Cambio destinazione Centro diurno: l’assessore Resta si astiene in dissenso con Menozzi. Intimidazioni del Tecnico comunale contro un consigliere di opposizione

28 Gennaio 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Una sala interna del nuovo e moderno Centro diurno

Una sala interna del nuovo e moderno Centro diurno

Nei giorni scorsi non ho potuto riferire ad horas dell’incredibile seduta del Consiglio comunale di martedì 19 gennaio, a causa di una breve e già programmata degenza ospedaliera. Una seduta consiliare incredibile, come questa maggioranza “cadente” e in disfacimento, ormai prossima al suo naturale ed irreversibile crepuscolo amministrativo. Essa appare sempre più come quelle decrepite, maligne e acide “megere” che non si rassegnano alla loro fine e ne inventano di tutti i colori nell’assurda e innaturale speranza di una loro impossibile sopravvivenza.
I cittadini che hanno assistito ai lavori del Consiglio sono rimasti basiti quanto e più di noi. Erano solo tre i punti all’ordine del giorno, ma tutti e tre “caldi”: l’affidamento in gestione del Centro diurno e mie due interrogazioni su un omesso rilascio di un Permesso di costruire richiesto il 9.7.2015 e sui Permessi di Costruire dell’anno 2015.
Per quanto riguarda l’affidamento in gestione del Centro diurno, la “pietra dello scandalo” riguardava soprattutto il cambio di destinazione della struttura da “Centro diurno per anziani” ultra 65enni a “Centro diurno socio-educativo e riabilitativo” destinato a “soggetti diversamente abili, tra i 6 e i 64 anni”, “ospiti in condizioni di disabilità grave” e “pazienti psichiatrici stabilizzati”. Un cambio insensato, non supportato da alcuna relazione o documentazione dei Sevizi sociali, originato da confusi e scarni atti discrezionali e illegittimi del sindaco. Un gran caos, insomma!

Lo stato di abbandono esterno del Centro, denunciato da tre anni dall'opposizione

Lo stato di abbandono esterno del Centro, denunciato da tre anni dall’opposizione

Richiesto varie volte di motivare il cambio di destinazione, a tre anni dall’effettivo termine dei lavori, Menozzi non è riuscito nemmeno una volta a balbettare una sia pur minima motivazione, nonostante le incalzanti e motivate critiche dell’opposizione e il palese sospetto che l’operazione celasse interessi oscuri e clientelari. La richiesta della precedente Amministrazione era supportata da una seria e corposa relazione che giustificava il finanziamento della struttura con la particolarità della situazione sociale del nostro Comune, che presenta un “indice di anzianità” superiore rispetto agli altri Comuni dell’Ambito. Nessuna motivazione o giustificazione, invece, è stata addotta dall’attuale Amministrazione per il cambio di destinazione. Invano abbiamo proposto che il Centro rimanesse destinato agli anziani, chiedendo alla Regione un “ampliamento” verso altre categorie, quali gli stessi disabili, per tutelarsi nel caso la domanda fosse stata inferiore rispetto alle 30 unità previste dal progetto. Se, infatti, come ha sostenuto qualcuno, ci sarebbe il rischio di non raggiungere il numero di 30 anziani ultra 65enni, nonostante una platea sociale notoriamente ampia, sarebbe indubbiamente maggiore il rischio di non raggiungere il numero di 30 disabili, considerata la loro ridottissima platea sociale. E, comunque, se ci fosse stata la reale volontà di sostenere queste categorie e le loro famiglie, come è giusto che sia, appariva strano come mai l’Amministrazione di Collepasso non avesse acceduto ai bandi sociali della Regione per istituire e finanziare Centri e/o Servizi finalizzati a questo obiettivo. Senza tener conto, poi, che già a pochi chilometri, precisamente a Matino, opera un’analoga struttura.
Di fronte alle serie, documentate ed efficaci proposte mie e dell’intera opposizione, lo stesso assessore ai Servizi sociali dott. Rocco Resta chiedeva il ritiro dell’ordine del giorno per un ulteriore approfondimento. Una richiesta sensata, che in qualsiasi consesso democratico sarebbe stata accolta, anche per riguardo del proponente, che, tra l’altro, è l’assessore al ramo e medico di base e, pertanto, il più titolato ad esprimersi sulla materia. La maggioranza, invece, decideva di sospendere il Consiglio per un confronto interno e, alla ripresa dei lavori, votava il punto all’ordine del giorno, mentre l’assessore Resta decideva di astenersi in aperto e clamoroso dissenso con Menozzi.
Stendo un velo pietoso su molti dei sette amministratori che probabilmente non hanno nemmeno capito quello che hanno approvato. Rimane, però, la “rappresentazione” di una maggioranza cadente e decadente, arrogante e chiusa al confronto, “orfana” di trasparenza e legalità, divisa e segnata da tensioni interne.
Nelle successive risposte alle mie due interrogazioni, poi, il sindaco ha tentato di coprire le responsabilità del Dirigente dell’Ufficio Tecnico. I due sembrano ormai da tempo una ambigua “coppia di fatto”… politica, s’intende!

Arch. Fernando Montagna

Arch. Fernando Montagna, Dirigente U.T.C.

Sulla curiosa, e al contempo scandalosa, vicenda relativa al mancato rilascio di un Permesso di costruire per un’edicola funeraria, richiesto il 9 luglio scorso da un anziano cittadino, la disfatta di Menozzi e dell’arch. Montagna è stata totale. Premesso che tutti i termini e le procedure di legge erano stati ampiamente violati dall’Ufficio Tecnico, la stravagante supposizione che un ingegnere fosse incompetente a firmare un progetto di edicola funeraria, sostenuta dall’arch. Montagna (ai sensi di una norma del 1925, che prevede ben altro!) ma mai formalizzata in atti ai richiedenti, è stata clamorosamente smentita persino dall’Ordine degli Architetti, cui appartiene lo stesso tecnico. Una figuraccia per il duo Menozzi-Montagna, ma anche per il Comune! Oltre la clamorosa sconfessione degli Architetti, infatti, l’Ordine degli Ingegneri era stato costretto ad interessare della vicenda il Prefetto a causa del persistente, arrogante ed omissivo rifiuto del Tecnico comunale di dare doverose spiegazioni circa la sua stravagante, infondata ed illegittima posizione.
Sta di fatto che nella stessa giornata del Consiglio – martedì 19 gennaio – il Dirigente U.T.C. arch. Montagna è stato costretto a “capitolare” e rilasciare immediatamente il Permesso di costruire! Una “figuraccia” che il Tecnico ed il Comune avrebbero potuto evitare, se ci fossero stati un sindaco e un’amministrazione autorevoli e competenti!
Sulla seconda interrogazione (“Permessi di Costruire anno 2015 e ritardi nel loro rilascio”), la risposta del sindaco è stata evasiva e superficiale, con il chiaro scopo di occultare la verità su ritardi, omissioni e discrezionalità dell’Ufficio Tecnico nel rilascio dei Permessi di costruire. Poiché la risposta e la documentazione fornitemi sono state carenti e non conformi al contenuto dell’interrogazione, ho chiesto al Responsabile “Trasparenza e Anticorruzione” del Comune copia di tutti i Permessi di costruire del 2015. Già da una superficiale visione della scarna documentazione fornitami in Consiglio, appare, comunque, evidente la fondatezza delle mie supposizioni. A prima vista, dalla confusa documentazione fornitami, appaiono “strane” diverse situazioni: risulta persino un P.d.C. richiesto il 18/01/2016 e rilasciato il… 23/01/2015! … o Permessi rilasciati in pochi giorni ed altri dopo mesi (e persino anni, come quello presentato il 26/02/2010 e rilasciato il 28/01/2015) oppure molti Permessi che risultano rilasciati, ma di cui è riportata solo la data di presentazione e non quella del rilascio! Insomma, una “montagna” di caos e di scarsa trasparenza, in cui sarò costretto a “scavare” per andare a fondo a vicende che appaiono poco trasparenti. Ho già presentato al Responsabile “Trasparenza e Anticorruzione” del Comune diverse richieste per ottenere tutte le copie degli atti di cui ho bisogno per “vederci chiaro”… nonostante qualche sciocco tentativo di fermarmi o condizionarmi. Che la mia opera di chiarezza e trasparenza “disturbi” l’attuale Amministrazione – in particolare il sindaco e il Dirigente dell’Ufficio Tecnico – lo dimostrano gli inconsulti atti intimidatori di cui sono stato fatto oggetto al termine del Consiglio da parte dell’arch. Fernando Montagna, per il quale ho dovuto richiedere l’avvio di provvedimenti disciplinari (vedi).
Certi atti inconsulti non fanno altro che confermare il dubbio, diventato ormai certezza, di aver messo “il dito nella piaga”. Qualcuno si rassegni e si renda finalmente conto che da tempo la Pubblica Amministrazione, in particolare i Comuni, è soggetta a controlli di trasparenza e anticorruzione e al pieno rispetto dei diritti dei cittadini. O modifica i suoi comportamenti e le modalità dei suoi atti oppure sarà costretto a renderne pubblicamente conto e, forse, a subirne anche tutte le conseguenze.
Questi fatti confermano, purtroppo, le nostre ripetute denunce circa l’assoluta mancanza di trasparenza e correttezza – e, talora, persino di legittimità e legalità – nelle azioni dell’Amministrazione Menozzi in questi cinque anni.


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Pantaleo Gianfreda
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