronte ad un fatto così pesante ed incivile, che ha messo anche in cattiva luce tutta una pacifica e civile comunità, tutto il Consiglio si sia reso partecipe del comune sentire dell’opinione pubblica collepassese: condanna per il grave atto, solidarietà al cittadino della martoriata Eritrea.

Di seguito, il testo integrale dell’ordine del giorno approvato:

 

Il Consiglio comunale, nella seduta del 30 settembre 2008, alla luce delle notizie apparse sul "Nuovo Quotidiano di Puglia", cronaca di Lecce, "Un immigrato etiope ha denunciato imprenditore agricolo per il maltrattamento. Trattato da schiavo e chiuso nella stalla", oltre che delle testimonianze dirette del sindaco dott. Vito Perrone e dell'assessore rag. Antonio Ciccardi, all'unanimità,  

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esprime

severa condanna per il fatto, che, se accertato, è gravissimo atto di inciviltà e barbarie e getta un'ingiusta ed immeritata ombra sulla collettività collepassese, una comunità da sempre solidale ed ospitale e con profondi sentimenti di civile e cristiana fraternità verso i più deboli e i più emarginati; 

esprime

solidarietà, fraternità e condivisione verso il cittadino extracomunitario così barbaramente maltrattato e verso tutti i casi e le situazioni di discriminazione e di maltrattamenti;  

chiede

alle Istituzioni competenti di accertare sino in fondo tutte le gravi responsabilità, anche di ordine penale, e di mettere in atto le necessarie iniziative di prevenzione e repressione per debellare situazioni di lavoro nero e di sfruttamento;

  decide

di dare mandato alla Giunta per valutare la possibilità, nel caso di instaurando giudizio, di costituirsi parte civile contro l'autore dell'ignobile gesto, al fine di tutelate l'immagine dell'onesta comunità collepassese e di esprimere un segnale tangibile di solidarietà al lavoratore extracomunitario.  


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Pantaleo Gianfreda