La Gazzetta del Mezzogiorno: “Rondò bloccato, scontro Manera-Gabellone”

3 Ottobre 2014 Off Di Pantaleo Gianfreda
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1COLLEPASSO. Scontro pre-elettorale a distanza tra Massimo Manera (centrosinistra) ed Antonio Gabellone (centrodestra) candidati per la presidenza della Provincia. Oggetto del contendere sono stati i lavori del rondò in zona «Masseria Grande», dove la provinciale 69 (Casarano-Masseria Grande) sfocia sulla 361 (Maglie-Collepasso-Gallipoli). Nella tarda mattinata di ieri, Massimo

Massimo Manera, Pantaleo Gianfreda e Gabriele Caputo ieri a Collepasso (foto Gazzetta)

Massimo Manera, Pantaleo Gianfreda e Gabriele Caputo ieri a Collepasso (foto Gazzetta)

Manera ha tenuto una conferenza stampa (presenti Pantaleo Gianfreda e Gabriele Caputo, candidati consiglieri provinciali) proprio nel cantiere. «Tutto ciò che i cittadini di Collepasso e Casarano e non solo hanno avuto davanti nel corso di questi anni, rappresenta il Salento che non vogliamo – ha tuonato -. Questa rotatoria, fondamentale per il nostro territorio dal punto di vista turistico, economico e storico, è uno degli esempi più clamorosi del mal governo di questi anni. Se il centrosinistra tornerà a capo della Provincia non ci saranno – ha aggiunto – più cantieri fermi per anni, né interventi superficiali. Basta ad opere faraoniche da 700mila euro».
«Oltre a quest’incompiuta, dell’amministrazione Gabellone ci ricorderemo – ha concluso – dei tanti rondò, ai quali non siamo assolutamente contrari, che oggi versano in uno stato di totale incuria, con erbacce alte che limitano sicurezza e visibilità e con scarsa illuminazione».
Pronta la replica del presidente uscente Antonio Gabellone: «Le rimostranze del centrosinistra di Collepasso sono un’autorete clamorosa ed intempestive tanto da aver indotto all’intempestività, pur senza averne colpe, anche il candidato presidente del

Foto pubblicata dalla Gazzetta

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centrosinistra alla Provincia, Massimo Manera». «E’, infatti, di lunedì scorso – scrive Gabellone in una nota – il via libera definitivo della magistratura alla eliminazione dei sigilli dalla zona oggetto sino ad allora di sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria, che ha riconosciuto perfettamente idoneo, coerente e regolare il progetto stradale della Provincia di Lecce, progetto che può dunque ripartire. Abbiamo già trasmesso – continua – ai comuni interessati dal progetto il calendario dei lavori riprogrammati alla luce dell’ok dei magistrati; lavori che riprenderanno dopo lo spostamento dei manufatti in pietra settecentesca che sono stati oggetto del contendere». «E’ un’importante infrastruttura – conclude Gabellone – finanziata con quasi 1 milione di euro di investimenti, per la cui realizzazione le popolazioni e anche le minoranze dovrebbero felicitarsi piuttosto che innescare motivi di campagna elettorale che si risolvono in autoreti clamorose».
Antonio De Matteis, La Gazzetta del Mezzogiorno, 3.10.2014

Candidati ed esponenti del centrosinistra salentino sul rondò abbandonato da oltre un anno

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Il settecentesco portale che la Provincia vuole abbattere e ricostruire qualche metro indietro

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COLLEPASSO. Il procuratore aggiunto Ennio Cillo, che più di un anno fa aveva posto sotto sequestro giudiziario una striscia di 2 metri in prossimità dei conci del muro di cinta abbattuto e di 10 dalle colonne d’ingresso alla «Masseria Grande» ha disposto (come la Gazzetta ha riportato l’1 ottobre) la rimozione dei sigilli. In pratica ha accolto la proposta avanzata dalla Provincia di spostare le colonne di accesso «tramite smontaggio e ricostruzione dei singoli conci della muratura delle colonne» che a quanto si legge rientra «rientra nell’ambito delle soluzioni proposte dalla consulenza tecnica dell’ingegnere Marcello Buggeri». La rimozione dei sigilli è da considerarsi, quindi, un atto che, come scrive lo stesso procuratore permetterà «l’accesso sui luoghi per l’esecuzione delle opere» ma non vale il dissequestro in quanto questo «sarà valutato – viene precisato dal dottore Cillo – all’esito dei lavori». L’impegno della Provincia è, altresì, quello di ricostruire anche il muro di recinzione «utilizzando i conci di tufo provenienti dal muto preesistente e impiegando, solo per le parti indispensabili, materiale analogo».
a.d.m., La Gazzetta del Mezzogiorno, 3.10.2014

L'area del cantiere abbandonato attraversata anche da mezzi pesanti

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Pantaleo Gianfreda
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