Mondiali di calcio in Brasile 2014. Cinquant’anni fa “il pistolero” di Collepasso

30 Giugno 2014 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Augusto Verardi 50 anni fa

Augusto Verardi 50 anni fa

Non si fa altro che un gran parlare della recidiva “impresa” del calciatore uruguayano Luis Alberto Suàrez Diaz, in forza al Liverpool, pesantemente sanzionato dalla FIFA per il morso inferto sulla spalla del nostro Chiellini.
Ma i più avanti negli anni – e, a ridosso di questi, chi scrive – non possono non rammentare che già nel 1964 (mezzo secolo fa) un “pistolero” o un “cannibale”, che dir si voglia, l’abbiamo avuto anche qui, a Collepasso.
Si svolgeva al campo sportivo (una spianata polverosa) di via Foscolo, all’epoca poco più che un tratturo, l’incontro di calcio valido per la Coppa Enal (Ente, eredità dell’Ond del ventennio fascista) fra una formazione del Collepasso e una del Racale.
Il portiere locale, Augusto Verardi (classe 1944), parava un tiro pericolosissimo, ma subiva una vistosa carica da un attaccante racalino, ignorata dall’arbitro.
Mesciu Agustu, allora, rabbioso, inseguiva l’avversario per alcuni metri e gli azzannava il padiglione sinistro, gestaccio anch’esso lasciato perdere dal direttore di gara, solenne rimprovero a parte.
Nel numeroso pubblico il tutto finì per suscitare grande ilarità e per caricare il buon Augusto di funesta, eccentrica gloria per il resto dei suoi anni.

Augusto Verardi oggi, a settant’anni

Augusto Verardi oggi, a settant’anni

L’ho raggiunto giorni fa nel suo eremo in contrada “Foresta” e con estrema simpatia mi ha divertito non poco con il racconto della sua strana carriera calcistica, finita, pensate un po’, con la convocazione nella rappresentativa di Prima Categoria nel 1967.
Ma accadde che contemporaneamente la Società in cui militava, il Galatone, in gran bolletta, si ritirò dal campionato e la convocazione fu così annullata. Che peccato!
Emigrato, poi, in Svizzera, componente dell’attivissimo Juve Club di Bienne, nel Cantone di Berna, ebbe modo di stringere saldi, duraturi rapporti con calciatori, allenatori e dirigenti bianconeri e di fondare, rientrato a Collepasso, un Club della Vecchia Signora, purtroppo di breve vita.
Augusto, emulo del “ragno nero” Lev Jashin, pur non avendone le caratteristiche fisiche, narra storie di un calcio “lontano lontano”, terreni di gioco in tufina (di sansa, quando andava bene), palloni di cuoio con dolorose cuciture da ammorbidire continuamente con il grasso, pali delle porte a sezione quadrata spaccacranio, litri di spirito canforato per i massaggi e, come ricompensa, gazzose a volontà o quasi…
Giuseppe Lagna

Una formazione del Collepasso nella Coppa Enal del 1964. In piedi da sin.: Vito De Prezzo, direttore tecnico e allenatore, Gustavo Mita, Augusto Verardi, Vito De Matteis, Luigi De Matteis, Antonio Palumbo, Orazio Antonaci, dirigente accompagnatore; accosciati da sin.: Vincenzo Marzano, il compianto Giovanni De Simone, Francesco Ria, Gigi Rossetti, Pino Ria, Carlo Marra. Cliccare sulla foto

Una formazione del Collepasso nella Coppa Enal del 1964. In piedi da sin.: Vito De Prezzo, direttore tecnico e allenatore, Gustavo Mita, Augusto Verardi, Vito De Matteis, Luigi De Matteis, Antonio Palumbo, Orazio Antonaci, dirigente accompagnatore; accosciati da sin.: Vincenzo Marzano, il compianto Giovanni De Simone, Francesco Ria, Gigi Rossetti, Pino Ria, Carlo Marra.
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Pantaleo Gianfreda
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