“piazzasalento.it”: Collepasso perde l’ultimo dei suoi partigiani: “Ciao, Gino”

10 Novembre 2017 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Una recente foto di Gino Malorgio (gentilmente inviatami dalla figlia Graziella)

COLLEPASSO. Luigi Pantaleo “Gino” Malorgio, l’ultimo partigiano di Collepasso ancora vivente dei 14 collepassesi che combatterono per la Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, è scomparso pochi giorni fa. Nato a Collepasso il 15 marzo 1920, uno degli undici figli (6 maschi e 5 femmine) di Isaia e Maria Malerba, Gino Malorgio è morto a 97 anni a Scipione Passeri, frazione di Salsomaggiore Terme, dove si era sposato e viveva dalla fine della guerra. Dalla moglie Rina Gennari aveva avuto i figli Graziella, Mauro e Franco, quest’ultimo deceduto da alcuni anni per una grave malattia.

Il partigiano “Alberto” (Gino Malorgio) nel 1944

Dalla Russia alle Brigate Garibaldi. Il 4 luglio 1942 il soldato Malorgio fu spedito in Russia con il Corpo di spedizione italiano (Csir) e fu uno dei pochissimi rientrati da quella tragica avventura. Dopo l’8 settembre e lo sbandamento generale che ne seguì, Gino decise di combattere nella Resistenza, assumendo il nome di “Alberto”, con la 31° Brigata Garibaldi “Forni”, operante nella zona ovest della provincia di Parma, dove si trovava in quel periodo. Per oltre un anno, dal 7 marzo 1944 al 25 aprile 1945, visse sulle montagne e partecipò ad azioni militari contro i nazi-fascisti.

Stellette e medaglie per il valore durante e dopo la guerra. Dopo la caduta del regime, lo Stato riconobbe a Malorgio la qualifica di “Partigiano combattente” e lo autorizzò a fregiarsi del distintivo della Guerra di Liberazione con due stellette d’argento. A Salsomaggiore Gino era ben conosciuto. Dipendente del Comune nella manutenzione di strade e canali, era stimato e benvoluto da tutti per la sua cordialità, bontà e generosità. Volontario della onlus “Assistenza pubblica”, aveva ricevuto dal Comune prima una medaglia di bronzo e poi d’oro per i suoi atti di altruismo.

Foto di repertorio di partigiani della 31^ Brigata Garibaldi, dove Gino si arruolò per combattere il nazifascismo

Citato in paese in ogni ricorrenza e lui si emozionava. Il Comune, in occasione del 63° Anniversario della Liberazione, gli aveva conferito un Attestato di merito per la sua attività di partigiano. Fu anche componente del complesso bandistico di Salsomaggiore, in continuità con la tradizione della sua famiglia. Sino a che le condizioni di salute glielo hanno permesso, Gino tornava spesso a Collepasso, cui era rimasto “legatissimo”, dice il nipote Antonio, docente del Liceo Capece di Maglie, che aggiunge: “Lo zio si metteva sempre a piangere per l’emozione quando si parlava di Collepasso”. E il suo paese non lo ha mai dimenticato. Il suo nome e la partecipazione alla Resistenza sono stati spesso citati in scritti di autori locali e ricordati nelle varie ricorrenze. In occasione del 68° Anniversario della Liberazione, il Comune gli conferì un Attestato di benemerenza. Sebbene assente per motivi di salute, Gino inviò un commosso messaggio alla cerimonia tenutasi alla presenza di autorità civili e militari, associazioni, scuole, esponenti dell’Anpi e cittadini.

Settembre 1946: una bella foto di Gino (a destra) con il fratello Cosimo a Salsomaggiore (foto gentilmente concessami dal nipote prof. Antonio Malorgio)

L’Anpi Lecce ricorda l’eroico cittadino combattente. Appresa la sua scomparsa, l’Anpi di Lecce si è subito associata “al dolore dei familiari per la scomparsa dell’eroico cittadino e partigiano di Collepasso, combattente per la giustizia e la libertà del popolo italiano”. Agostino, un altro dei numerosi nipoti residenti a Collepasso, ha scritto: “Zio Gino combatté contro il fascismo per la libertà. Tantissimi di questi eroi morirono sul campo di battaglia. Che il loro sacrificio non risulti vano, soprattutto oggi, in cui certi valori sono andati a farsi benedire. Onore e grande rispetto ai partigiani morti per la libertà. Riposa in pace, zio”.

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Fonte: PG, piazzasalento.it, 10.11.2017

Sotto: articolo della “Gazzetta di Parma” del 4.11.2017 dedicato alla scomparsa di Gino

 


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Pantaleo Gianfreda